Gervinho, il segreto (ma non la sopresa) della Roma dei record

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AS ROMA NEWS (CORRIERE.IT) – Forse è perché è costato «solo» 8 milioni. O forse è perché i suoi numeri all’Arsenal (11 gol nelle 63 partite giocate nelle ultime due stagioni) hanno fregato molti osservatori. Con Rudi Garcia al Lille, infatti, Gervais Yao Kouassi – a tutti noto come Gervinho – di gol ne ha segnati 36 in 93 partite, dimostrandosi più che decisivo nell’annata d’oro 2011 che diede al club francese campionato e Coppa di Francia.

LAUREA – Perciò, quando l’ivoriano è arrivato in giallorosso dopo la cessione al Tottenham di Eric Lamela (di 5 anni più giovane e valutato 30 milioni più 5 di bonus), i critici della proprietà italoamericana della Roma hanno gridato all’ennesimo errore di mercato. Sottovalutando un aspetto fondamentale: Gervinho avrà anche segnato poco, all’Arsenal. Ma lavorare due anni con un allenatore come Arsène Wenger è come avere in curriculum una laurea alla Harvard del calcio. In altri termini, vuol dire acquisire una serie di conoscenze tecnico-tattiche, una consapevolezza del proprio ruolo in campo e una duttilità nel gioco che solo l’élite del calcio mondiale può vantare.

DIFFERENZA – Perciò, non è tanto ai 3 gol segnati da Gervinho in 6 partite nella Roma che bisogna guardare, quanto ai suoi movimenti complessivi e alla sua (non casuale) facilità d’inserimento nella sinistra della linea offensiva della Roma. È stato per esempio il suo ingresso, insieme a quello di Totti, a cambiare la partita della Roma a Marassi contro la Sampdoria. Perché Gervinho è uno di quei calciatori che fa la differenza, soprattutto nel calcio italiano di oggi. Anche se nessuno, tranne la Roma e Rudi Garcia, ci credeva sul serio.

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