NOTIZIE AS ROMA – A poco più di un anno di distanza dal suo insediamento nella Roma, si può dire che Francesco Calvo stia vincendo la propria scommessa. Le voci d’oltreoceano, infatti, raccontano di un presidente Pallotta assai soddisfatto del suo Chief Revenue Officer, che sta dando nuovo impulso al settore legato al marketing e al merchandising.
D’altronde, dopo la brillante esperienza accumulata nella Juventus, le aspettative erano alte e Calvo non ha deluso, tant’è che per lui si parla anche di una nomina a direttore generale, ruolo al momento vacante. “Io ho due obiettivi principali: definire la strategia e mettere le persone che lavorano con me in condizione di rendere al meglio. Non mi occupo di calcio giocato anche perché non ne capisco molto. La Roma lavora su un piano quadriennale, e su questo periodo è preventivabile un mancato ingresso in Champions League. L’importante è che non diventi una costante”.
La palla, perciò, torna al settore tecnico, in cui sta trovando sempre più spazio, anche mediatico, Morgan De Sanctis. Dopo aver assunto il ruolo di supervisore del settore giovanile – che intende ristrutturare in un triennio – sembra essere sempre più braccio destro del d.s. Petrachi e anello di congiunzione con lo spogliatoio.
(Gazzetta dello Sport)
Auguri!!!!
a proposito di gente che studia e si impegna senza pretendere di diventare Imperatore per grazia ricevuta, il Bayern ha annunciato che dal 2022 il suo ex Portiere Oliver Khan (già nel CDA) sarà Presidente del Club, avendo ottenuto un Master in Economia Aziendale.
Ovviamente Khan parla l’inglese meglio del Tedesco, come è logico per un alto Dirigente internazionale
Alle’estero è così,in Italia è già tanto che parlino Italiano e sappiano utilizzare il congiuntivo,comunque,nella sfera tecnica,saper individuare un talento,richiede più una certa sensibilità che cultura,altrimenti Corvino o lo stesso Petrachi che non parla Inglese,così come Sabatini,non potrebbero essere DS.Antognoni non ha studiato per fare il dirigente,ma si diceva che avesse un grande occhio nell’individuare giovani talenti,tanto che Moggi disse ai suoi collaboratori di seguire i ragazzi da lui individuati!
Ma infatti se questo Paese è fallito in ogni settore della vita pubblica e privata
(per non parlare della ridicola Serie A)
è proprio per il basso grado di alfabetizzazione.
Non mi pare il caso di vantarsene troppo ecco.
Questa Nazione sta finendo perché invece di valorizzare e premiare i propri figli migliori, riconoscendone il valore e il merito, preferisce farli scappare all’estero (dove spesso eccellono). Qui da noi, si preferisce difendere l’egualitarismo, l'”uno vale uno”, ovvero la negazione della meritocrazia.
L’appiattimento del livello culturale di un popolo è la conseguenza (non la causa) di una politica fatta da pusillanimi e tornacontisti.
Impossibile dirlo meglio di così…
Ciao K62 ?.
Scusami KAWA62, ma l’Italia è la nazione dei “figli e figliastri”, degli orticelli con annessi protetti e protettori: è questo che uccide alla base la meritocrazia!
Io tutto questo egualitarismo mica lo vedo, qui si va avanti se si “appartiene” alle persone giuste…
È in un contesto di partenza realmente uguale per tutti che possono spiccare i più meritevoli, ma se io già so che pur sbattendomi ci sarà chi mi passa avanti in carrozza…
Non mi rimane che andarmene o arrangiarmi con quel che posso!
Saluti giallorossi!
Anacronistico, quella che descrivi è una realtà innegabile, ma partiamo dal principio: ti sembra normale che a scuola i “bocciati” si contano sulle dita di una mano? Che dalle università escono laureati che non sanno scrivere in italiano? Che nei contratti di lavoro collettivi le “premialità” sono, perlopiù, distribuite a pioggia? E non voglio parlare della rappresentanza politica, cioè di chi ci amministra e governa…
Parlando di calcio, grande metafora della nostra vita, nello spogliatoio, in linea di massima, le gerarchie meritocratiche sono note a tutti e accettate. Se la domenica il mister manda in panchina quello più bravo o in forma, la squadra mugugna…
Quand’è che il Popolo italiano comincerà a mugugnare davvero? Ciao
In un Paese in cui i figli dei medici fanno i medici e quegli degli architetti fanno gli architetti il discorso sull’egualitarismo viene a cadere. La meritocrazia è data dal sangue o dall’appartenenza (come dice Anacronistico).
Per quanto riguarda i cervelli in fuga, realtà inoppugnabile, al netto dei problemi socio politico, ho una particolare teoria. Noi italiani siamo un popolo numeroso, facciamo tutti le stesse cose e ingolfiamo cinema, autogrill, centri commerciali e università allo stesso modo, per cui si hanno resse in alcuni ambiti mentre in altri c’è il deserto. Di ricercatori (come di professori, programmatori, ingegneri, medici) ne abbiamo a valanga. Provate invece a chiamare un fabbro, un falegname o un idraulico.
Se il tasso di alfabetizzazione si sta riducendo, è proprio perché da un po’ stiamo rincorrendo modelli anglosassoni che non ci appartengono. Io passavo ore a scrivere: le mie figlie mettono le crocette sui quiz. Il sistema scolastico italiano è stato altamente selettivo fino agli anni 80; un titolo di scuola media superiore garantiva un ottimo impiego. Le aziende pescavano i migliori prima ancora che completassero gli studi. Adesso un titolo di studio è carta straccia e vale sempre più il sistema clientelare che costringe i migliori a cercare fortuna altrove. I pentadementi hanno istituzionalizzato questa scemenza dell’uno vale uno…
Allora, facciamo ordine: sulla mancanza di meritocrazia in Italia, mi sembra siamo un po’ tutti d’accordo (e ci mancherebbe). Che il clientelismo o il nepotismo siano concause della mancanza di meritocrazia, siamo anche d’accordo (mi pare).
Che lo scadimento culturale sia, anche, dovuto alla mancata applicazione di principi realmente selettivi e meritocratici, direi che non ci piove…
Cosa resta? Ah, sì… l’egualitarismo.
Mi risulta difficile immaginare una società realmente meritocratica se non vengono prima scardinati alcuni dogmi ideologici, che sotto la maschera democratico-buonista, celano, in realtà, la paura di far emergere le élite, intese come le vere eccellenze del nostro Popolo. Che, per fortuna, esistono.
Direi chiosa perfetta Kawa!
attento che ti prendi gli insulti se vai conto il pupone. Ma ti pare che uno che si sente un Dio si metta a studiare per avere un ruolo importante e dare una mano allo propria squadra. Lo si è visto la voglia di migliorarsi è finito a fare televisione spazzatura…..
Perché tu sai si sì è messo a studiare o meno?
O parli a vanvera come tutti?
Lo sappiamo…ha cominciato il corso da allenatore Uefa B e ha abbandonato subito. Tu cosa sai invece?
Se abbiamo ministri con la terza media, figuriamoci se De Sanctis non può fare carriera nella società di Ballotta.
“Il 7 agosto 2017 viene nominato team manager della Roma.[30][31] Nel corso dell’autunno inizia a seguire il corso speciale per allenatori UEFA, che abilita all’allenamento di tutte le formazioni giovanili, alle prime squadre fino alla Serie C, e alla posizione di allenatore in seconda in Serie B e Serie A.[32] Il 15 dicembre consegue la licenza.[33] Il 3 dicembre 2018 supera invece l’esame finale da direttore sportivo a Coverciano.”
Fonte Wikipedia
Poi magari non è capace a fare una lavatrice…
Sbaglierò, ma De Sanctis mi sembra quel profilo da tanto tempo auspicato da molti e mai trovato in questi 8 anni. Persona seria, con voglia di migliorarsi. E’ sempre stato un leader di spogliatoio: speriamo sia capace di tenere a bada un gruppo che troppe volte non ha marciato compatto nella giusta direzione. Continuo a pensare che, per chiudere il cerchio, Pallotta dovrebbe mollare ogni carica operativa nella gestione tecnico sportiva.
5 minuti di applausi per SbyS…
Quello che sta facendo De Santis l’avrebbe potuto fare benissimo anche Totti ,ma De Santis per farlo si è impegnato e nessuno gli ha regalato niente, ora per le sue competenze e serietà sta sbalordendo tutti.
Totti invece si è lamentato ha fatto la vittima e ha tagliato la corda.
Ora però poi parla della Roma,un giorno si e l’altro pure, segno che staccarsi dalla Roma per lui è difficile,quindi dovrebbe capire la cretinata che ha fatto,sicuramente consigliato malissimo, per me al momento gli dispiace molto non star più dentro la Roma
De Santis mi sembra stia prendendo la situazione in mano. Sono tra l’altro già lodevoli alcune sue iniziative circa la primavera già affiorate in questi ultimi giorni. Avanti così. Forza Roma
Direttore generale,vice Ds,supervisore,ecc….
A parte tutte ste stronzate…
Ma quando vincemo???
I campioni ce vonno!!!
Sti caxxi de Calvo e De Sanctis
La cosa bella è de Sanctis è un professionista serio che è insultato da molti pseudo romanisti solo perché parla da PROFESSIONISTA.
Totti all’8 settembre sta ancora facendo partite di calcio con nulla facenti ex suoi compagni, fa fiction e comparsate… Questa è la differenza che non capisce nessuno. Niente è regalato perché ti chiami Francesco Totti, ma devi dimostrare OGNI giorno la tua serietà in merito, sennò fai bene ad andartene. Non è andato via per attriti con la società, ma perché da direttore tecnico non avrebbe potuto fare la vita che tutt’oggi fa.
Lorysan, al tuo commento c’è poco da aggiungere è proprio così condivido in toto. Sempre e solo la Maglia
Terza media, laurea…
Ma chi farà meglio come DS di una squadra di calcio chi ha una laurea in lettere o giurisprudenza oppure chi ha giocato per 30 anni su tutti i campi di calcio del mondo?
Quindi quelli che hanno giocato per 30 anni, che azz lo fanno a fare il corso a Coverciano, basta sedersi sulla panchina ed il gioco e’fatto.
Ripeto per l’ennesima volta A Francesco gli voglio bene come un fratello, nel caso delle dimissioni ha sbagliato, nessuno lo ha cacciato, se ne e’andato da solo. Alzando un inutile polverone. Ed e’troppo intelligente, per non essersi reso conto di aver esagerato.
Qualcuno lo ha indotto a sbagliare? Non so chi sia,non so se e’vero,ma quel qualcuno si deve passare una mano sulla coscienza e dire :ho sbagliato. La Roma la poteva e doveva aiutare da dentro. Non da fuori, rilasciando inutili interviste. Gli era stato dato il ruolo di DG, QUELLO DOVEVA FARE NON LE INTERVISTE.
In Italia i ricercatori faticano semplicemente perché l’Italia destina pochissimi fondi alla ricerca (rispetto ad esempio ad i paesi anglosassoni ma anche a Russia o Germania) e soprattutto perché le multinazionali in Italia non investono fondi per la ricerca facendolo meglio in sistemi paese che offrono loro un background che poi gli valorizza l’investimento e la futura operatività. In Italia, in particolare a Roma, la ricerca è spalle al muro in un sistema città in cui è impossibile per una società fare un grattacielo, beneficiare di strutture (es. a Tiburtina valley, da dove ti sposti col ciuccio) e dove con i trasporti puoi fare una cosa al giorno mentre a Londra ne fai 20 (tradotto nessuno investe nulla, tantomeno nella ricerca).
L’Italia ha 30 mila PIL pro capite. La Germania 45mila, UK, 40 mila, Francia 38mila. Per non parlare di Svizzera ed Usa. Tutte le prefessioni in Italia hanno salari bassi rispetto a quei paesi. I ricercatori vanno via semplicemente perché vengono pagati di più in paesi più ricchi ed hanno competenze.richieste in quei come anche gli ingegneri od i medici.