Altro che “intruppone”, l’ivoriano è d’oro

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AS ROMA NEWS (GASPORT, A. PUGLIESE) – E adesso chiamatelo ancora «intruppone», come è scappato a più di qualcuno vedendo i filmati in rete del suo passato all’Arsenal. Magari a volte lo sarà anche (come dimostrano le 18 palle perse di ieri, solo Sansone ha fatto peggio con 22), perché spesso accelera anche più del pallone e il suo contachilometri scarica al doppio dei giri di tutti gli altri. Ma anche ieri, gol a parte, Gervinho ha lasciato il segno, firmando con il proprio sangue il trionfo di Rudi Garcia. Il francese l’ha voluto a tutti i costi, chiedendo anche un notevole sforzo economico al club (8milioni, più 2 di bonus). Lui lo sta ripagando con un crescendo di prestazioni, fino a quella di ieri sera, dove nel primo ha svariato per tutto il fronte dell’attacco, per poi dedicarsi all’attacco della profondità nella ripresa, quando la Sampdoria (per stanchezza) ha allentato le maglie difensive e gli spazi (dopo il gol di Benatia) sono inevitabilmente aumentati.

Cercando l’ampiezza Con la Sampdoria chiusa e compatta del primo tempo (Sansone si abbassava spesso in fase di non possesso, trasformando il 442 in 451, addirittura in 541 quandoWszolek scivolava sulla linea dei difensori), Gervinho è andato a cercare soprattutto l’ampiezza, giocando largo sul fronte d’attacco, all’inizio a destra, spesso anche a sinistra. L’obiettivo era ovviamente quello di aprire la difesa blucerchiata, soprattutto centralmente, costringendo ad allargarsi (oltre al terzino) anche il centrale di riferimento e provando a creare superiorità numerica (dei 10 dribbling positivi di ieri della Roma, ben 5 sono proprio dall’ivoriano, che non ne ha perso uno). A volte ci è riuscito, altre no, anche perché con Borriello come punta centrale è un altro gioco lì davanti: con Totti si aprono spazi dove Francesco è bravo a mandare i compagni, Marco quando arretra gioca più di sponda (alla fine il conto di ieri sarà 271 per la Roma), per poi cercare l’unodue. Il risultato che ne è venuto fuori sono i tre cross finali di Gervinho (top con Maicon) ed i 28 passaggi positivi sui 37 totali, segno di un fraseggio continuato con i compagni di reparto e gli interni di centrocampo.

Recuperi e sacrificio Poi, nella ripresa, Gervinho ha spostato il mirino, e invece che in orizzontale è andato a giocare in verticale, a caccia della profondità. Del resto, è quello che gli riesce meglio, soprattutto a campo aperto, quando gli spazi si aprono e le difese sono lente. Ma la partita dell’ex Arsenal ieri nasconde anche un aspetto diverso e cioè il sacrifico in fase difensiva: a fronte di sei contrasti persi ci sono 8 duelli vinti, con ben 7 palle recuperate: anche qui il migliore della Roma con Benatia e De Rossi, che però rispetto a lui di professione fanno i difensori (o quasi). Insomma, se ieri è vero che è arrivato il suo primo gol italiano, è anche vero che la sua duttilità sta diventando preziosissima. Un altro anello, a completare il trionfo di Garcia.

 

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