Alberto De Rossi, storico allenatore della Roma Primavera e attuale Responsabile dello sviluppo e della formazione degli allenatori delle squadre nazionali, ha rilasciato un’intervista a Tuttomercatoweb e ha fatto una panoramica sul mondo del settore giovanile giallorosso. Ecco le sue dichiarazioni.
È stato diciannove anni alla guida di una formazione, cosa ormai rara nel calcio moderno: cosa significano per Lei?
“Non solo. Si tratta del settore giovanile della tua città, della squadra per cui tifi, aggiungerei questa parte emotiva perché è forte. La prima parola che mi viene in mente è: ‘orgoglio’. Poi c’è la soddisfazione. Ho avuto l’enorme fortuna di partecipare attivamente alla vita del club, alla crescita di tantissimi ragazzi. Per me l’appartenenza è un concetto importante, che cerco di trasmettere e incentivare. La nostra volontà è sempre quella di partire dal nostro territorio, da Roma, dai ragazzi che vogliono diventare calciatori della Roma. Dobbiamo essere presenti sul territorio, mi piace che la maglia della Roma sia un sogno per i giovanissimi”. […]
A proposito di giovani e cambiamenti, anche in Italia si vedono formazioni Under 23. Per come è sviluppato il progetto, può essere funzionale nel nostro paese?
“In generale, qualcosa bisogna fare. La criticità maggiore per i ragazzi è il passaggio dalle giovanili alle prime squadre, dall’essere giovane all’essere adulto. Come AS Roma, stiamo valutando la creazione della formazione Under 23, vediamo che le altre società hanno ottenuto vantaggi. Ne stiamo parlando, vedremo come andrà avanti il progetto, è in discussione. Io però aggiungerei due aspetti strettamente personali inerenti al tema: come sistema calcio dovremmo dare un contributo per le seconde squadre e rivedere la questione Primavera. Non sono d’accordo sulla riforma attuata. Alzare l’età del campionato non è funzionale. E lo dico con cognizione, il campionato Primavera è stato la mia vita”.
I giovani italiani effettivamente faticano. E si attinge sempre di più agli stranieri…
“I ragazzi che vengono da campionati stranieri sono più pronti, non necessariamente più bravi, perché giocano prima, hanno avuto esperienze negative con gli adulti e ne hanno fatto tesoro. L’Italia è indietro in questo, lo vediamo. Prima non era così, basti ricordare il famoso mondiale del 1982, quello di Bruno Conti. Nel passato si lavorava sulla tecnica individuale, per la crescita dell’individuo, poi abbiamo visto e ammirato l’Olanda, l’Ajax, il Barcellona, tante realtà che si mettevano in mostra. Abbiamo perso un po’ della nostra cultura, avevamo una preparazione di base formidabile, ora paradossalmente la stiamo rincorrendo di nuovo, un cerchio che si chiude. La preparazione tecnica è fondamentale e l’abbiamo persa, passando alla tattica, al fisico, tralasciando la cosa più importante, che per me rimane la tecnica. Alla Roma pensiamo a un percorso diverso per i ragazzi: nel settore giovanile giocano sotto età e partono per fare esperienza fuori appena c’è la possibilità, così da essere più pronti ed esperti al loro ritorno. Pensiamo sia importante per la loro crescita e anche per il club”.
LEGGI ANCHE – Pellegrini, il derby non basta: a gennaio sarà addio
Si parlava prima di struttura fisica: i ragazzi sono sempre più strutturati, passano molto tempo in palestra, magari a discapito di un palleggio in più. Per lei è un fattore positivo?
“Togliere troppe ore al campo non mi piace. Noi siamo attenti a tutto qui alla Roma, dalla palestra alla dieta. La preparazione fisica è importante, ma l’aspetto tecnico rimane fondamentale, devi saper dominare la palla. Sembra banale ma siamo convinti che questa sia la strada giusta”.
Tornare a lavorare sulla tecnica per lei è possibile?
“Noi alla Roma non abbiamo mai smesso di farlo e penso che anche in altre realtà d’Italia stiano capendo la centralità dell’aspetto tecnico. Ho visto Italia-Inghilterra Under 15, a esempio, e la nostra fisicità era inferiore. La domanda è: ‘come fai a giocare con un ragazzo più alto e strutturato fisicamente?’. Con la tecnica”.
C’è un calciatore, passata dalle vostre giovanili, che pensava potesse fare una carriera diversa?
“Non vorrei pressarlo tanto, ma l’ho già detto: Alessio Riccardi, ora al Latina. È ancora in tempo ovviamente. Giocava da protagonista con me, tre anni sotto età. Non lo vedevo solo io il talento di quel ragazzo, poi forse s’è inceppato qualcosa, soprattutto in se stesso. A un certo punto è stato utilizzato in varie formazioni, sono arrivate le richieste da fuori, cifre astronomiche, un ingaggio molto alto, forse tutto ciò ha alzato troppo la pressione sul ragazzo, che poi si è fermato nella crescita”. […]
Un altro tema importante, si lega anche alle strutture, soprattutto per il settore giovanile.
“Le strutture sono fondamentali. Su questo aspetto c’è poca cultura in Italia, è il problema più grande che abbiamo. Spesso mancano proprio gli spazi per giocare e allenarsi. Come fai a far allenare quattro squadre in un solo campo? Noi abbiamo 8 campi, non tutti hanno il privilegio di poter lavorare in queste condizioni in Italia. Ci sono stati investimenti importanti da parte della proprietà. Negli Stati Uniti le strutture sono fondamentali, la mentalità statunitense è diversa da quella italiana e grazie a questa mentalità la famiglia Friedkin ha investito tanto per migliorare Trigoria, per farci crescere. Il nostro centro sportivo è all’avanguardia e ci permette di lavorare nelle migliori condizioni. Abbiamo anche un liceo dentro Trigoria: per noi la formazione dell’essere umano è al primo posto. Non tutti i nostri giovani arrivano a essere professionisti, bisogna dare ai ragazzi gli strumenti necessari per affrontare la vita, è un aspetto fondamentale nella crescita”.
Si parla di crescita anche umana: sotto questo aspetto, quale peso ha l’allenatore?
“Gli allenatori, come me, devono fare quello che richiede la proprietà: formare calciatori per la prima squadra. Tutti sono importanti: il magazziniere, l’ufficio stampa, i segretari, tutti. Ma l’allenatore deve essere prima di tutto un istruttore. Alla Roma la classifica delle nostre squadre giovanili la guardiamo a tre partite dalla fine del campionato. Ci interessa migliorare partita dopo partita, concentrandoci su ogni singolo ragazzo”.
A proposito di figure di rilievo. Quale è il rapporto con due romanisti come Lei, Claudio Ranieri e Bruno Conti?
“Con Claudio c’è un ottimo rapporto, iniziato come uno splendido rapporto professionale. Ho lavorato insieme a lui e mi ha agevolato tantissimo nel mio lavoro. È importante per un allenatore Primavera avere il profilo giusto in prima squadra, se ti dà i giusti consigli, le giuste aperture, è più semplice. Poi, con il tempo, è maturato anche uno splendido rapporto umano. Su Bruno…che altro posso dire? Mi ha scelto lui alla Roma, mi ha dato i giusti consigli, poi insieme siamo arrivati fin qui, è una sorta di secondo fratello per me, davvero non saprei descriverlo in altro modo”.
Parlava di rapporto tra allenatore Primavera e quello della prima squadra. La scelta di Gasperini si inserisce anche in quest’ottica, considerando che per voi i giovani sono fondamentali, e il tecnico ha svolto un eccellente lavoro nella valorizzazione dei giovani dell’Atalanta, non ultimo con l’U23?
“Gasperini rappresenta una garanzia per il nostro settore giovanile, nella sua carriera ha fatto esordire tanti giocatori dal vivaio. Forse la considererete una risposta facile, ma è la verità, guardiamo i dati, i calciatori che ha fatto crescere e migliorare: per noi è un’autentica garanzia. Non servono le mie parole su di lui, è sotto gli occhi di tutti il suo lavoro”.
Fonte: Tuttomercatoweb.com

Sarebbe ora…
Un altro che nun conta nulla e nun ce capisce na mazza de calcio che sta a di che la società ha nvestito molto per ASR. Ma nun legge qui dentro?
Tutto vero, tutto giusto, ma serve anche una riforma normativa: così come siamo messi, le squadre professionistiche rischiano sempre di perdere a zero i giovani calciatori al momento del passaggio al professionismo (ricordate ad esempio Scamacca, che andò a giocare in Olanda? O mille altri, anche in altre società..). E’ evidente che scema l’interesse ad investire.
Non sarebbe male, poi, se le grandi società imparassero come comportarsi con le società dilettantistiche. Poche migliaia di euro come premio di formazione consentono a piccole realtà di sopravvivere. Cercare di portar via i ragazzi senza pagare è una cosa che non si può proprio sentire.
L’unica società seria da questo punto di vista sembra essere l’Inter e, da romanista, mi dispiace.
questo è l’unico modo per testare e per valorizzare i giovani.
Più che altro è vero che è un investimento, ma valorizzi i tuoi ragazzi e puoi fare le famose plusvalenze che servono per tirare avanti, visto che gli stadi non li costruiscono… e non per colpa delle società.
Credo che sia importante dare un’anima romana e romanista alla squadra, si chiama identità. Il calcio ormai è un’azienda, che funziona diversamente, perché i suoi clienti non si comprano al call center, ma sono i tifosi.
Nord… neanche meriti risposta.
@Stardust e @Ricky68 pienamente d’accordo
Se la stanno prendendo comoda a decide, me raccomanno, fate con calma, aspettiamo altri sei o sette lustri…
Sarà contenta mia moglie che così oltre a beccarsi la Roma tutte le domeniche se becca pure la U23….😂😂😂😂😂
era ora, u23 urgentemente please…
Che lo pensi un professionista capace come Alberto De Rossi non mi sorprende, ma l’importante è che pure i Friedkin arrivino a comprendere la necessità di creare un’Under 23.
Mò magari sto a scrive na cassata, ma se potrebbe pure acquista n’club minore, tipo er Roma City, portallo in serie C o serie B e fallo diventà n’satellite dove parcheggià giovani e indesiderati de basso livello, oppure pe utilizzàcce li slot extracomunitari…
forse a livello economico sarebbe la stessa cosa , costerebbe lo stesso
guarda che il figlio avrebbe potuto proporre la stessa cosa con il suo Ostiamare…io sono sicuro che Friedkin avrebbe detto di sì e che ci avrebbe pure messo i soldi.. ma è un’opinione personale..
In ogni caso condivido il tuo pensiero.
Nico il vantaggio di un’Under 23 sta nel fatto che il club è lo stesso della prima squadra, quindi questo consente margini di manovra molto più ampi rispetto ad un club satellite.
Poi considera che un certo passaggio di giocatori tra Under 23 e prima squadra e viceversa, anche se regolamentato, è comunque consentito durante la stagione e questo ti consente di avere potenzialmente rose più ampie e la possibilità di far recuperare il ritmo partita a giocatori convalescenti della prima squadra in un campionato più probante della Primavera.
Ma soprattutto è diversa la filosofia di un club Under 23. Un club satellite deve tener conto delle aspettative di un territorio o di una Città (la classifica, i derby con altre squadre, la promozione ….) mentre un club Under 23 ha la sola finalità di far crescere i giovani senza curarsi troppo della classifica finale.
alla fine possiamo dire che sia Nico che Vegemite hanno ragione 🙂
aver una ROMA U23 non è incompatibile con una squadra satellite, anzi!
Ho scritto er Roma City proprio perché nun c’ha na tifoseria, nessun bacino de utenza e aspettative. Sì vale er discorso che essendo dello stesso club pòi spostà giocatori da l’U23 in prima squadra, ma de certo nun è che ce pòi mannà Bayley a recuperà da l’infortuni perché er foriquota deve avè meno de 50 presenze in massima serie. Eppoi chi becca ingaggi milionari nun scenderà mai de categoria. Pijando sempre l’esempio der RmCity, pure li, se te riesce de portallo in B, nun è che ce manni Hermoso perché nun trova squadra. Li ce potresti posteggià giusto un Bardanzi che nun decolla o un Ghilardi che floppa…
@@@ Papi Chulo
Qual è il senso di ampliare le possibilità di giocare per i propri ragazzi? Fargli fare esperienza ma anche metterli in mostra.
Praticamente, tranne che per elementi poco qualitativi, si potrebbe trasferire ogni anno una parte della Primavera nell’Under 23.
I club satelliti li vedo utili non tanto nei campionati italiani ma in altre nazioni dove i nostri ragazzi potrebbero maturare facendo anche esperienze lontano dalla comfort zone familiare. Oltre al fatto che sarebbero altre vetrine per mettersi in mostra agli occhi di possibili acquirenti. Perché alla fine è vero che l’Under serve come cuscinetto per giungere al professionismo di serie A e B senza contraccolpi, ma serve soprattutto per coltivare i campioncini per la prima squadra e per autofinanziarsi.
Mah, non lo so…
Così di primo acchito mi vien da dire che sono due società diverse, con due gestioni diverse..
Mentre una under 23 è la stessa società e se hai bisogno oppure qualcuno merita, può essere promosso in prima squadra durante la stagione.
Caso diverso con una società satellite, dovresti rispettare le aperture del mercato…
Non so se sia la verità, ho risposto secondo logica..
FINALMENTEEE!!
quando si è venuta a creare la possibilità di fare le squadre B, noi eravamo campioni d’Italia in praticamente tutte le categorie giovanili, in serie A si contavano una trentina di giocatori cresciuti a Trigoria e io davo per scontato fossimo i primi a capire che con il nostro storico e immenso bacino sforna talenti, da questo sistema avremmo ricevuto benefici enormi…. invece mentre buttavamo circa 90-100 milioni per i soli cartellini e gli stipendi di due ex giocatori come nzonzi e pastore, non abbiamo trovato una trentina di milioni per iniziare il progetto u23, roba che bastava che tiravi fuori 3-4 giocatori di bassa/media qualità e che invece di regalarli (come fatto con decine in questi anni) li facevi valutare in u23, e già si era strapagata…. ed ecco invece che abbiamo avuto 7 anni di mancate plusvalenze, di errori di valutazioni, e di ragazzi o regalati o non rinnovati perché non sapevi dove metterli a giocare, e ovviamente tutto in concomitanza con il gentlemen agreement con l’UEFA!
Purtroppo la nostra lacuna più grande, da tanti anni a questa parte, non sono stati allenatori o giocatori, ma dirigenti di qualità!
I vantaggi ci sono e molteplici. La rubentus l’ha però utilizzata, e molto, come bancomat. Spero che si sbrighino e che non la creino con lo stesso scopo.
Ancora state aspettando? Anche club Roma satellite potrebbe avere valenza simile.
dajeeeee
È più di un anno che lo vado dicendo speriamo bene già avere U 23 il prossimo anno sarebbe un ottimo risultato per tutti, sia per la formazione dei ragazzi che per avere un altro tipo di entrate , e migliorare La Rosa della prima squadra
azz… se andiamo avanti di sto passo la faremo per over 50…. ci voleva tanto?
abbiamo un enorme serbatoio di giovani inoltre investiamo in molti giovani stranieri (che troppo spesso non sappiamo gestire e a costo di un milione di plus li svendiao) ma che aspettiamo??
una volta la prima cosa che guardavano in un allievo ( c’erano gli allievi ) era la capacità di stoppare il pallone e il dribbling , poi veniva il resto ; ma se non sapevi stoppare il pallone la tua carriera era finita ; adesso si guarda quanto sei alto , quanto sei robusto e quanto corri , dove non importa
Sarebbe cosa giusta! Non capisco perché’ di e’ perso troppo tempo e perso dei ragazzi che meritavano di essere valutati attentamente! Bisogna farlo subito il prossimo anno! Solo cosi’ si potrà’ a pensare in grande economicamente e tecnicamente! In altre squadre estere così funziona e ne vediamo i risultati! Poi non lamentiamoci se saltiamo i mondiali per due volte e rischiamo la terza volta! Questo sistema e’ una ricchezza e risorsa per la Roma in questo caso e lo può’ essere anche per la nazionale! Gente come Arena, Paratici e altri ancora, se stavano in squadre estere già erano titolari, Barcellona insegna! C’ero, non tutti saranno potenziali campioni ma se non li tastiamo come si fa a dirlo?
sono usciti Soule’ e Yildiz dalla next gen Juve
Non solo! Ricordiamoci quello che abbiamo avuto per sei mesi, Un certo Savona che ora e’ in Inghilterra se non sbaglio e qualcun altro! Quanto hanno incassato?
ma a 20 anni in Europa hanno già giocato e vinto trofei fatto finali di Champions qui dobbiamo trattarli come bambocci
È qualcosa che la Roma deve fare, soprattutto se sul mercato non potrà spendere come i top club anche nei prossimi anni.
NO alle squadre B
ce l’hanno real madrid , barça , bayern , borussia , qualche top club inglese , oltre a atalanta , juve , milan e inter ; ma sono tutti fessi , non sono mica furbi come alla roma …
finalmente una voce fuori dal coro…
bravo, Mario, quoto e rilancio: NO AL CALCIO MODERNO
Io mi sono sempre chiesto perché non solo la Roma, ma tutte le squadre non facciano le under 23…vedi la juventus ed è evidente che sembrano esserci solo vantaggi. Ma credo che la cosa sia evidente anche a tutti i dirigenti delle squadre eppure le under 23 attualmente sono pochissime. Vorrei sapere perché. La risposta non può essere “perché sono incompetenti, perchè sono incapaci”, perché non posso credere che dei professionisti super pagati siano così miopi. Non ci sono gli stadi dove far giocare le under 23 in serie C? I costi comunque sono troppo alti all’inizio e non è detto che ti vada bene come alla juventus? Serve una struttura parallela di scout e tecnici che non ti puoi permettere? Servono investimenti continui per trovare talenti?
Per poter iscrivere una Under 23 contemporaneamente deve fallire una squadra di C altrimenti non si crea posto.
Torino e Fiorentina sono ancora in attesa, ma se la Roma decidesse di fare una squadra B per la prossima stagione, in base ad una serie di parametri (bacino d’utenza?) potrebbe avere la precedenza.
Ancora che ci pensate? e muovetevi, daje!
per quanto riguarda la Nazionale…. idee giuste e condivisibili ma la politica è n artra cosa….
devono esserci norme federali in tal senso senno nn serve a nulla
Vorrei rispondere al …signor NORDGIALLOROSSO che “elegantemente” definisce uno dei più grandi allenatori di giovani in Italia, Alberto De Rossi, ” Un altro che nun conta nulla e nun ce capisce na mazza de calcio ” : vorrei solo dirti VERGOGNATI !!! sei un poveraccio che non sa nè quello che dice nè quello che pensa!!
Un’altro contro i Friedkin è?? chi ti paga??? spero d’incontrarti per Roma……
Se lo incontri, fatti spiegare il concetto di ironia.
Ostiamare in serie C società satellite della asRoma, con DDR allenatore ( tanto non credo possa ambire ad altri palcoscenici ) facciamo crescere i nostri giovani ! non sarebbe male!!
ma perché è una vergogna la “roma U23” ?
non è colpa nostra se un Yildiz è più forte di un Politano. Si vede quando un giocatore ha qualcosa di diverso dagli altri, lo stesso Soule’, che lo vedi che gestisce il pallone in modo diverso dagli altri, ad esempio negli stop o nel tocco
oer ora è più forte politano , basta confrontare i due palmares ; poi si vedrà
Che parole meravigliose Alberto!!!
Mi fai sentire sempre più fiero di essere romanista!!!
Abbiamo tutto ciò che serve per decollare.
Avanti Roma.
FORZA ROMA
Ho un sogno : gli altri fanno la under 23 ,viene promossa dalla c alla b, contemporaneamente la prima squadra retrocede : si troverebbero entrambe in serie b .Naturalmente ci potrebbe stare solo una : pensate che bello : lazio b in serie b !!! Il massimo!!!
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.