AS ROMA NEWS (Giallorossi.net) – Il tecnico della Roma Rudi Garcia ha ricevuto questo pomeriggio il premio ‘Etica nello Sport‘, consegnatogli presso la facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata. L’allenatore francese ha rilasciato a margine dell’evento alcune dichiarazioni: “Preferisco fare con voi domande e risposte più che dire qualcosa. Io arrivo dalla Francia e sono in Italia da 17 mesi. In Italia come in Francia il momento è particolare nella vita, anche se la vita è difficle per i giovani, il futuro siete voi ragazzi. Il futuro potete farlo voi: potete prendervi cura del vostro mondo. Mi auguro che il futuro sarà molto bello, grazie a voi”.
Alcuni studenti hanno poi rivolto delle domande a Garcia, la prima sul duello Juve-Roma e della tanto contestata partita di Torino: “Roma-Juve? Ho totalmente fiducia nei miei ragazzi. Anche con questi episodi contrari, dobbiamo essere sicuri che questa squadra darà sempre il meglio. Vinca il migliore? Allora vinciamo noi, siamo i più forti”.
Quanto è difficile per lei trasmettere l’etica?
L’avversario rimane l’avversario ma dobbiamo rispettarlo. Ha gli stessi nostri parametri, dobbiamo usare fair play. Non è sempre facile: anche se il calcio è solo un gioco ci sono tanti parametri anche economici e c’è pressione. C’è una copertura mediatica importante che amplifica tutto. Bisogna sempre prendere tempo per avere la testa fredda e sempre tenere fermi i nervi. Su questa cosa dipende sempre dalla qualità della gente. Se la gente è di qualità le cose vanno bene. Io ho la fortuna di avere una squadra intorno a me, tutti gli allenatori e giocatori, che prima di essere buoni giocatori sono buoni uomini. Possiamo andare avanti nel rispetto dell’avversario.
Ha mai avuto un capitano come Totti?
Il problema è che quando parliamo del capitano è che è difficile non dire cose banali: lui è fantastico, il giocatore che ha voglia di giocare tutta la partita (ride, ndr) e anche l’uomo. È di una grande umiltà che pensa sempre alla squadra. Ho trovato in Checco non solo un grande campione ma un uomo all’altezza del campione. Lui lo sa, è una delle prime cose che gli ho detto, mi piacerebbe vincere con il capitano.
E’ laureato in scienze motorie. Ha qualche consiglio da dare?
Ho un percorso partivolare, sono uscito di casa a 17 anni e sono andato a giocare a calcio al nord della Francia dove fa freddo e piove ma la gente ha cuore aperto. All’inizio ho provato a studiare e fare il professionista ma era difficile. Poi quando mi sono fermato per infortunio, a 29 anni, mi sono laureato in scienze motorie. È stato un momento importante, facevo tanto cose: commentatore, allenatore ad un bassissimo livello e questa cosa di rimettermi a studiare mi ha dato l’opportunità di essere più forte anche nel mio ruolo di adesso. So qual è il loro lavoro, le loro preoccupazioni e penso di essere in grado di capire.
Nella mia squadra di calcetto ho il portiere senza due gambe e l’attaccante senza gamba. Eppure loro preoccupazione è legata ai risultati della Roma…
Queste cose io le ammiro: è una lezione di vita. Mentalmente essere abbastanza forte per fare cose con handicap, mi stupisce e ammiro questa cosa. Sui risultati della Roma: bisogna avere fiducia su questa squadra. Per nessuna squadra la stagione è un fiume tranquillo, dobbiamo essere sempre convinti di quello che facciamo. Semrpe misuriamo la qualità del gruppo nei momenti difficili, e io sono tranquillissimo del mio gruppo.
Ha sempre creato un rapporto solido con i giocatori. Qual è il suo segreto?
Nessuno, questa domanda dovete farla ai giocatori. Io non posso allenare dei giocatori senza amarli. Io amo la mia squadra, la Roma. Ogni giocatore è particolare. Io sono la guida, bisogna mettere autorità ma sempre parlando e capendo quali possono essere le loro reazioni. Un vantaggio è che ho giocato e adesso penso ancora come un calciatore. Per questo quando vogliono fregarmi non ci riescono.
Il calcio femminile?
E’ una cosa fondamentale, io penso che per ogni società professionistica dovrebbe esserci l’obbligo di avere una squadra femminile. È un calcio in via di sviluppo. A me piace perché penso che più ci saranno donne nelle tribune e meno problemi avremo. Dolcezza che può portarci tanto, gli uomini tra di loro cambiano un po’.
La distanza del calcio italiano con le altre nazioni?
Abbiamo tutti la stessa passione, tifare una squadra è bellissimo, ancor di più se è la Roma. Andare allo stadio deve essere una festa e sulle tribune dico di seguire l’Inghilterra. Ma allo stadio ci si deve arrivare anche comodamente. Dobbiamo avere stadi nuovi in Italia e il calcio tedesco è l’esempio. Tra due anni, penso, avremo un nuovo stadio e questo sarà un vantaggio soprattutto per i tifosi della Roma.
Come è cambiata negli anni la preparazione dei giocatori?
Quando ho cominciato lavoravo solo con un vice, adesso in trasferta siamo più noi allenatori dei ragazzi che giocano. E’ però importante, la condizione fisica è oggi importantissima. In futuro ci saranno allenatori divisi per settori del campo. La preparaizone fisica ha fatto strada e altri parametri seguiranno nel futuro.
Quanto ha sofferto andare dalla propria squadra e chiedere di difendersi?
Non è stata una sofferenza, penso che è stato un momento da gestire e lo abbiamo gestito con una riflessione importante. Può succedere un incidente contro una delle migliori squadre europee, dopo era giusto allinearsi. Siamo stati in grado di essere forti sul piano di non perdere fiducia in noi stessi. Stiamo costruendo da 17 mesi una squadra con una identità di gioco ma è importante vedere che possiamo giocare in maniera diversa. È umile capire che ci sono squadre più forti, speriamo in futuro di arrivare a quel livello. La strada sarà lunga ma non si farà in un giorno. In Italia stiamo lottando ma in Europa siamo delle piccole.
Quanto ha sofferto andare dalla propria squadra e chiedere di difendersi?
Non è stata una sofferenza, penso che è stato un momento da gestire e lo abbiamo gestito con una riflessione importante. Può succedere un incidente contro una delle migliori squadre europee, dopo era giusto allinearsi. Siamo stati in grado di essere forti sul piano di non perdere fiducia in noi stessi. Stiamo costruendo da 17 mesi una squadra con una identità di gioco ma è importante vedere che possiamo giocare in maniera diversa. È umile capire che ci sono squadre più forti, speriamo in futuro di arrivare a quel livello. La strada sarà lunga ma non si farà in un giorno. In Italia stiamo lottando ma in Europa siamo delle piccole.

