I conti sono di nuovo sotto controllo, ma Pallotta dovrà versare

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA – È un po’ il giochino in cui si dilettano i giornali alla fine di ogni mercato. Si tira una riga sotto alla voce soldi (a volte virtuali) spesi, un’altra sotto la voce soldi (a volte virtuali) incassati e si trova un saldo, che magari neanche combacia perfettamente per via delle nuove specificità di ogni “contratto di acquisizione di diritti delle prestazioni sportive”. Così tra pagamenti dilazionati, bonus, diritti di riscatto liberi o condizionati e obblighi spostati nel tempo non si capisce mai effettivamente se le voci di impegno spesa corrispondano a quelle che effettivamente poi una società deve sobbarcarsi.

Nell’ultima campagna acquisti della Roma, ad esempio, il giorno dopo la fine del mercato il nostro Fabrizio Pastore ha sommato per gli acquisti i costi effettivamente spesi a quelli obbligati, tenendo a parte quelli dei riscatti non obbligatori, e per le cessioni i prezzi effettivamente incassati sommati ai due (più o meno) sicuri di riscatto (Sassuolo per Defrel e Granada per Gonalons): le somme danno 117 milioni spesi e 116,8 incassati, per un saldo di -200.000 euro, un’inezia.

Il fatto è però che le tabelle di riferimento per le società calcistiche sono sostanzialmente composte di numeri differenti e semmai si avvicinano al quadro che riportiamo qui sotto (con allegata descrizione specifica) che fa riferimento soprattutto ai costi annuali di un gruppo squadra. Che a un certo punto erano diventati, alla luce dei mancati successi sportivi, insostenibili.

L’obiettivo di Fienga e Petrachi
Per capirlo meglio, proviamo a valutare in quale direzione si sono mossi Ceo (che deve garantire l’equilibrio industriale e quello economico) e Ds (che nell’ambito dei limiti finanziari circoscritti dalla società deve garantire la competitività tecnica) all’inizio della loro avventura, cominciata quasi contemporaneamente peraltro. In estrema sintesi, alla luce della inevitabile contrazione dei ricavi determinata dalla mancata qualificazione alla Champions League, la mission era quella di diminuire il mostruoso costo-squadra di quasi 250 milioni di euro determinato dall’ammortamento annuale dei cartellini dei giocatori sommati agli ingaggi, mediamente peraltro piuttosto lunghi. Per capire il costo di ogni singolo giocatore facciamo l’esempio di Pastore, costato 24 milioni e con un ingaggio di 8 milioni lordi l’anno per quattro anni, con un costo annuale quindi di 14 milioni (24 diviso 4 fa 6+8 d’ingaggio).

Logico che per una società che vive di diritti tv e di trading (non potendo contare al momento su ricchi ricavi da biglietteria e di marketing, vedi articolo a fianco), avere contratti onerosi su giocatori in là con gli anni che peraltro sportivamente rendono poco o per niente è un peso quasi insostenibile. E il problema ulteriore è che giocatori così diventano invendibili. L’obiettivo dunque era ridurre sensibilmente questi costi cambiando almeno il 70% della rosa, visto lo scarso rendimento dello scorso anno, mantenendo ovviamente alta la competitività.

Obiettivo raggiunto? La maggior parte dei commentatori sportivi dicono di sì, con le 32 operazioni chiuse al 2 settembre scorso. Gli analisti finanziari valutano invece i dati pubblicati in alto e se dunque non è stato chiesto all’azionista ulteriore budget da investire e se è stato mantenuto quasi invariato il montante degli ingaggi, un indubbio riconoscimento va dato al fatto che il costo squadra è decisamente ridotto, con un risparmio (plusvalenze comprese) quantificabile in 68 milioni. Poi molti di questi costi risparmiati sono fatti ricadere nel bilancio chiuso al 30 giugno (Manolas e Luca Pellegrini, le due più evidenti plusvalenze), ma la sostanza non cambia. E a chi obietta che molti giocatori sono arrivati “semplicemente” in prestito si può contrapporre la teoria che il prestito secco (operazione compiuta ad esempio con Mkhitaryan, Kalinic, Smalling e Zappacosta) riduce drasticamente il tasso di rischio invendibilità. Ed è stato quindi posto come condizione dalla Roma.

La ricapitalizzazione
Ciò non toglie che come già emerso in queste ore, si dovrà comunque ricorrere ad una sostanziosa ricapitalizzazione del club attraverso l’immissione di denaro fresco direttamente dalle tasche del principale azionista della società, il presidente Pallotta. E sarebbe la terza volta che avviene, in nove anni di gestione. I soldi serviranno a coprire il disavanzo di gestione che verrà evidenziato dal CdA nella prossima chiusura del bilancio della società (allo scorso 30 giugno) nonostante l’evidente beneficio garantito dagli introiti della Champions League, che dovrebbero essere tra i 60 e i 70 milioni (furono 98 la stagione della semifinale di Champions).

Nel prossimo bilancio, però, questa cifra sparirà e verrà sostituita con quella ben più ridotta per la partecipazione all’Europa League che può arrivare a garantire una ventina di milioni alla squadra vincitrice più i premi derivanti dal market pool (una quota fissa divisi per le partecipanti dei vari paesi) e per i singoli risultati. Considerati gli alti costi del personale (intorno ai 150 milioni tra squadra, staff tecnici, personale e settore giovanile) e dei cosiddetti servizi (spese per consulenze varie durante le trattative di calcio mercato), è inevitabile l‘intervento diretto.

(Il Romanista, D. Lo Monaco)

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41 Commenti

  1. Io sono sempre del parere che se non hai soldi per investire non vinci, puoi dire e fare quello che vuoi… Ma alla fine perdi… Ce poco da fare.. no money? no tituli. , quindi parliamo del nulla cosmico.. E ballotta da focene ne sa qualcosa, potemo parla quanto volemo, ma a fine focenecup

    • Dio… vorrei essere nella mente della Redazione quando carica queste notizie. Immagineranno di già le reazioni degli utenti? Tanto la stessa tiritera… Zi Bah che inneggia alla “Focene Cup”, Amedeo che ci parla di “presciutti freschi e facioli con le cotiche”, Dark Dog che vole annà a vive a Barcellona, Step che vole fa a ‘lingua de ferro” co’ Pallotta, Kawa e il romanismo e gli “AHH” di Gaetano…

      Cioè qui me sembra de vive le atmosfere di “Memento” di Nolan… ogni giorno stessa solfa a mo’ di post anziché di post-it.

      A Zi Bah, un poco di novitànon guasterebbe.

      Ps: me so dimenticato Zenone con la sua “Alleanza filo-gobba”… Vengono signori venghino… the circus is here!!!

    • BORLOTTI e PALLONE

      Beh, un osso di preciutto dentro la pila dei facioli che còce a foco lento ce sta tutto. Poi un bel rosso denso, quasi nero, un culetto di Lariano per la scarpetta (obbligatoria – pena la fustigazione dei commensali) e stasera passi un venerdì da re. Se raddoppi la razione di rosso puoi anche avere le visioni e sognarti la Madonnina di Trigoria con Bruno Conti in braccio a far da bambinello.

      Te pare poco, de ‘sti tempi?

  2. Negli Anni Sessanta il Presidente del Coni,Giulio Onesti,definì i presidenti delle Società di calcio “Ricchi Scemi”…intorno al 2000 il Presidente dell’allora Banca di Roma,Cesare Geronzi,affermò ” solo un pazzo può diventare presidente di una società di calcio”…
    Eppure al giorno d’oggi c’è gente ,il Popolino anti-Roma,che pensa che il presidente Pallotta abbia fatto l’affare della vita ad accollarsi una società succhiatrice di milioni d’euro come la Roma.
    Bisognerebbe solo ringraziarlo,come faccio io ogni santo giorno,altrimenti… Ciao Roma…

    • il problema è il mnondo del calcio che noin regolato, in america le franchige del NBA fanno tutte soldi a palate e nessuna è in perdita

    • Tu sei veramente ridicolo, affermare una cosa simile, cioè che va ringraziato perchè è un benefattore è veramente una cosa di poca lungimiranza. Il dott. Pallotta è venuto qui a buttare i suoi (che poi non sono suoi) soldi per fare contenti noi?! Cioè ma ti rendi conto di quello che dici?

    • detto in amicizia fate più ride, ed interessanti da leggere, voi che gli rispondete credendo che loro credono in quel che dicono…
      girava una leggenda metropolitana anni fà… che alcuni dirigenti minori per sostenere la propria causa frequentassero i social creando anche una pagina facebook Pallottà Attiva… per dire non sempre si dice quel che si pensa e a volte non lo si fà neanche per qualche prosciutto…

  3. E’ il ragionamento che facevo qualche giorno fa.
    Gli insuccessi sportivi abbassano i ricavi e quindi rendono necessaria una riduzione degli ingaggi e un aumento delle plusvalenze, con conseguente ed inevitabile riduzione del tasso tecnico della rosa (i giocatori più forti sono quelli che guadagnano di più e valgono di più).
    Un giro vizioso che non può che portarci a lottare per restare in serie A nell’arco di due/tre stagioni.

    • vero, ma è anche vero che l’Inter di Moratti ci ha messo 14 anni per vincere e che gli ultimi 7-8 anni delle milanesi, pur a fronte di centinaia di milioni spesi (alcuni anche in barba alle regole), cosa gli ha fatto vincere? Il Napoli che ha vinto? il PSG per vincere sempre e solo il suo campionato poteva spendere un terzo di quanto ha speso, idem il City. Se bastasse spendere per vincere qualcosa sarebbe quasi facile, ma la storia del calcio ci insegna che i soldi sono gran parte del problema, ma non la sola componente che conta. Lo sappiamo benissimo anche noi che negli anni in cui la formazione era nettamente più forte delle altre, non abbiamo comunque vinto nulla o molto meno di ciò che meritavamo, e almeno due o 3 scudetti in più non sarebbe stato impossibile averli

    • sul city non sono d’accordo.. la premier è tosta regà … le prime sei sono m.city,mu ,chelsea,tottenham,liverpool,arsenal… è MOLTO difficile… per quello GODO per smalling mkhitarian e zappa… quando vieni da li sei abiutato a tutt’altri ritmi..ed a tutt’altri avversari (almeno nei giorni nostri)

  4. Un buon articolo che sottolinea che i COSTI delle scelte sbagliate di Monchi peseranno per più bilanci e che Pallotta dovrà intervenire ( come gia successo).

    Le vittorie con relativo aumento di fatturato arrivano con calciatori seri.fisicamente pronti e concentrati.

    In qst circa 10 anni troppo spesso i CALCIATORI della Roma hanno visto nella Coppa Ialia e nella Coppa Uefa impegni da eliminare.
    Troppo spesso hanno festeggiato il Natale troppo a lungo o suggerito di evitare colleghi forti o non seguito i voleri degli allenatori in campo o negli allenamenti.
    Contro la Fiorentina contro il La Spezia etc sono scesi in campo i CALCIATORI non Sabatini Pallotta Monchi o allenatori.
    La Roma fattura 220 mln circa la juve 500 non puoi aspettarti Ronaldo ma legittimo chiedere il massimo…

    • D’accordo al 100% e ripeto che questo prendersela con Pallotta d ogni partita andata male è solo un errore madornale… Vogliamo dire che la rosa è inferiore a juve, napoli ed inter per “colpa” di Pallotta… può pure essere PERO’ non è colpa di Pallotta se fanno gli stupidi, si distraggono e si fanno recuperare 3 volte dal Genoa, e le squadre che giocarono contro La Spezia o Fiorentina erano SICURAMENTE, anche allenate male, CAPACI INDIVIDUALMENTE di fare una figura migliore. Una cosa è certa in questi anni i calciatori della Roma sono stati bravissimi a prendersi l’ALIBI di PRESIDENTE, CAMPI,DS SBAGLIATO, etc. etc. Monchi ha sbagliato tanto MA l’80% degli insuccessi NON è colpa sua… la SPAL la devi battere almeno una volta con la rosa che avevi!!!

  5. Pallotta è stato chiaro, senza stadio la Roma non può state con le grandi. Ora, non possiamo prendercela con Pallotta, se mai prendiamocela con quei creduloni che hanno votato la Raggi, che la tutti presi per il cxlo.
    Forza Roma Daje

  6. @critpico
    La voglia,la fame di vincere per loro (Galliani Berlusconi) e per appagare una tifoseria che LORO rappresentano,e porteranno altri”vari”introiti in tutto il mondo!

    Sempre Forza Rona

  7. Caffe’borghetti,sicuro lui personalmente non ci rimette di tasca sua,e avra’i suoi rendiconto che tu e noi non verremo mai a sapere

  8. Sarò uno scemo incompetente ma anche qualora si facesse lo stadio la situazione potrà solo migliorare un pochino al netto delle voci “spese stadio” in particolare l’essere proprietaria del proprio impianto non aumenta di fatto il fatturato ma solo l’appetibilita per eventuali acquirenti. E questo credo sia il vero core business di Pallotta. Allo stato attuale anche con lo stadio il trading selvaggio e esasperato sarebbe comunque praticato. Il tempo ci dirà. Intanto tifiamo questa Roma con tutto il cuore.

  9. la tribù dei veri romanisti osserva il digiuno forzato dello speculatore arrivato da laggiù, ormai alla ricerca di una pace interiore.
    Purificherà il corpo con un miscuglio di radici ed erbe in un vaso di ceramica, sul quale saranno raffigurati i visi pallidi dei suoi seguaci… ma per ritrovare lo spirito guida dovrà sacrificarne almeno uno sull’altare.
    In attesa del volontario, un vortice stellare indicherà la via d’uscita della verità

    • Vedo che aveva ragione il buon Doug quando mi raccontava che come i funghi allucinogeni che ti servono al Ristorante al Termine dell’Universo non c’è nulla…

    • Dopo le libagioni rituali di radici ed erbe, alla verità non rimane che una sola via d’uscita…

  10. Go on and take it all, go on and take it all… Fortress coming down…
    I know we can’t save it all
    I know we can’t save it all…
    Everything is gone…

    (cit.)

  11. X Nom€ Condivido l’esempio che hai portato di Pallotta con Berlusconi/Galliani ,e’interessante scoprire dove puo’arrivare il Monza che non ha mai visto la serie A

  12. … purtroppo alieno,ne ha sacrificati svariati a giudicare dai Nick spariti.
    Non sembra però aver sortito alcun effetto.
    Zenone dopo la focene Cup mi aspetto il bonsai al suo posto.

  13. Ah blousò ma te sei magnato l’Hazon? azz ahhahahha se nun va via Pallotta finisce come a Napoli dopo la guera co li pupi neri ahahahahahh

  14. I numeri dicono che questa presidenza complessivamente ha speso molto e incassato altrettanto… tenendo sotto controllo il pareggio di bilancio.
    Le grandissime realtà europee (la minoranza) hanno margini di investimento ben più alti (guardare la differenza tra speso e incassato di Chelsea, Man. city, ecc.)
    grazie a disponibilità finanziarie, fatturati, introiti e “risorse” maggiori.
    L’errore più grande, a mio parere, per la nostra realtà meno “ricca” ma non trascurabile a livello internazionale, è stato la dissennata movimentazione dei giocatori in entrata e in uscita ogni anno; considerando troppo poco l’aspetto della continuità tecnica:
    Modulando meglio questa strategia si poteva ottenere comunque un controllo sul bilancio e (forse) un miglioramento tecnico e di risultati…

  15. …Nonostante ciò, i numeri dicono anche che con questa presidenza, la Roma ha avuto certamente un livello di competitività medio e di posizionamento
    che raramente ha conosciuto nella sua intera storia:
    Con buona pace di chi la considera la peggiore.

  16. Con i nuovi arrivi la roma di Fonseca e’ molto forte. Poi si vedrà se il mister saprà farla girare. Ma una formazione titolare con i nuovi e’ un bel vedere. Il tasso tecnico non è stato abbassato rispetto allo scorso anno tutt’altro. Entrano in ballo anche le capacità di formare una squadra. Monchi ha fatto gravi danni in un momento di benessere della Roma. Petrachi ha fatto un lavoro egregio. Pallotta simpatico o no ha solo avuto la jella di vedere in monchi un fenomeno di Ds. Poi il popolo vuole sempre una testa da mozzare ma dovrebbe essere quella di monchi.

  17. L’oggetto del contendere per me non è mai stato se Pallotta (pur facendosi finanziare dalla Goldman Sach) abbia speso o no nella As Roma.

    Di soldi ne ha spesi eccome… MA MALAMENTE perché, oltre a non capire nulla di calcio, è da sempre assente a Roma, avendo affidato la gestione della società ad una dirigenza che pensa ad intascarsi il generosissimo stipendio mensile e alle guerre intestine da combattere (vedi ad esempio il caso, fino a poco tempo fa, di Baldini da una parte, Baldissoni in mezzo che si soffia il naso solo col permesso del presidente e Fienga e Totti dall’altra).

    Mi vengono i brividi al pensiero di quanti titoli avrebbero vinto i mungivacche se quel pregiudicato di Lotito avesse avuto le possibilità finanziarie di Pallotta!

    • Si può condividere buona parte di quanto dici. E’ da parecchio che sostengo la necessità, nonché la convenienza, per Pallotta di rinunciare a cariche operative nella conduzione sportiva e di mantenere saldo il comando per tutto quanto attiene al progetto stadio e la crescita del brand. D’altronde non sarebbe certamente l’unico caso di proprietà straniera così strutturata. In molti abbiamo nel tempo lamentato una mancanza di chiarezza nella linea di comando. L’abilità di Sabatini ha attenuato per diverso tempo tale carenza, esplosa poi successivamente. Pallotta avrebbe secondo me tutto da guadagnare mollando la carica di presidente.

  18. Masetti ti do piena ragione ma lui fa di necessità virtù.. Non si può pretendere che un signore che sta a migliaia di km da Roma prenda in mano direttamente il controllo del club.. Sarebbe troppo complesso! Ovvio che deleghi a dirigenti del posto e ben pagati. Il problema semmai è stata la scelta di certi dirigenti ed il fatto di averne a stipendio troppi che si pestano i piedi oltre a voler dire ognuno la sua.. Un ornagrigramma snello con poche teste a decidere è molto più efficace nel tempo…

    • Caro Fra74, io auspico che Pallotta deleghi completamente i poteri operativi nell’ambito tecnico sportivo. Che si limiti a delineare ogni anno gli obiettivi di bilancio; e che all’interno di questi parametri vi sia piena autonomia di una figura plenipotenziaria a capo di una struttura semplice e lineare. Un po’ quello che accadeva nella Juve ai tempi di Boniperti o oggi in altre realtà. Avrebbe due vantaggi immediati: non dover prendere decisioni in campi in cui ha poca o nulla expertise; e il potersene restare comodamente a Boston senza che la gestione societaria ne risenta. A occuparsi delle faccende che sono il suo pane. Né avrebbe bisogno del tanto chiacchierato “consulente”. Perché non ci pensa seriamente?

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