La Roma, Spalletti e quell’urlo liberatorio che mancava da troppo tempo

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Roma's forward from Italy Stephan El Shaarawy celebrates after scoring during the Italian Serie A football match between Sassuolo and AS Roma at "Mapei Stadium" in Reggio Emilia on February 2, 2016. AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)

EDITORIALE – Alzi la mano chi non ha urlato come un pazzo al rigore sbagliato di Berardi e al gol del definitivo due a zero del Faraone. Niente di strano, obietterà qualcuno. Quando la tua squadra del cuore vince, è scontato alzarsi in piedi ed esultare. Eppure ultimamente questa Roma fiacca e priva di entusiasmo era riuscita a togliermi anche la gioia di gridare a un gol o prendere a calci tutto quello che mi capitava a tiro per una rete incassata, magari all’ultimo minuto.

Rendersene conto è stato piuttosto avvilente. Da quando sono romanista (quindi parliamo dell’età della ragione) vivere una partita della Roma è sempre stato come salire su un’altalenta di emozioni: gioia, ansia, terrore, esaltazione, speranza, sfrontatezza, euforia, rabbia. Tutte sensazioni che quest’anno sono andate piano piano sfumandosi a suon di pareggi e sconfitte o nel migliore dei casi vittorie poco convinte e convincenti. E non era tanto il fatto di perdere (chi è romanista sa di cosa parlo). Piuttosto era il come si perdeva.

L’arrivo di Spalletti però ha cambiato le cose. Le sue “picconate” (uso questo termine perché mi sembra particolarmente azzeccato, anche se al mister è sembrato non piacere) profuse a volontà nella conferenza stampa di lunedì sono riuscite a scuotermi da quel torpore e, cosa decisamente più importante, lo stesso effetto sembra averlo avuto con la squadra. Che ieri sera dopo tanto tempo è tornata a mettere in campo non solo una parvenza di gioco, ma soprattutto la convinzione di essere prima di tutto un gruppo disposto al sacrificio. Si è rivista umiltà, predisposizione alla sofferenza, e soprattutto entusiasmo tra i calciatori. Ed io con loro, di nuovo travolto da quel vortice di sensazioni che la Roma riesce a darmi.

Si soffre e si gioisce, ci si dispera, ci si abbraccia. Si urla. Perchè finalmente la squadra ci crede. Poi Nainggolan atterra Pellegrini a pochi minuti dalla fine del match: è rigore. Ed eccole di nuovo le imprecazioni, i pugni contro tutto cioè che ho a portata di mano. Eccolo il terrore, la disperazione di cui parlavo. Poi Berardi va sul dischetto, e tu stai lì, chiedendoti se è davvero possibile che possa finire ancora in quel modo. Ed è in quel momento che fa capolino la speranza, che poi da che mondo è mondo è sempre l’ultima a morire. Parte Berardi e la palla schizza via, in alto, sopra la traversa. E tu scatti in piedi, mentre un grido strozzato ti esce dalla gola. E poi imprechi, perché era giusto così, quella palla non doveva entrare in porta. Adesso calma però, manca ancora qualche minuto al fischio finale. Si torna a soffrire, a lottare su ogni pallone come se anche tu fossi su quel rettangolo verde. Poi arriva il lampo di Perotti e il gol di El Shaarawy. E allora finalmente puoi urlare. Un urlo liberatorio, che mancava da troppo tempo. La Roma è tornata. E io con lei.

Giallorossi.net – A. Fiorini

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8 Commenti

  1. finalmente un allenatore che strilla e sta in piedi a dirige una squadra…senza scrive pizzini o ascolta la radiolina e collezzzzzionare….3000000 euro di multa !!!!!se strilla in panca nun se scrive…

  2. E vero confermo tutto quello che c’è scritto su quest’articolo ieri ho goduto sofferto e gioito al 94′ come non mi succedeva da tempo ormai forse l ultima volta che mi sono sentito così è stato 1 anno fa avevo perso certezze in questa squadra non nella dirigenza che a parte baldissoni a me e sempre piaciuto da morire sabatini…..perché sembrava che andasse a giocare non per il piacere di farlo (che è l’essenza di questo sport) ma perché doveva farlo e non mi piaceva…..e dall’arrivo di spalletti qualcuno storceva il naso io invece ero contentissimo pensando che avrei potuto rivivere quei momenti fantastici che ho vissuto con quella squadra…e adesso si è capito che è di nuovo possibile perché i giocatori ora giocano per il piacere per il gusto di questo sport e questo mi galvanizzato tantissimo e spalletti e veramente uno che di calcio ne sa e tanto e ora finalmente è tornato l’entusiasmo

  3. Articolo molto bello che rispecchia fedelmente lo stato d’animo del tifoso. Continua così Luciano fai che torniamo ad essere orgogliosi della nostra squadra.

  4. E’ vero e proprio cosi,la partita di ieri ci ha ridato la gioia di tifare Roma,che ultimamente,vuoi per uno stadio vuoto e vuoi,perché non si vinceva più una partita,si era un po’ dispersa.

  5. Gli ultimi 15 minuti non sono riuscito ne a vederli ne a sentirli. Sudavo freddo. Ho acceso il televideo e vedevo lampeggiare il risultato. Quando è apparsa la notizia del rigore fallito ho strabbuzzato gli occhi perché non ho capito subito. Quando è comparso lo 0 2 ho presso la bottiglia di whisky e giù due bicchieri..ni per festeggiare. La lascio a portata di mano per la prossima. Complimenti a Spalletti che ha avuto il coraggio di metterci la faccia sapendo che la strada fino a maggio è tutta in salita. Forza sempre ROMA e da romanista trapiantato a Genova fammi un bel regalo la prossima partita così posso andare a lavorare con sciarpa e berretto giallorosso.

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