La spia di Garcia ribalta le partite

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AS ROMA NOTIZIE (IL TEMPO, A. AUSTINI) – Prima ti sfianca, poi ti azzanna. La Roma«affamata» di Rudi Garcia segue un copione prestabilito. E finora non si è fatta sfuggire una preda. Quattro vittorie in altrettante partite, l’ultima dal valore simbolico e psicologico fortissimo, tutte con la stessa dinamica: primo tempo di gestione, poi arrivano i gol. Ma solo nella porta giusta, visto che l’unica rete incassata è frutto di una bella azione imbastita dal Parma a ridosso dell’intervallo. Le riprese di match, invece, rasentano la perfezione: dieci gol segnati e nessuno sbandamento per difenderli. Non può essere un caso. Perché se tre indizi fanno una prova, quattro valgono una sentenza. Ma cosa succede alla Roma negli spogliatoi dopo 45 minuti?

Una risposta si trova scavando nel maniacale lavoro di Garcia e del suo staff durante le gare. Come noto, il vice allenatore Frederic Bompard e il tattico Simone Beccaccioli (ingaggiato ai tempi di Luis Enrique) seguono dalla tribuna i primi tempi delle partite, per capire meglio dall’alto cosa succede in campo. «Da lì – ha spiegato Bompard – si ha una visione più periferica del gioco a 360 gradi. Usiamo dei walkie talkie per comunicare con la panchina». A Livorno ci hanno provato con il telefono ma le telecamere hanno «pizzicato» Rudi, suggerendo il ritorno all’utilizzo dei walkie talkie di servizio dello stadio, come successo nelle ultime due gare casalinghe, aspettando il chiarimento sulla regola richiesto dalla Figc alla Fifa. Il contatto diretto tra Garcia e il suo vice arriva comunque nell’intervallo: i due si consultano, Rudi prende appunti su quanto visto dalla sua «spia» in tribuna, poi parla con la squadra. Così è successo anche a metà derby. E la Roma si è trasformata. Bompard non è l’unico«consigliere» ascoltato dal capo.

Fondamentale è il lavoro dell’altro collaboratore dello staff Claude Fichaux, che segue invece tutta la partita da bordo campo«È una relazione a 3, un lavoro di gruppo il nostro. Frederic – ha chiarito Fichaux – dà indicazioni dalla tribuna a Rudi, mentre il mio ruolo è quello di sostenere la squadra dalla panchina». Domenica si è allontanato da quella«aggiuntiva» nel quarto d’ora finale del derby e si è preso un’ammonizione dal giudice sportivo. Poco importa perché la Roma aveva già risolto la pratica. Il segreto sta anche nelle sostituzioni. Garcia cambia sempre uno o due uomini in attacco all’inizio della ripresa. A Livorno e a Parma è entratoGervinho, col Verona e contro la Lazio Ljajic. Gli uomini più freschi hanno sempre un impatto decisivo sulla sfida, con l’ultimo esempio fornito dal fantasista serbo nella stracittadina. Senza dimenticare i vari Borriello,Marquinho e Taddei.

Risultati e numeri sono dalla parte della nuova Roma che primeggia in tutte le statistiche del campionato. Miglior difesa, maggior numero di conclusioni dentro e fuori la porta, prima nel numero di palloni giocati, nella percentuale di passaggi riusciti e nell’indice di pericolosità, terza nel possesso palla, quarta nella supremazia territoriale, a conferma di un atteggiamento non spregiudicato all’eccesso come accadeva nelle ultime due stagioni. Totti & Co. tirano con insistenza e battono numerosi calci d’angolo: una media di 7 corner a partita, inferiore solo all’Inter. I freddi numeri si sposano col «calore» riportato nei rapporti di spogliatoio da Garcia. È vero, finora va tutto bene ed è più facile gestire i problemi interni, ma i segnali di una squadra più unita e convinta sono evidenti. In campo e fuori. Domenica sera la Roma tutta si è ritrovata insieme a cena nel ristorante vicino allo stadio dove in passato la Lazio ha organizzato le sue feste, compresa quella del 26 maggio. Un po’ per caso, a dire il vero, visto che Garcia, Pallotta, e gli altri dirigenti (Baldissoni, Sabatini, Zanzi, Tacopina, Tempestilli, l’uomo della sicurezza Gombar e l’amico del presidente Zecca) avevano prenotato un tavolo al «Met», la stessa idea avuta da Dodò, Ljajic e Jedvaj, raggiunti dopo cena da Benatia, Pjanic, De Rossi, Borriello, Strootman e Gervinho. È scattato ovviamente un brindisi di gruppo, ma nella testa di giocatori e società è chiaro che al momento c’è poco da festeggiare. Anzi, bisogna continuare a pedalare. Questa consapevolezza, infondo, è la vera forza della nuova Roma.

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