NOTIZIE AS ROMA (IL MESSAGGERO, U. TRANI) – C’è anche uno zero negativo nei numeri della Roma capolista che arricchisce, di giornata in giornata, il suo curriculum di questo inizio di stagione che la vede con il miglior attacco, 23 reti, e la difesa meno battuta (addirittura d’Europa), solo 1 gol subìto, 13 punti in più di un anno fa e i 27 totali per il record eguagliato, punteggio pieno dopo i primi 9 turni come la Juve di Capello nel torneo 2005-2006. Zero sta per digiuno, quello di Borriello, l’unica prima punta nella rosa di Garcia, almeno fino a quando Destro non sarà abile. «Ha lavorato tanto» la difesa del tecnico di Nemours, dopo la gara vinta a Udine. Ma l’attaccante è più utile quando c’è da difendere che al momento di finalizzare. Perché l’input di Rudi al tridente è sempre lo stesso: «Davanti non dobbiamo dare punti di riferimento». Esce SuperMarco, Ljajic diventa centravanti mascherato e su movimento proprio del serbo, svelto e furbo ad allargarsi a sinistra, Bradley si ritrova libero, al limite dell’area, per piazzare il piattone da tre punti.
In punta di gioco
IMPREVIDIBILITÀ E VELOCITÀ
L’espulsione di Maicon alla fine favorisce la Roma e danneggia l’Udinese: a raccontarla così, non ci crede nessuno. Ma gli interventi di Garcia dalla panchina, con il 4-4-1 degli ultimi 27 minuti, restituiscono al gruppo giallorosso l’identità parzialmente smarrita. Ljajic va a fare il Totti: tiene palla, fa salire con i movimenti e le sponde i compagni. In fin dei conti anche Spalletti diede un’impronta vincente e divertente al suo assetto assegnando i compiti di finto nueve al capitano e accompagnandolo con la tecnica e la corsa di due esterni come Taddei e Mancini (poi Vucinic) e di un incursore come Perrotta. Il francese ha due ali veloci, Florenzi e Gervinho, come lo erano i due brasiliani per il toscano.
LA PRIMA PUNTA NON INCIDE
Borriello è l’unico attaccante dei cinque più utilizzati nel tridente a non aver ancora lasciato il segno (il sesto è Marquinho, pure lui ancora a digiuno). Questo qualcosa vuol dire. Con lui titolare la Roma non ha segnato due volte su tre: al Picchi contro il Livorno e al Friuli contro l’Udinese. In questi due casi, il risultato è stato sbloccato quando lui non era più in campo. A Marassi, invece, dopo l’ingresso di Totti e Florenzi, era ancora al suo posto quando ha fatto centro Benatia.
Il COPIONE DIVERSO
«Il capitano è unico e noi dobbiamo essere capaci di cambiare modo di giocare» ha spiegato Garcia dopo l’infortunio di Francesco e in attesa del viaggio a Udine. Del resto contro il Napoli era stato proprio Borriello a sostituire Totti, ma le due reti di Pjanic erano arrivate entrambe su palle inattive: punizione e rigore. Perché la Roma, priva anche di Gervinho, ha dovuto cercare più il cross dalle fasce che i tagli delle sue ali. Anche al Friuli, domenica pomeriggio, Balzaretti è andato spesso a centrare dalla corsia sinistra. E l’unica conclusione in porta del primo tempo è stata proprio un colpo di testa di Borriello su pennellata del fluidificante mancino. Dunque la situazione, rispetto a quest’estate, è completamente stravolta. Con l’addio di Osvaldo e la convalescenza di Destro, il ds Sabatini ha cercato a lungo il centravanti: Gilardino e, per ultimo, Quagliarella . Ovviamente con la cessione di Borriello. A prescindere dai possibili trasferimenti, sembrava indispensabile la prima punta. Il sistema di gioco della Roma, però, funziona meglio senza. Non segna il nove, ma fanno gol in dieci (più l’autogol di cacciatore su tiro di Maicon contro il Verona). Borriello serve. Non come bomber, però. Almeno fino a oggi.