NOTIZIE AS ROMA (CORSERA, M. SCONCERTI) – Ad alti livelli l’Inter non c’è ancora, e non ci sarà finché non inciderà Kovacic e finché Guarin non diventerà costante. Manca all’Inter un po’ di qualità, chi sappia saltare l’uomo, qualche gesto tecnico non prevedibile. L’Inter ha imparato a tenere la palla ma non sa che farne, non almeno contro squadre di maggior qualità. La differenza con la Roma è stata così netta da diventare eccessiva. Il palo di Guarin avrebbe riaperto la partita, la Roma ha segnato quasi a ogni occasione possibile, il rigore era difficilissimo da interpretare ed è andato nella direzione contraria. Detto questo, la differenza è sempre stata evidente. Nella Roma sanno tutti giocare a calcio, nell’Inter si fa quel che si può. La Roma gioca in modo facile e rapido, ha due esterni che sanno da dove partire per portare danni, ribaltano l’azione improvvisamente. Semmai è stato strano il grande contropiede che ha concesso l’Inter, quasi non fosse una squadra di Mazzarri.
La Roma ha poi Totti, un semplificatore finissimo, rende tutto giocabile. Più questo De Rossi che fa il libero davanti alla difesa e guadagna profondità al primo disimpegno. Sono state due partite chiaramente separate, quella macchinosa e inerte dell’Inter, e quella esatta della Roma. Due avversari opposti e contrari come la modernità con la mancanza di idee. Viste stasera, viste in queste prime 7 partite, la Roma è da scontro finale, in questo momento la miglior squadra italiana. L’Inter a disagio sulle classe pura, generosa, ordinata e un po’ inutile, con un’altezza ancora da definire. La Roma viene da lontano, in questa di Garcia sono evidenti i segni di tutti quelli che lo hanno preceduto, da Luis Enrique a Zeman, una ricerca di qualità costante, un modo di ragionare la partita in grande che si sono alla fine realizzati. L’Inter sembra continuare nei tentativi, si scambiano i miglioramenti per soluzioni, c’è ancora tanto lavoro da fare e un po’ di talento da trovare. Riavrà Milito a giorni e sarà un acquisto ideale. Forse si scioglierà, forse potremo chiederle meno e avere di più. Ma oggi la notizia è la linearità profonda della Roma, più essenziale che superba, vero calcio di tutte le stagioni, quando le stagioni sono buone.