Effetto Fonseca: unione spettacolo e voglia di stupire. E’ tornata la Roma

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA – Cento giorni fa, dominava il nero. Francesco Totti diceva addio alla Roma sbattendo la porta e – dopo il divorzio assai poco consensuale con Daniele De Rossi – per la Roma sembrava l’inizio della fine. Cento giorni dopo, le sensazioni sono totalmente capovolte e il giallorosso pare il più brillante degli ultimi tempi.

Una rivoluzione – innanzitutto culturale – che vede come “front man” Paulo Fonseca, ma dietro le quinte il lavoro di tutto un gruppo dirigenziale, che al momento sembra aver fatto tornare il sorriso anche al presidente Pallotta, pronto il prossimo mese a riaffacciarsi nella Capitale dopo un anno e mezzo, visto che domani per il nuovo stadio di Tor di Valle ci sarà un summit in Comune forse decisivo.

A dimostrarlo, in fondo, è anche la cena in un locale del centro che ieri la squadra ha voluto fare, in compagnia di moglie e fidanzate. Un segnale che quel “fare gruppo” di cui si parla sempre, a Trigoria si sta materializzando.

La salita alternata dei terzini, lo spostamento di Pellegrini a trequartista, l’inserimento di Veretout, un miglior posizionamento dei centrocampisti senza palla: questo è altro è uscito fuori dal cilindro dell’allenatore portoghese, oltre al varo di un turnover importante che sta consentendo alla Roma di avere una condizione fisica straordinaria.

Una delle parole chiave, ormai, è fiducia. Quella che sentono giovani come Kluivert e Pellegrini, e senatori come Kolarov, sempre più decisivo.

(Gazzetta dello Sport, M. Cecchini)

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7 Commenti

  1. Toh!… ma chi l avrebbe mai detto che allontanati alcuni totems dello spogliatoio, con le lore nefaste influenze, si respirasse una nuova aria, eh?!…

  2. Nonostante un profondo affetto e senso di riconoscenza per Totti e anche DDR che hanno cmq onorato e certe volte portato in alto i colori della Roma, devo dire che sono d’accordo sul fatto che serviva un rinnovamento complessivo. In ogni azienda i veterani hanno voce in capitolo e spesso usano la loro militanza per governare in qualche modo. Non è neanche un fatto di egoismo ma piuttosto un fatto naturale. Viene spontaneo. Quindi bene cosi. Direi che c’è li siamo goduti davvero a lungo le ns bandiere.

    • Tutto condivisibile. Ma io direi molto più semplicemente che avevano fatto il loro tempo come calciatori fino al limite possibile concesso da madre natura. E la naturale influenza del veterano si trasforma da utile in perniciosa quando a questa non si accoppia più un contributo proporzionale in termini prettamente calcistici. Totti e DDR vanno ringraziati, onorati e serbati in un angolo di cuore. Ma non erano più idonei per giocare a calcio in una squadra di livello. Senza ombra di dubbio.

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