Il countdown è iniziato e le prossime ore saranno decisive. La Roma si gioca una partita cruciale, non sul campo ma nei conti: entro il 30 giugno dovrà chiudere in positivo il bilancio, centrando l’obiettivo fissato nel Settlement Agreement firmato con la UEFA. La cifra da coprire è chiara, il tempo meno. E in ballo non c’è solo una voce in bilancio, ma il futuro europeo del club.
Cosa succede se l’obiettivo non viene centrato? Stando a quanto scrive oggi Il Messaggero, l’ipotesi peggiore, teoricamente possibile ma ritenuta altamente improbabile a Trigoria, è quella dell’esclusione dalle competizioni UEFA. Fonti interne al club, però, fanno trapelare ottimismo: l’esclusione non è all’orizzonte, anche se la guardia resta alta.
Più realistico, invece, lo scenario di una sanzione economica. In passato, in casi simili, l’UEFA ha optato per multe anche salate. Una punizione pesante ma gestibile, che non comprometterebbe la stagione sportiva. L’entità della sanzione economica sarà proporzionale allo scostamento rispetto agli obiettivi fissati: più plusvalenze la Roma riuscirà a generare entro il 30 giugno, più si ridurrà il margine di sforamento e, di conseguenza, anche l’importo della multa.
C’è poi un altro rischio, più subdolo ma molto concreto: restrizioni sulla lista UEFA per l’Europa League. Significherebbe dover limitare il numero di giocatori registrabili o inserire un vincolo tra entrate e uscite – il famigerato “transfer balance”. Una misura che la Roma era riuscita a scrollarsi di dosso nel 2024 grazie ai buoni risultati di bilancio, ma che rischia di riaffacciarsi se non verrà chiuso il cerchio entro il 30.
Per evitare tutto questo, Massara e la dirigenza stanno spingendo forte sulle cessioni strategiche, da Paredes ad Angelino, fino a un’eventuale plusvalenza di lusso con Ndicka. Il tempo stringe, la calcolatrice fuma, ma a Trigoria sono convinti di riuscire a portare a casa il risultato.
Fonte: Il Messaggero