AS ROMA NEWS (ILTEMPO.IT, E. MENGHI) – Preferisce non guardare al passato Pjanic, perché quando Darmian gli ha tagliato la strada in area di rigore, il bosniaco ha sperato che l’arbitro fischiasse il rigore: «Io ho sentito che mi ha toccato, ho provato a restare in piedi». Ma non ci è riuscito Miralem, che si è rialzato deluso: «Secondo me è un rigore che ci può stare, l’arbitro in queste situazioni può fischiare, ma per due o tre volte non l’ha fatto». Come nell’episodio del gol di Cerci: «Benatia ci ha detto che era stato toccato. È una situazione simile al rigore mio: si può fischiare o no. Diciamo che non abbiamo avuto un piccolo aiuto, ma ora è tardi per fare qualsiasi cosa». È d’accordo De Sanctis: «Dal campo mi sembrava fallo, ma ci può stare che non lo dia». Il diretto interessato Meggiorini, reo di aver mandato a terra il centrale marocchino, dà ragione a Pjanic: «Forse mi sono allargato con la mano e ho fatto perdere l’equilibrio a Benatia, ma non mi sembra fallo».
La testa del bosniaco è già proiettata al futuro: «È stata una partita strana, il ritmo era basso, abbiamo cominciato a mettere pressione solo dopo il gol del Torino: per me potevamo fare di più. Sicuramente siamo arrabbiati perché abituati a vincere e anche un pareggio può sembrare una sconfitta, ma guardiamo avanti e pensiamo a fare tre punti domenica». La Roma può consolarsi con il primato in classifica, rimasto intatto anche dopo l’1-1 di ieri sera: «Ci siamo detti che siamo sempre primi. Complimenti al Torino, la prima squadra a fermarci, ma faremo una grande partita contro il Sassuolo, perché vincere prima della sosta è importante». De Sanctis non teme contraccolpi psicologici: «Credo che avere l’amaro in bocca sia positivo: la squadra nel finale ha dimostrato di volere la vittoria. Noi siamo davanti e siamo consapevoli che la strada è lunga. Questo pari non ci soddisfa. Siamo artefici del nostro destino».