NOTIZIE AS ROMA (Corsport, F. Ufficiale) – Giallorosso chiama giallorossso. Sono due colori che si addicono a Rudi Garcia. O almeno gli danno uno stimolo in più. Sarà un caso, ma le sue migliori partenze sono state quando ha allenato squadre con questi due colori: Le Mans e Roma. Non solo: il tecnico di Nemours le ha centrate al debutto in un campionato nuove per lui. Nove punti in Ligue 1 con il club della città nota per la 24 Ore automobilistica, sei – è vero manca la terza partita, il posticipo a Parma di lunedì 16 settembre, ma si può sempre parlare di punteggio pieno – in serie A con il club del presidente Pallotta! (…)
PARTENZA OK – Nell’estate 2007, dopo le esperienze nei campionati National (l’equivalente della nostra serie C) e Ligue 2, venne chiamato sulla panchina del Le Mans. Tre partite e altrettanti successi. Curiosità: nel Metz che tenne a battesimo l’esordio di Garcia nella massima divisione transalpina giocava un 17-enne bosniaco, il quale però venne spedito in tribuna dall’allenatore De Taddeo. Il suo nome? Miralem Pjanic!
SALUTO – E cinque punti – frutto di una vittoria e due pareggi – raccolse Garcia nell’ultima sua stagione al Lilla, prima di accettare la Roma. Seconda migliore prestazione in Francia. Alla quarta giornata, però, i suoi «Mastini del Nord» si dovettero inchinare al Paris SG di Carlo Ancelotti.
MISTER X – Nell’edizione 2010-11 del campionato, che alla fine si chiuse con la doppietta scudetto-Coppa di Francia, Rudi confermò la tendenza di una partenza diesel, perché il Lilla pareggiò tre incontri su tre con Rennes, PSG e Sochaux. Fino all’8ª giornata mantenne l’imbattibilità, raccogliendo 11 punti (tre successi e altri due pari), per poi cadere a Lione. Tutte da dimenticare, invece, le stagioni «lilloise» 2008-09 e 2009-10 in cui Garcia raccolse un solo punticino. (…)
STRAVOLGIMENTO – Già. L’Europa League, il risultato minimo che la società giallorossa ha chiesto al tecnico francese. Un traguardo per il quale Garcia ha cambiato anche la preparazione, forzando le sue idee che da sempre prevedevano un avvio «soft» per poi chiudere in crescendo. Una sorta di «contrordine compagni». Per la Roma e per i suoi tifosi.