La Roma alza la voce e chiama Braschi

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AS ROMA NEWS (SPORTMEDIASET, M. CHERUBINI) Qualcosa è cambiato. E non soltanto perché da un mese la Roma, senza Francesco Totti, non riesce più a vincere. La prima papera stagionale di Morgan De Sanctis annuncia che adesso, la pareggite è un virus. Ma il vero punto sulla Roma che perde contatto sulla Juventus è un’altro. C’è voglia di alzare la voce, di farsi sentire con Braschi, di mettere sul tavolo, una volta per tutte, la questione arbitrale.

Ieri a Bergamo, per la prima volta, Rudi Garcia, sempre misuratissimo sui commenti arbitrali, s’è lasciato andare. Sì, l’operato di Damato sul fallo di mano di Canini dopo il tiro di Maicon, ha cambiato tutto. Fino a ieri, sia pure con un po’ di fatica, la Roma – società, tecnico e giocatori – non volevano direttamente affrontare il problema arbirti. Il fallo su Pjanic a Torino contro i granata e quello su Ljaijc contro il Sassuolo all’Olimpico avrebbero potuto cambiare l’inerzia di quei due pareggi. Ma in fondo, al netto di molte considerazioni, nessuno aveva gridato allo scandalo, al complotto, eccezion fatta per una parte della tifoseria più attenta al problema.

Oggi la Roma cambia rotta. E già nella lunga attesa allo stadio Azzurri d’Italia – il pulmann diretto all’aeroporto di Orio Sul Serio per il charter di rientro a Roma, bloccato per gli incidenti del dopopartita – i dirigenti giallorossi hanno chiamato il designatore Braschi. La linea della Roma è chiara: più rispetto, più considerazione, non solo nelle valutazioni immediate degli episodi, ma anche e soprattutto nella cura di certi particolari. Con una Atalanta attenta a far passare i minuti ad ogni occasione – compresa l’espulsione di Colantuono – e i cinque cambi – il recupero è stato di 3 minuti. La Roma era in pieno forcing da rimonta e avrebbe gradito che sulla tabella del quarto uomo comparisse un numero più alto. Anche perché, e qui sta il punto che sembra stare molto a cuore alla dirigenza romanista, la sensazione dentro lo spogliatoio è che in caso di dubbi, la Roma non venga mai favorita.

Il rigore non rigore di Gervinho a San Siro contro l’Inter è lontanissimo nel tempo, e non può – adesso – compensare la lista dei torti che la Roma denuncia di aver subito. Questo, ovviamente, non toglie che la prima ora a Bergamo è stata giocata sotto ritmo, male, con una ulteriore pecca: subito il gol, la squadra ha reagito veementemente, segno che la dormita a Bergamo non era determinata da un problema fisico. Ma di testa. Qui dovrà lavorare Garcia, interrogandosi attentamente su quando e come potrà tornare Totti. A 37 anni il capitano giallorosso è e rimane un elemento irrinunciabile. Senza di lui la Roma ha segnato poco e vinto ancor meno. L’ultimo successo è quello col Chievo, nella notte di Halloween. Un mese senza vittorie. Troppo poco per chi vorrebbe l’Europa che conta e, magari, qualcosa di più.

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