GIALLOROSSI.NET (A. Diofebbo) – Ogni cosa che possiamo vivere oggi, finiremo per capire di averla già vissuta ieri e sicuramente la rivivremo in futuro. Potremmo iniziare così, se stessimo parlando di un concetto stoico o di Friedrich Nietzsche. Ma potremmo dirlo anche non parlando di Filosofia, avvicinandoci pur sempre a una cosa circolare, che tanto somiglia a quella cosa dipinta dal pensatore tedesco appena citato. La circolarità della cose, l’eterno ritorno, ci fa capire che ora, il divario tra calcio e pensiero non è poi così incolmabile, soprattutto se dal generale arriviamo al particolare, soprattutto se dal calcio arriviamo alla Roma. Un pallone è di forma circolare, la partita di Palermo invece è il solito eterno ritorno. Oggi ci accorgiamo di ciò di cui eravamo ignari ieri. Eppure già era successo.
Perché quella di sabato non è una semplice sconfitta ma è LA sconfitta. Troppe volte abbiamo riposto speranze in partite più o meno decisive, ci abbiamo creduto fino alla fine, arrivando poi a restarne delusi. La grande occasione, l’opportunità che si presenta, il treno che passa, sono eventualità che arrivano, ma la storia giallorossa indica che la nostra squadra ha (quasi) sempre voltato le spalle a tutte e tre le cose. E infatti, così succede in un soleggiato pomeriggio del Sud, Roma sconfitta due a zero, speranze Champions riposte nel dimenticatoio e chance di allungare e aggrapparsi al treno per l’Europa minore fallita. La Roma regala per Pasqua una maschera d’ossigeno a una squadra che non respirava da quasi quattro mesi e permette a un paziente clinicamente morto di avere un sussulto ormai impronosticabile. Era successo in passato, è successo oggi e probabilmente ricapiterà in futuro. Due a zero finisce in Sicilia, quello zero nel risultato che non si vedeva dalla partita contro il Catania. Anche lì, stessa storia : sconfitta, nessun gol segnato e guarda caso proprio in Sicilia.
Ora invece comincia il mese decisivo per poter salvare la stagione. Arriva un derby, lunedì, che la Roma non vince, anzi, perde da tre partite consecutive. Una gara quanto mai decisiva non soltanto per l’obiettivo europeo, ma soprattutto per l’umore della piazza e anche per cercare di invertire una tendenza che ha cominciato a rendere pesante questa sfida. Una sfida che, per due anni, la Roma ha portato a casa, per cinque volte di fila.
Il mese di Aprile poi, porta al secondo match più importante del mese : a Milano, contro l’Inter di Stramaccioni per un’occasione che vale la finale di Coppa Italia. E, finiamo per ripeterci : porterebbe ad una nuova sfida con la Lazio, la terza stagionale, e alimenterebbe la speranza di poter approdare in Europa. Anche qui, l’eterno ritorno.
Ora più che mai, in casa Roma c’è l’obbligo di dare tutto, di mettere anima e cuore, di riportare quella tranquillità e quell’equilibrio che era stato ritrovato appena dopo la sconfitta con la Samp a Marassi. Quel ritorno alla serenità che era stata persa in maniera boema. E se è vero che esiste l’eterno ritorno, allora esistono più situazioni per poter tornare al punto di partenza. Trovare nuovi (vecchi) equilibri, lasciare o vincere il derby, passare il turno per giocare l’ennesima finale di Coppa Italia, sfidare di nuovo la Lazio, andare in Europa. Casi positivi e casi negativi, oggettivamente parlando, ma pur sempre dei ritorni. La speranza che si instaura nel tifoso Romanista, ora, è quella di tifare e accompagnare la squadra in entrambe le sfide, sperando che Andreazzoli e gli uomini al suo cospetto decidano, insieme, in maniera sensata, qual è il punto migliore da cui ripartire. Il punto migliore a cui tornare. Il punto, però, a cui torneremo tutti, insieme. Perché NOI siamo la Roma.