AS ROMA NEWS (TELE RADIO STEREO) –Eugenio Buzzetti, corrispondente di Agi e AgiChina 24, è intervenuto a Tele Radio Stereo per discutere riguardo l’investitore cinese che vorrebbe entrare a far parte della Roma:
Come si può passare da Jianlin a Feng in così poco tempo? C’è l’intenzione di portare i capitali all’estero?
“Si è passato da Jianlin, patron di uno dei più importanti gruppi, a Feng, patron di un’azienda del settore aeronautico cinese. Sono due nomi di spicco, avrebbero entrambi i mezzi per entrare nella Roma. Feng ha già investimenti in Italia, è a capo di un gruppo che ha un patrimonio stimato di oltre 40 miliardi di euro e viene indicato dalla stampa cinese come un imprenditore coraggioso per come ha dato il via all’azienda, con un patrimonio di solo 1,2 milioni di euro. Da lì ha costruito un impero. È un candidato valido: i due profili sono molto diversi. Jianlin è più legato alla politica, Feng più un personaggio spirituale, legato al buddismo e alla calligrafia”.
Le differenze con gli oligarchi russi: le parole di Jainlin su chi si è “arricchito in una notte”.
“Ha detto anche un’altra cosa important, ovvero che l’imprenditoria non si può fare senza legami con la politica. Entrambi, Jianlin e Feng, hanno circa la stessa età, sono persone che hanno 60 anni e che hanno vissuto durante la rivoluzione culturale e ne hanno ben chiari i ricordi di quelle violenze. Feng non si fece scrupoli a chiedere agli americani due aerei di linea e, dopo aver ottenuto i permessi, ha creato un impero”.
Quali sono i tempi?
“I cinesi sono pragmatici negli affari, sono sempre alla ricerca di una situazione favorevole. Qualora l’affare possa andare in porto i tempi potrebbero essere brevi i tempi per la chiusura. Sull’aspetto decisionale, l’imprenditore cinese deve essere convinto della necessità di chiudere l’affare. Jianlin e Feng sono due candidati che potrebbero avere un interesse nella Roma, dal punto di vista di ritorno d’immagine ma anche per futuri capitali da investire: in China è in corso un grosso processo di urbanizzazione che prevede lo spostamento di circa 450 milioni di persone dalle città per favorire uno sviluppo delle zone più arretrate. Per gli imprenditori sarebbe qualcosa di importante”.