Il ruolo cruciale dello stadio, aspettando il Campidoglio

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ULTIME NOTIZIE STADIO ROMA – Il nodo non è stato ancora sciolto ufficialmente, ma dietro le quinte è chiaro a tutti quanto sia centrale l’affaire Tor di Valle nella cessione dell’As Roma.

Addio non solo a James Pallotta, ma anche a Luca Parnasi, il costruttore arrestato per corruzione nel giugno del 2018. Il gruppo Cpi, dell’immobiliarista ceco Radovan Vítek, è in trattativa con Unicredit per acquistare i crediti ipotecari che gravano sulla Eurnova, circa 50-60 milioni di euro.

Il primo passo dell’operazione, che riguarderà poi anche i terreni al centro del progetto stadio. Con ogni probabilità, secondo quanto trapela in queste ore, si assisterà a un duplice annuncio: nuovo proprietario del club di Trigoria e nuovo titolare dei terreni e del progetto di Tor di Valle. Negli ultimi giorni tra Friedkin e Vitek i contatti sono stati intensi, raccontano fonti vicine al dossier.

Virginia Raggi si è preso tempo per leggere la relazione degli uffici, poi la condividerà con la sua maggioranza i primi giorni dell’anno nuovo. Ci sarà da prendere una decisione politica: avanti o stop a Tor di Valle. La doppia svolta di queste ore fa tirare un grande sospiro di sollievo ai pentastellati perché, se tutto andrà in porto, usciranno da sotto i riflettori i protagonisti di un progetto che finora ha dato molti più dolori che gioie a Raggi e soci.

In Campidoglio – anche davanti alle novità societarie – continuano a ripetere: “Prenderemo la nostra decisione con calma, non possiamo permetterci lati oscuri“. D’altronde lo stadio potrebbe essere il volano per una ricandidatura della Raggi nel 2021, ma anche la definitiva pietra tombale se dovessero uscire fuori altre magagne. Se ci sarà il via libera dei Cinque Stelle si andrà avanti con la fase due, quella conclusiva.

Adesso avanza Vitek, che informalmente si sarebbe visto anche con i tecnici del Comune per capire se ci siano problemi sull’opera. Sull’asse ceco-americano regna l’ottimismo. Sulla carta se il progetto dovesse definitivamente tramontare, la nuova proprietà è pronta a indicare un nuovo sito. Ma sarebbe una perdita di tempo immane, che nessuno può permettersi. Né la politica né gli imprenditori.

Ma i tempi sono destinati comunque ad allungarsi: nella bozza di convenzione è prevista una verifica sulla «sostenibilità dell’opera» (i trasporti, tallone d’Achille dello stadio) un anno prima del termine dei lavori, quindi tra il 2022 e il 2023, quando sarà archiviato il primo mandato di Raggi.

(Il Messaggero)

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1 commento

  1. Certo, come no… dopo anni di iter burocratico siamo arrivati al bivio, nessuna differenza, carta vince carta perde, avanti o stop. 50 e 50, senza conseguenze. Del resto la Raggi si fa forte della indifferenza che i fottuti idioti hanno sempre mostrato nei confronti dello Stadio. Gli stessi che hanno abbassato le bandiere in onore di Diabolik.

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