NOTIZIE AS ROMA – Chissà, magari anche Nzonzi avrebbe trovato, un anno dopo, la sua ragion d’essere. Se è successo a Pastore, a Kluivert, a Santon e, per certi versi anche a Zaniolo, poteva accadere a chiunque, magari pure a Olsen.
Nzonzi se n’è andato, quasi per la disperazione (di quasi tutti), gli altri, a parte Kluivert, sono stati sul piede d’addio per tutta l’estate. Oggi, finalmente, vediamo in campo la risultanza del mercato della passata stagione. Non si vuole santificare l’operato di Monchi, ma almeno possiamo dire che se le cose fossero andate subito come dovevano andare, oggi leggeremmo un’altra storia. Ma pace.
I ragazzi di Ramòn se li gode Fonseca, o forse (ma anche senza il forse) è grazie al tecnico portoghese che gente come Pastore e Kluivert appare rigenerata, allo stesso modo Santon, che a Udine, ad esempio, ha scavalcato l’acciaccato Spinazzola e capitan Florenzi, che in questo periodo fatica a farsi apprezzare (per un ruolo da titolare) dall’allenatore. Perché Zaniolo merita un discorso a parte? Perché lui è andato bene pure lo scorso anno, proprio quando nessuno se lo aspettava. Ma poi, sia nell’ultima parte della gestione Di Francesco, ma soprattutto in quella firmata Ranieri, Nicolò è finito quasi nell’oblio.
NICOLÒ A PARTE – Le voci di mercato estive, le varie pressioni lo avevamo messo al centro di un caso nazionale, tanto da scomodare le prese si posizioni (ovvie) del ct Mancini e quelle (un po’ più forzate) di Capello. Oggi Zaniolo è Zaniolo, parte integrante al cento per cento della Roma. Un ragazzo finito al centro della testa di Fonseca, che gli ha affidato un ruolo fisso, e ne sta traendo benefici, parlano per lui i tre gol consecutivi e una serie di prestazioni all’altezza del suo talento, che oggi viene esibito con più continuità. E’ chiaro a tutti che l’elemento che salta più agli occhi sia Pastore.
Sulle sue doti tecniche mai nessuno aveva obiettato, semmai il problema era il rendimento (nullo) in proporzione alle spesa ( 24 milioni al Psg) e all’ingaggio (intorno ai 4,5 netti a stagione). L’argentino nell’ultimo mese ha scalato posizioni, gli è accaduto ciò che ha subito lo scorso anno, quando Pellegrini ha sfruttato le sue defaillance per ritagliarsi un ruolo da titolare. Oggi, Javier sostituisce l’infortunato Pellegrini. Nelle prime dieci giornate del passato campionato, il Flaco aveva sette presenze e due gol (di tacco) e un assist, ma nessuno le cambierebbe con le sei e zero gol (più un assist) di oggi.
E’ una questione di qualità, non di numeri. Kluivert pure è tutt’altro calciatore, vicino alle aspettative di tutti e di chi lo aveva acquistato. A Udine ha mostrato non solo il talento, ma il suo essere un calciatore vero, sempre dentro la partita, fino a deciderla con un gol. Qualità e numeri per Justin: lo scorso anno, su dieci partite di campionato, cinque presenze (un assist), quest’anno otto (due gol e un assist). Sarà felice anche Monchi, almeno.
(Il Messaggero, A. Angeloni)
Ora,io non sono un “esperto di calcio”
(anche perché la Categoria me pare già affollata)
ma è evidente a tutti che il Calciomercato è sempre postumo.
i Calciatori non sono ciliegie, che vanno a male entro una settimana.
Voglio dire,se Under e Kluivert
(come è probabile) diventeranno dei grandi giocatori,cosa si dirà del “incompetente” Monchi?
E che ne sappiamo di cosa ne sarà del 19enne Bianda?
C’è ne sono stati di grandi calciatori fioriti a 23/24 anni….
. .ma un ds accorto non acquista ad alto prezzo ed ingaggio una serie completa di ….giocatori postumi facendo crollare la Roma per un intero campionato con risvolti economici anche…postumi il tutto associatoalla contemporanea vendita dei giocatori…attuali. E se non fosse arrivato un allenatore che sembra un ottimo motivatore naturalmente non di sua scelta? Per me monchi è stato una jattura
Infatti.
La spiegazione che mi do è che vi sia un rendimento “oggettivo” dei giocatori, ossia un bagaglio di capacità individuali, e un rendimento “soggettivo”, legato all’allenatore che li gestisce.
Fonseca si sta facendo apprezzare anche perché riesce a valorizzare elementi che lo scorso anno non hanno reso quanto ci si aspettava, oltreché per la capacità di trovare soluzioni adattando i giocatori secondo le loro caratteristiche: Mancini è il caso più eclatante.
Non è questione del valore di questi giocatori in se’. Nessuno può discutere sul valore tecnico di pastore o Under ma il fatto è che monchi comprava i giocatori fregandosene dell’allenatore come si è visto anche quando ha preso schick. Poi se non ci fosse Fonseca probabilmente staremmo ancora a dire che questi giocatori sono pippe
Il giornalista in questione tocca inconsapevolmente un fatto cruciale: l’incompetenza della sua categoria. Anche ad un occhio poco esperto non sarà sfuggito che i motivi del fallimento della scorsa stagione non erano riconducibile all’incompetenza di Monchi ma alle ansie dei baciatori di maglie. Ora la Roma, scremata degli spaccaspogliatoi e dei pascolatori di campo, viaggia a vele spiegate. Per radio lo scorso anno e all’inizio di questo ho avuto diverse occasioni dialettiche con l’esperto in questione ribadendogli le mie convinzioni (lapalissiane) ma ho sempre avuto risposte diametralmente opposte alle mie e quando ad inizio anno dissi di non cedere Nzonzi si fecero via etere delle grasse risate. Ora…..
Ma quanto dovrà essere grosso questo carro per contenerli tutti?
Come al solito, un po’ d’equilibrio non guasta mai.
La Roma dell’anno scorso, tecnicamente, avrebbe dovuto arrivare quarta in scioltezza e infatti c’eravamo quasi nonostante un gioco di squadra mai sbocciato e alcuni episodi simili a quelli che ci stanno ancora capitando.
Qui oggi il nome di Monchi è sinonimo di sciagura e non voglio negarne le toppate (che comunque le prendono un po’ tutti), ma siamo sicuri che il suo lavoro alla lunga sarà ricordato come negativo? Io credo di no, e lo spero soprattutto per la nostra Roma!!!
Monchi è stato disastroso, cercare di riabilitarlo è un’operazione dietrologica assai ardita.
Nella sua gestione siamo passati dall’essere una delle prime 3 forze del campionato alla zona EL.
Dal mio punto di vista i suoi errori non sono stati certo i giovani presi. Per loro si sa bisogna sempre attendere.
Per questo non gli ho mai imputato gli acquisti discutibili di Schick, Bianda e compagnia ma piuttosto certe scelte strategiche.
Gli errori sono stati tantissimi e Romano 1 li sa sviscerare meglio di me.
Il podio:
1) voler vendere Dzeko a gennaio
2) Pastore, non per il giocatore in se stesso, ma per averlo preso ad 1 anno dalla scadenza pagando follie per cartellino e facendo contratto lungo
3) cessioni spesso mal fatte
4) Defrel ?????????
5) topiche Mahrez e Malcom
………..
Quello che al tifoso non vuole entrare in testa è che nel calcio come nella vita le cose possono andare bene o male per un inezia, basta un evento storto o sano che il corso della storia può cambiare, figuriamoci per una semplice partita, per un piccolo uomo, calciatore, postino, ragiooniere, industriale che sia. Certo se sei miliardario è più facile che vinci, più facile che ti vada bene, più facile però non significa sicuramente …una folata di vento e un tronco ti cade in testa e …gorno ? No, notte !
No, questo no. Non si può sostenere che anche Monchi avesse ragione. È come essere grati ad uno che ti indica un binario a caso per aspettare il tuo treno: magari dopo due giorni passa veramente, ma te hai perso l’appuntamento. Io non sono tra quelli che affibbia etichette ai giocatori come fossero figurine, perché so che possono rendere in maniera differente – pure entro certi limiti – in base ad allenatore, compagni e gioco. Non è un’analogia perfetta, ma è un po’ come negli scacchi: non si vince in base alle pedine, si vince in base alla strategia. E Monchi l’ha toppata alla grande dando all’allenatore giocatori inconciliabili. Semmai, doppio merito di Petrachi e Fonseca per aver rivisto la strategia e risolto i problemi di gioco con le pedine, seppur valide, che già avevano, e l’inserimento cauto di giocatori chiave.