Gervinho out dieci giorni: tocca a Ljajic

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AS ROMA NEWS (Repubblica.it, M. Pinci) – La notizia era nell’aria, mancava soltanto la conferma. Ora Rudi Garcia sa che, dopo aver perso Tottidovrà fare a meno anche di Gervinho. Gli esami strumentali hanno evidenziato una lieve lesione del retto femorale della coscia sinistra, nella zona mio tendinea, cioè nell’inserzione tra muscolo e tendine. Almeno una decina di giorni di stop, verosimilmente fino a Roma-Sassuolo, anche se la sosta successiva, a metà novembre, potrebbe consigliare di non accelerare eccessivamente i tempi. Ora toccherà a Ljajic e Borriello, alternative di lusso, in campo domenica uno al fianco dell’altro per meritarsi la maglia di vice Totti fino al rientro del capitano.

LJAJIC: DALLA DELUSIONE DI VENERDÌ ALLA MAGLIA DA TITOLARE – In ogni caso, per Garcia è già tempo di studiare le contromisure a un doppio stop – quello del capitano e dell’ala ivoriana – che priva la prima linea romanista di due titolari su tre. E allora, luci puntate su Borriello e Ljajic, due delle alternative di lusso su cui può contare Garcia. Su tutti il giovane serbo. Tre reti in 193 minuti, più o meno uno ogni ora di gioco. Abbastanza per dimostrare a tutti di non essere una semplice riserva di Gervinho, anzi. Adesso l’occasione epr confermarsi e provare a meritare una magia in pianta stabile, per dimenticare quella panchina che già aveva iniziato a fargli storcere la bocca nelle ultime settimane. Da Firenze era voluto andare via per confrontarsi in un grande club, la Roma capolista e a punteggio pieno non potrebbe offrigli occasione migliore. Soprattutto dopo venerdì, quando aveva trascorso la vigilia convinto di giocare dall’inizio, complici le parole di Garcia in conferenza (“Adem ha trascorso un’ottima settimana”). E per questo aveva preso decisamente male l’esclusione contro il Napoli. Anche una volta entrato aveva fatto fatica a scrollarsi quella delusione di dosso. Ora il campo gli offre una grande chance.

BORRIELLO, DALLA VALIGIA AL CAMPO Stato d’animo opposto per Borriello. Il 2 settembre aveva già fatto le valige per Genova, convinto di tornare in Liguria. Lo stop di Conte al passaggio di Quagliarella alla Roma aveva fermato il turbinio di punte, inchiodandolo nella capitale. lui però, anziché deprimersi, si è messo a disposizione. Epasso dopo passo si è conquistato minuti, sfiorando il gol nel derby (parata miracolosa di Marchetti) per poi partire titolare contro la Samp. Con il Napoli la prima, vera gara in cui è risultato decisivo, procurandosi il penalty che Pjanic ha trasformato nel 2-0 e costato l’espulsione di Cannavaro. Ritmo alto negli allenamenti, disponibilità costante, Garcia lo stima e ne ammira i sacrifici: “Borriello ha un profilo unico in questa rosa. Lui è un goleador, un attaccante d’area di rigore, complementare al nostro gioco”, disse prima di Parma. Lo scorso anno, da protagonista al Genoa, 28 gare e 12 reti, quest’anno aspetta ancora la prima. “Giocare senza centravanti penalizza me ma fa il bene della Roma, e questo è importante”. Da domenica tocca a lui. Per dimostrare di meritare la Roma.

GLI ALTRI: MARQUINHO, TADDEI, CAPRARI, DODÒ – E le alternative? Già, perché se nell’11 titolare Ljajic e Borriello promettono di far dimenticare almeno per qualche settimana Totti e Gervinho, alle loro spalle resta il vuoto o quasi. Marquinho è l’unico altro giocatore provato in quella zona di campo. E a Garcia piace anche Taddei, anche se età e usura sconsigliano l’impiego da ala. E allora chissà che non torni utile anche Caprari, rimasto a Roma quasi per caso, e oggi destinato ad andare almeno in panchina, come possibile alternativa all’amico Florenzi. C’è poi un’altra soluzione possibile, seppure poco gradita al tecnico: lo spostamento di Dodò nel ruolo di ala sinistra: lo ha fatto con Zeman e Andreazzoli, Garcia lo vede come terzino, ma in settimana dovrebbe sperimentare la sua velocità – l’unico, in questo senso, paragonabile forse a Gervinho – per non rinunciare ai contropiede rapidi. Una soluzione estrema, l’ultima freccia all’arco di una Roma prima e a punteggio pieno. Che ha ancora voglia di vincere.

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