MOURINHO: “La mia vita non è niente di straordinario. Sono stato un ragazzo felice e fortunato. La Roma? Ho vinto una coppa e mezza, ma ho ancora sei mesi”

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NOTIZIE AS ROMA – Torna a parlare José Mourinho e lo fa in un’intervista rilasciata all’interno del programma ‘Federico Buffa Talks’, col giornalista e Federico Ferri. L’allenatore della Roma racconta la sua carriera, dagli inizi a Setubal passando per le varie tappe che lo hanno reso uno degli sportivi più vincenti nella storia.

Da dove partiresti per raccontare la tua storia?
“Non partirei. Pensi che sia una storia interessante? La mia storia è la mia vita, l’ho vissuta fino ad oggi e per me è normale, niente di straordinario. Magari da fuori avete un’altra percezione, per me è normale”.

Hai iniziato insegnando ai disabili a Setubal.
“Ero in difficoltà in quel periodo lì, avevo una laurea in Scienze Motorie. Dopo tre anni, ognuno di noi sceglieva il proprio futuro. In quegli anni, sono stato ovviamente nel calcio, nei campi di allenamento e lavoravo con bambini con Sindrome di Down. Non ero all’altezza della dimensione di quel lavoro lì, mi ha salvato il rapporto che ho creato con quei ragazzi lì, avevano tra i 12 e i 17 anni, io ne avevo 24 e mi guardavano come uno di loro. Sono riuscito a fare calcio per loro e creare con quella squadra un rapporto umano. Non sono io diciamo il genio di quella fase, ma un mio professore universitario che mi diceva che io sarei stato allenatore di giocatori che giocano a calcio. Tornando a quel periodo lì con la scuola di educazione speciale, quella è stata la mia salvezza. Sono stati due anni straordinari per me”.

Cosa ti ha lasciato quel periodo?
“Amici, non tutti ma quando torno a Setubal qualcuno trovo. Questo per me è la cosa più importante”.

Cosa ti sei portato dietro da Setubal?
“Setubal (ride, ndr). Sono stato un ragazzo veramente felice, fortunato e felice. Fortunato per gli amici, felice per la famiglia. Tutto quello che io ricordo di Setubal, ogni giorno che sono andato via, però quei 26 anni che sono stato a Setubal tutti i ricordi sono assolutamente fantastici. Per me è un periodo di libertà, una generazione che penso che non dobbiamo avere alcuna invidia delle nuove generazione. Abbiamo vissuto in maniera speciale, a Setubal non sono neanche José quando torno, quando torno sono Zé con una zeta e una è. Vado in giro con giacca, pantalone corto, con una t-shirt bruttissima, la gente mi saluta senza fermarmi, mi chiedono come sto perché è casa mia. Posso avere casa a Londra, a Roma, posso aver girato il mondo ma come famiglia siamo stati fortunati. Abbiamo vissuto a Londra, Madrid, Milano, Roma, abbiamo avuto una vita importante. Setubal, però, è Setubal, non abbiamo la Fontana di Trevi ma abbiamo un’altra fontana che, se bevi dell’acqua da lì, sarai fortunato tutta la vita. E io l’ho bevuta”.

Quando il calcio è entrato dentro casa tua?
“Tre ore dopo che sono nato. Mio padre aveva la partita alle 15:00, io sono nato tre ore prima. Alle 10:00 del mattino, mio padre aveva lasciato l’albergo per vedere il suo secondo figlio quindi il calcio è entrato subito dentro di me”.

Tuo padre?
“Sono orgoglioso di quello che ha fatto come calciatore e come allenatore, mi ha fatto essere un bambino super orgoglioso, penso all’uomo che sia stato. Non voglio parlarne troppo perché mi commuoverei troppo”.

Che ricordi hai del calcio in Portogallo?
“Quando hai una famiglia che vive nel calcio e quando hai un padre che ha giocato solo per due club, magari la gente non capisce ma se il calcio diventa la nostra vita il calcio non è uno scherzo. Quando è così, tu cresci con questa mentalità, mi ha aiutato a guardare la mia professione in altra maniera”.

Com’eri da calciatore?
“Ero più bravo di quello che poteva pensare la gente, però sono arrivato tra Serie B e Serie C, in Serie C ero di altissimo livello. Ho scelto di allenare e ho fatto una scelta consapevole del fatto che come calciatore avevo fatto il massimo. Quando ho vinto per la prima volta, il calcio diventa una cosa diversa. Il calcio è una passione e mi diverto ancora con il calcio, faccio la mia professione con la maggior serietà possibile”.

Il ritorno in Portogallo?
“A Barcellona ho lavorato con Hodgson e van Gaal, quest’ultimo mi ha detto che avrebbe allenato la sua nazionale e mi aveva consigliato di restare o iniziare una carriera da solo. Van Gaal era uno molto educativo, l’esperienza di allenare i migliori giocatori del mondo in quel momento era importante ed educativo per un giovane assistente come ero io. Ringrazierò sempre van Gaal”.

Hai sempre pensato di poter diventare primo allenatore?
“Quando van Gaal lascia Barcellona, io sono rimasto con il nuovo allenatore e con il nuovo presidente che mi ha chiesto di aiutare il nuovo tecnico. Non era la mia spiaggia, non mi sentivo bene. Ho fatto il ritiro precampionato con loro, poi arrivo a casa ad agosto e dico a Matilde (la moglie, ndr) che non ero felice. Non è più la mia gente, però ho un contratto fantastico perché il mio contratto come assistente era fantastico. Avevo una bambina di 3 anni e un bambino di 4-5 mesi, ho avuto bisogno di fissare quello che avrei voluto fare. Se sei consapevole del tuo potenziale, allora andiamo a casa. Moglie e figli sono andati in aereo, io sono andato in macchina che è ancora lì tra l’altro, le sono molto affezionato, è una Volvo”.

La tua prima avventura in Portogallo?
“Ero terzo a gennaio, poi sono andato subito al Porto perché è possibile cambiare subito panchina in corsa e a gennaio sono andato al Porto. Pochi mesi dopo, gioco la finale del Portogallo proprio contro il Leiria che avevo appena lasciato. È stata una finale drammatica dal punto di vista emotivo, conoscevo troppo di quella squadra lì, non ho nemmeno festeggiato quando abbiamo vinto perché grazie a loro sono arrivato al Porto. Ho portato poi tre di loro con me, il Leiria era la mia gente ed è stata molto dura per me”.

La finale di Supercoppa Europea contro il Milan?
“Mentalmente, è stata una partita super importante per noi. Venivamo dalla vittoria in Coppa UEFA con gol di Derlei al 120’, la vinciamo e giochiamo la Supercoppa a Montecarlo ad agosto e a settembre inizia la Champions League. Eravamo una squadra di bambini, io ero un bambino a quel livello lì, a parte Vitor Bahia non avevamo giocatori di esperienza. Avevamo tutti un punto interrogativo: cosa avremmo potuto fare in Champions? Nel girone abbiamo pescato il Real Madrid di Figo, Zidane, Ronaldo, Raul, Roberto Carlos. A Montecarlo abbiamo giocato contro il Milan di Ancelotti, c’erano Shevchenko, Rivaldo, Maldini e per noi perdere 1-0 giocare come abbiamo fatto è stato di un’importanza clamorosa. Sembravamo ragazzi persi nella giungla dopo i primi 30’, non ricordo cosa ho detto loro all’intervallo ma alla fine abbiamo parlato nello spogliatoio e invece di essere tristi abbiamo pensato che ci saremmo diverti in Champions League con Real Madrid e Marsiglia. E così è stato”.

La vittoria in Champions con il Porto è la tua più grande impresa?
“Sono sempre accusato di essere poco umile, devo dare ragione a chi lo dice. Ho fatto tante imprese, ma vincere la Champions League con il Porto è una super impresa con nove giocatori portoghesi che hanno giocato la finale di Champions League, sette ragazzi un anno prima non avevano nessuna partita in Champions League. Ma ci sono altre imprese perché se ho avuto la fortuna di lavorare con squadre con grandi budget, ho avuto la difficoltà di lavorare in squadre dove vincere è miracolo. Ho vinto con quel Manchester United, ho vinto una coppa e mezza con la Roma, non sono stato capace di vincere due coppe a Roma ma ne ho vinta una e mezza e ho altri sei mesi qui. Quella con il Porto è un’impresa che mi ha aperto le porte del mondo”.

Il gol di Costinha al Manchester United?
“Avevo un ragazzo in panchina che era uno specialista sulle punizioni, aveva un grande talento ed era Ricardo Fernandes. Noi stavamo dominando contro il Manchester United, guardavo di là e di là e vedevo solo gente spaventava, ho chiamato Ricardo e gli ho detto che la punizione, se ci fosse stata, l’avrebbe tirata lui. Arriva la punizione e Benny McCarthy tira la punizione al posto di Ricardo Fernandes, quando guarda Costinha alla seconda palla e non in barriera mi sono arrabbiato, ma abbiamo segnato. Lì si è aperta la porta per me e sono andato a esultare con i miei giocatori. Qualche giorno dopo c’erano Chelsea e Liverpool, dopo la Champions con il Porto avevo deciso che sarei andato in Inghilterra”.

La vittoria del campionato con il Chelsea?
“È stata un’impresa perché in Inghilterra tutti hanno poteri economici. Al Chelsea quando sono arrivato c’erano già stati investimenti, Abrahamovic era lì da due anni ma mancava l’ultimo passo, c’era stato Ranieri prima di me. Non mancava tanto per vincere, c’era il potenziale per cambiare la cultura e per decidere quali calciatori avere e non è una cosa che accade spesso. Abbiamo costruito una squadra da sogno con due Premier League di fila, abbiamo vinto tre coppe e quando sono andato via la stessa squadra, con qualche investimento in più, ha continuato a fare la storia”.

Come entri nella testa dei giocatori per ottenere il massimo?
“Ricordo sempre il mio professore, loro non sono calciatori ma uomini che giocano a calcio. Devi imparare tutto ciò che vuoi su di loro, come interagire e avere feedback continui con loro. Ci sono cose che a livello umano tu devi riuscire ad andare più lontano. Non c’è un segreto per arrivare lì, devi essere te stesso ed essere empatico con la gente che lavora con me. Essere empatico significa essere critico, esigente, aperto, essere onesto. Il giocatore quando lavora con me capisce che sono onesto e dentro l’onestà esiste tutto questo, così il rapporto diventa ottimo e tu ottieni il massimo da ogni giocatore, penso che non sia un segreto”.

La vittoria a “Stamford Bridge” con l’Inter?
“Quando con l’Inter ho battuto il Chelsea, posso dire che quando avevamo vinto in casa, il Chelsea segna con Kalou e festeggia tanto. Dopo la partita mi viene a chiedere scusa per aver festeggiato tanto, ho detto a Salomon che non doveva scusarsi, è il gioco. Quando siamo andati a Londra, qualche giorno prima abbiamo perso a Catania, credo contro il Catania di Sinisa Mihajlovic e avevamo fatto una partita orribile ma ci ha aiutato per preparare la sfida contro il Chelsea. I ragazzi dell’Inter era gente psicologicamente forte, era gente preparata. Quando stavamo per giocare contro il Chelsea, ho detto loro che non avevo mai perso in quello che era il mio stadio, non avevo mai perso. Mi sono fatto male per esultare, un dolore (ride, ndr)”.

La vittoria contro la Dynamo Kiev ai gironi?
“Se perdiamo siamo fuori, se pareggiamo siamo ancora vivi ma dobbiamo prendere un risultato a Barcellona. Ricordo che avevo detto che a fine partita non dovevamo piangere né stare con le mani in faccia, quello che stavamo facendo dal punto di vista ed emozionale non era niente, ho detto ai miei che saremmo tornati felici o morti di stanchezza, no morti di rimpianti e tutte queste storie qua. Abbiamo rischiato tutto, quando abbiamo segnato potevamo accontentarci del pareggio e giocarci tutto a Barcellona, ma l’inerzia era lì e quando c’è l’inerzia questa gioca una parte importantissima nel calcio. Qualche volta noi allenatori facciamo i fenomeni, ma alle volte le cose accadono perché fai in modo che accadono, hai giocatori bravi e di personalità, giocatori che tu potevi pressare ai limiti e loro ti rispondevano sempre. Se fossi rimasto altri 2-3 anni con quella squadra, avremmo vinto più di una Champions come dice sempre Materazzi”.

Fonte: Sky Sport

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51 Commenti

  1. Grande, il più grande. Quando sento critiche di giornalisti romani e di tifosi, anche qui dentro, penso che dobbiamo crescere, oppure ci meritiamo De Zerbi. Ascoltate e guardate la conferenza prima del Frosinone… Fonseca, Di Francesco … Forza Roma, Mou altri 5 anni

    • Ci meritiamo De Zerbi? Piuttosto De Zerbi, che è in ascesa, non ci calcola proprio. Noi possiamo ambire a vecchie glorie in fase calante…

    • Chico t’attacchi ai commenti spacciandoti per gran sapintone e non sei nessuno. Mi sà che tu de vita grama, fasi calanti e fallimenti te ne intendi parecchio.

    • All’Età di De Zerbi, Mourinho già s’era stancato de vince. Nel frattempo “il mio calcio” De Zerbi me sembra che sta ancora a zero tituli.

    • Chico ha espresso la propria opinione, il commento di Alweys trasuda cattiveria!
      Siamo al punto di non ritorno o manca poco.
      Eravamo la culla della civiltà, ora sfuggono le basi.
      Siamo ai supplementari e gli anglo hanno la vittoria in pugno.
      Mah!

    • Bellissima intervista, spiega perché chi non ce l’ha lo odia. Si può vincere con la tattica e tanti disegnini sulla lavagna, ma lo si può fare anche motivando gli atleti. Purtroppo a tanti sfugge la forza del potere mentale nella prestazione sportiva, persone appunto poco abituate a usare la testa, innamorate di estetismi effimeri, rinnegando il fine ultimo del gioco: la vittoria. Il profilo opposto a quello che cerca questo Signore nei suoi atleti, per questo vuole lavorare con persone sveglie, poco permalose, professionisti disposte al lavoro e il sacrificio….se sei disposto a seguirlo anche all’inferno, lui ti porterà in paradiso. Grazie Jose è una fortuna e un onore averti qui, quando andrai via sarà comunque un giorno triste, come fu per Francesco Totti.
      E ora fateci godere questi 8 mesi che restano….con la certezza che comunque vada, avremo imparato qualcosa.
      Sempre e soltanto FORZA ROMA💛❤️

    • @Falcao, ho letto l’intervista che è uno spaccato sincero di vita, abbastanza normale e felice di uno qualsiasi come me o te insomma di tanti di noi.
      I casi della vita e l’accettazione degli stessi con relative scelte coraggiose sono un suo, giusto, orgoglio, ma attenti sempre nel non trasformare un racconto sincero con una apoteosi al “sommo”, è uno di noi e come noi.

    • @romano sono d’accordo, ma nelle partitelle tra amici. Quando lo fai di professione il fine ultimo è vincere, seno meglio farlo per hobby. Fidati

  2. Storia fatta di emozioni e successi. Una persona che dal nulla, ha fatto della passione e determinazione, un modello di vita da raccontare alle nuove generazioni indipendentemente dal calcio. Si può osannare o criticare ma non si può non ammirare per i valori che hanno contraddistinto il suo modo di essere.

  3. Mou è come Roma per i romani…..quando ce l’hai ne parli anche male……….se te ne vai capisci….e non ne faresti più a meno. Ma spesso è tardi……

  4. capisco che è normale prendersela con il mister quando le cose vanno male. Non capisco come si può: 1) giudicare senza conoscere le due facce del problema 2) Cambiare opinione in un battito di ciglio senza ricordare che con Mou. solo soud out all’olimpico (anche ieri), due finali europee, e bilancio che migliora ogni anno. Spero tanto non vincano la poche voci che sparlano del mister. e che il presidente gli rinnovi il contratto.

  5. Ammetto che non nutre le mie simpatie, tuttavia su questo mi trovi pienamente d’accordo. Visto il suo Palmieres consternato di soddisfazioni, credo che nessuno possa mettere in dubbio il fatto che si sià creato una “strada” da solo. Chi lo giudica un “fallito” per me è solo un povero invidioso, rancoroso e stracarico di pregiudizi. Basta spulciare la vita di certi “squallidi personaggi” per rendersene conto (scassano, di scanio, damascelli…) Cos’hanno ottenuto nel loro “misero percorso”, quanti successi hanno raggiunto, quali titoli o Lauree posseggono?!
    Il nulla assoluto!

    • Pardon risposta diretta a Ben Sbagliato a posizionare. Piccolo occhiello allo spolliciatore seriale: Quindi tu consideri un fallito, chi partendo dal nulla arriva a possedere: Titoli di studio, milioni e costella la sua vita di traguardi e successi. Bono a saperse!

  6. L’umanità dentro quest’uomo che viene odiato dagl’invidiosi.E non centra nulla la valentia della professione.E’ uomo e non tutti lo sono.

  7. Un uomo che vive di calcio da decenni, che ha allenato squadre e giocatori fortissimi, che ha vinto in più campionati e competizioni… ma come si può avere la presunzione (e mi modero) di affermare che “non ha gioco” “non sa mettere le squadre in campo” “sbaglia i cambi” ?

    Va beh che c’è ancora nell’aria la straminchiata dell’uno vale uno… ma no… per favore…calcisticamente, voi criticoni tanto attivi sui social, non valete un’unghia, non già di Mourinho, ma dell’allenatore dell’ultima in classifica in serie C.

    Abbiate la dignità di tacere.

    • Lascia perde Wtf, sui Social circolano soggetti che si fan passare per padreterni, grandi esperti e laureati ma nella realtà sono nullatenenti e non vanno oltre la scuola dell’obbligo.

    • Wtf, stavolta non mi trovi completamente d’accordo.
      Le argomentazioni sul calcio giocato (e non solo) hanno animato e continuano ad animare le discussioni tra amici e conoscenti e questo blog è un luogo virtuale che è preposto anche a questo scopo, credo.
      Ognuno di noi vede il calcio a modo suo e, tutto sommato, è meglio così; pensa che piattume se tutti fossimo della medesima opinione (e non vale solo per il calcio).
      Sostenere Mourinho non implica necessariamente l’apprezzamento incondizionato del modo in cui fa giocare le sue squadre; personalmente, a chi critica il gioco della Roma mourinhana dal punto di vista “estetico” rispondo che ha ragione, senza se e senza ma.
      Diverso è il discorso, però, se si cerca di sminuire le sue competenze, il valore dell’esperienza e del palmares, lo spessore umano che trasuda da ogni sua intervista… Ecco, chi si avventura in tali giudizi ritengo pecchi davvero di superbia, con un’abbondante e malcelata dose d’invidia.
      Sulla follia dell'”uno vale uno” mi trovi assolutamente concorde; quasi sempre “uno vale zerovirgola” anche se in questo blog abbiamo spesso a che fare anche con i numeri relativi di segno meno…

    • WTF mi spieghi il gioco della Roma? So tre anni che non l’ho capito.

      Non mettere in fila 3 passaggi palla a terra? Non sapere crossare? Lanci lunghi e pedalare? Buttarsi per terra a piangere? Spintoni, carcioni e gomitate? Campanili al 63′?

    • @Kawa, ti avevo risposto in maniera articolata, ma purtroppo non è stato pubblicato.
      Comunque sono d’accordo con te.

      @Scotch, queste domande immagino tu le abbia fatte anche il giorno in cui abbiamo vinto la Conference e quello in cui ci siamo giocati la finale di Europa League, vero?

    • @Wtf nessuno vuole insegnare a Mourinho tattica e strategia, quello che si critica da tifosi e spettatori sono i seguenti punti:

      – Le partite della Roma sono di una noia mortale. Ci si appassiona lo stesso per tifo, ma fossi uno spettatore neutrale piuttosto di vedere una partita della Roma mi metterei a guardare la vernice che asciuga. Se quello di Mourinho fosse il calcio, intendo le tipiche partite di calcio, sarei appassionato di hockey o altro. Ma non è così, mi guardo qualche partita di Champions e riassaporo questo sport meraviglioso. Ovviamente opinione personale, altri possono amare questo tipo di spettacolo, legittimo. Per la prima volta dal 2017 ho disdetto Dazn (il dazn tedesco).

      – i risultati sono pessimi. C’è stata la gioia della Conference e la cavalcata in Europa League, ma anche una sequela lunghissima di partite imbarazzanti, di sconfitte con le Cremonese varie, derby persi, 6 gol dal Bodo, settimi posti, ecc. ecc. inutile fare la lista ogni volta.

      – la nostra rosa ormai vale quasi zero. Possiamo raccattare qualche euro da qualche giovane, ma di fatto a Giugno 2024 saranno le macerie vere, Mourinho ci lascia con una squadra da rifondare, rapporti con arbitri, lega e uefa da riallacciare, morale dei giocatori da recuperare.

      Punto. Non c’è da essere allenatori di serie A per sollevare queste 3 critiche, “abbiate la dignità di tacere” non ci sta proprio, questo allenatore sta distruggendo la mia Roma, fammi almeno criticare su un forum di calcio (che sta lì per quello).

      Infine, ma questa è una cosa soggettiva, così come molti lo amano io lo detesto. È una persona arrogante, spocchiosa, litigiosa, paraculo senza empatia e rispetto per gli altri. Ci facesse vincere lo scudetto esulterei e lo ringrazierei, ma non cambierebbe di una virgola quello che penso di lui come persona.

    • @schotc fossi in te farei in corso da allenatore se volessi capire certe sfaccettature.
      Io umile appassionato di AS Roma, mi godo chi porta gol, onore, risultati e gloria💛❤️

  8. commenti alla barbara d urso.
    3 anni di non calcio e siamo in zona retrocessione…..altro che guardare al passato come dei depressi

    • La finale vinta opera di Barbara Palombelli. Quella persa ai Taylorigori per mano di Federica Sciarelli… k akatur.

  9. Che fosse un uomo e un tecnico dal grande passato e di spessore anche culturale non ci voleva questa intervista a stabilirlo.
    Nessuno ha mai negato la grandezza di Josè Mourinho, si passerebbe per fessi.
    Nello sport come nella vita però il presente ha sempre più valore del passato; c’è un’ascesa, un plateau e poi una discesa. Vale per tutti nessuno escluso.
    Il CV di Mourinho dal 2015 ad oggi racconta di piazzamenti che vanno dal sedicesimo posto al sesto, tre esoneri, e due successi nelle coppe di secondo piano, peraltro conseguite sempre con la squadra favorita dai bookmakers per la vittoria finale.
    Offerte da top club non ne ha ricevute, ha/aveva quelle, come ha delicatamente sbandierato ai quattro venti, della nazionale portoghese e degli arabi.
    E credo pure che la cosa gli roda non poco.

  10. Ma se facessimo un’intervista ad Ancelotti, pensate che troveremmo cose meno interessanti? Figlio di contadini in mezzo alla pianura Padana…ha sfondato come calciatore e poi come allenatore senza nessuno alle spalle. Eppure…
    Eppure a Napoli l’hanno esonerato a furor di popolo, segno che in squadre non blasonate CERTI ALLENATORI EVIDENTEMENTE NON SONO ADATTI. Il problema a Roma è che se all’apparenza ci sentiamo i migliori del mondo, poi sotto sotto ci sentiamo dei poveretti (parlo della squadra) ai quali non pare vero che un totem come Mourinho ci abbia degnato delle sue attenzioni. Lo stesso che è successo per Dybala e ora per Lukaku…possibile che questi fenomeni mediatici si accontentino della…Roma? E questa convinzione ci porta a sperare che i suddetti non ci abbandonino mai, nemmeno quando diventa evidente che ci provocano più danni che vantaggi. Invece bisognerebbe avere più autostima di noi stessi e capire chi ci guadagna e chi ci perde in queste “unioni”.

    • @Chico, permettimi: a Napoli avrebbero esonerato Ancelotti a furor di popolo? Ma chi lo dice? Non è la prima volta che trovo qui dentro questo paragone per rafforzare la tesi che anche i grandi allenatori possono essere esonerati. Ancelotti fu esonerato perché la società non poteva mandar via la (quasi) totalità dei calciatori che gli si erano rivoltati contro. Ricordi l’ammutinamento guidato da Allan e Insigne (ma il protagonista maggiore si rivelò poi essere Hisay) e che si rifiutarono di andare in ritiro?
      Inoltre bisogna ricordare che il loro super presidente (per molti che frequentano questo sito) lo sostituì con… Gattuso. Facendo infuriare (e non poco) i suoi tifosi.
      Tutto questo per la precisione (come diceva Massimo Buscemi, ospite fisso di “quelli che il calcio”) e aggiungo, a scanso di equivoci, che la mia precisazione non è usata per sostenere che i grandi allenatori non vanno esonerati. Ma soltanto per amore di verità.
      FORZA ROMA SEMPRE

    • Napolista, a furor di popolo intendo che i tifosi non lo volevano più x i risultati al di sotto delle aspettative. L’ammutinamento di cui parli fu contro il ritiro, non contro il tecnico. Lo stesso Allan (uno dei capi della ribellione) poi andò all’Everton proprio con Ancelotti. Sempre x la precisione. Il senso del mio discorso era un altro: era un parallelo con un’altra società poco vincente che si è saputa separare senza traumi da un mister più importante di lei. Ciò le ha permesso di andare oltre (dopo Gattuso è arrivato Spalletti). Il tifo romanista invece è spaventato dal cambiamento, pure quando il rapporto è logoro ed è evidente che non c’è nessuna crescita della squadra, anzi…

  11. credo che Moi come tutto si possa criticare per alcune scelte per ego a volte ecxessivo, ma come uomo poco gli si può dire..personaggio con un grande cuore affascinate e molto molto intelligente, spero che velocemente i quadri la situazione capisce dai suoi errori e sfrutto la rosa disponibile al 100 per cento, gli e rimasto cl e tutto noi un magone tale di quella maledetta sera che farà l impossibile per tornare in finale ..daglie mrr…!! forza Roma !!

    • Umbro, te voglio bene ma….. controlla i tuoi post prima di spedirli.Leggerli e’ un tour-de-force. Se la Roma ha il non-gioco, tu hai la non-sintassi-spelling!

  12. Il suo dire… ho ancora sei mesi….. no sono 8 mesi poi andra’ via, vincente o non vincente. Lo ha detto chiaro dopo tutte ste critiche sul gioco, sulle scelte da incominciare da parte della stampa poi l’essere ghettizzato da parte di arbitri federazione ecc ecc l’associazione allenatori un’altra vergogna ! Non lo ha mai difeso. Dispiace che vada via ma sinceramente sono basito dai commenti contro di lui come se ci fosse una regia nascosta che fa’ dell’attacco alla persona come lui, che un grande uomo a piu’ di 60 chiede scusa ad un giornalista ditelo al Gasperino di Turno o al Sarri incazzato con il Mondo imparassero da lui ad avere rispetto. Qui Mou ha trovato rispetto in parte da una tifoseria che lo ha fatto sentire importante piu’ di quanto si sapeva, praticamente “uno di noi” appartenente alla famiglia giallorossa per poi una parte attaccarlo su tutto…Assurdo mah cosi e’ il mondo senza riconoscenza..

  13. Da quando è arrivato alla Roma ha avuto tutti contro, si parla di lui con sufficienza, con presuntuosità, con astio. Sotto sotto in molti sperano in un grande tonfo, per sentirsi migliori di lui. È per questo che non smetterò mai di sostenerlo.

    • Ha avuto tutti contro?????
      Ha avuto ed ha ancora più credito di Liedholm, Capello e Spalletti messi uno sopra l’altro.
      Non da parte mia, sia chiaro, che conto zero e consapevole di esserlo.

    • Io penso che molti che scrivono qua non guardano né la Roma ne sono di Roma.

      Maja non ce l’ho con te, ma dire che ha avuto tutti contro da subito è follia e non aver vissuto ne visto la Roma…

      Ha avuto tutto con lui, stampa, radio, giocatori, persone…

      E ancora, davanti l’evidenza, si continua a giustificare un operato folle.

  14. Abbiamo tre fuoriclasse: uno è un genio ma fragile, l altro è un mostro ma non nostro, il terzo è il Calcio. E c’è gente che gli sputa addosso, criticando le gestioni delle partite, dall’ alto delle finali giocate a Villa Pamphili

  15. Sotto il punto di vista della comunicazione mou, È IL TOP.

    È un grande gestore, è uno che ha dimostrato di saper gestire campioni e vincere tutto.

    MA.

    Il suo calcio è un calcio molto vecchio che fa TOTALE affidamento sulle giocate dei singoli e una buona fase difensiva.

    Alla Roma ha dimostrato di parlare, anche troppo per i miei gusti, ma ha vinto si, una conference e basta.

    Le finali non sono vittorie, mi dispiace far scoprire questo alle persone, ma la vittoria è una cosa, la sconfitta è un altra.

    Una conference, due settimi posti (praticamente), due eliminazioni dalla coppa Italia e un inizio shock quest’anno.

    Queste sono le cose fattuali.

    Potevi vincere la conference con un Fonseca qualsiasi?

    Assolutamente SI.

    Stiamo parlando di 8mln circa netti l’anno.

    Dove fa la differenza Mourinho? nei risultati?

    più no che si.

    Valorizzazione dei giocatori?

    No.

    Ma devo ammettere che ha compattato la tifoseria, questo glielo concedo.

    Ma in tal modo gli 8mln netti l’anno non sono giustificati.

    Questa è fattualità, poi il resto sono chiacchiere da bar.

    Lui è pagato per trovare soluzioni e valorizzare i giocatori, non per vincere (colpa della società nella strategia).

    Vincere fa parte di un percorso e io sono 3 anni che non vedo un percorso di crescita.

    • Tu hai parlato di Conference giustamente, io lo scrivo da sempre, tutto il castello costruito su Mourinho si basa sulla Conference, ma è una competizione di terza fascia, le squadre che battemmo erano scarsissime. Lui ci rinfaccia che la Roma non aveva mai raggiunto due finali europee di seguito, e certo ma prima non esisteva un trofeo di quel livello. La verità è che il tifoso adora il personaggio non rendendosi conto che ha fatto il suo tempo.

    • Perché crescita=vincere? Spiegamento grazie. Con due squadre de pippe ha vinto una coppa e sfiorata/rubata un altra. Dove vedi il nesso?

    • E Taylor che non vede un fallo di mano in area di rigore non è attualità!? O è fatalità?
      Felix, Tahirovic, Volpato, Zalewsky, Bove non sono stati valorizzati?
      Quest’anno, per ora, manca qualcosa. Si è fermato un percorso di crescita che si vedeva. La squadra non perdeva più la concentrazione, era un blocco unito con una difesa compatta che raramente svaccava e prima o dopo qualcosa succedeva là davanti. Il record di pali europeo non è una invenzione, è fattualità. Il bel gioco piace a tutti ma a me piace anche non prendere gol. Quest’anno è iniziato male, ma può ancora finire bene.

    • No, Lory, scusa, lui è pagato eccome anche per vincere possibilmente. Un club come la Roma ha il dovere di assumere un tecnico per vincere.
      Tutti vogliamo vincere, nello sport professionistico si compete non si partecipa.
      Ma in genere le vittorie arrivano assieme ad un percorso, alla valorizzazione dei giocatori.
      Non è che una cosa sia alternativa all’altra.
      Le squadre vincenti in genere valorizzano i propri giocatori, come è accaduto per Milan e Napoli.
      Semmai la cosa strana è che qui questo si sia visto ben poco in questi due anni, malgrado le due finali e la vittoria in Conference.

  16. pardon Sting, hai ragione, sorrido per la tua ironia anche se la trovo un po” forzata, il messaggio e’ partito senza che potessi controllarlo, non e’ questione di sintassi, sono semplicemente refusi possibili quando si scrive in fretta col telefonino e magari non si ha modo di rileggerli a fondo e correggerli, il concetto era semplice, nulla di trascendentale, Mou ha i suoi difetti forse il più grande e’ non riuscire a migliorare i giocatori che ha a disposizione, non parlo dei campioni, quelli migliorano da soli, a volte e’ arrogante e non ammette mai di aver sbagliato quando di errori anche in questo inizio campionato ne ha fatti parecchi, detto questo ascoltare una sua intervista e’ sempre piacevole perché traspare dalle sue parole grande umanità, intelligenza e perspicacia, credo che come uomo sia e resti un grande pertanto rimango onorato che sia il coach della nostra amata Roma, tutto qui, da persona intelligente e vincente quale e’ sono sicuro che capirà i suoi errori e saprà farli fruttare andando avanti con le partite, .aggiungo in ultimo che come credo tutto noi amanti della Roma MOU ha un magone grande dentro ovvero la finale scippata in modo vergognoso da Taylor e compagnia bella uefa, questo mi fa credere che farà l’impossibile per portarci in finale e dare alla Roma una seconda chance..forza mou e forza Roma…cosi va bene stin?..

  17. Sia quelli che vogliono che rimanga Mourinho e sia quelli che dicono che siamo all’altezza di allenatori meno importanti, devono pure capire che i miracoli succedono poche volte e che la Roma non ha i soldi per comprare giocatori forti.
    Quindi basta aprire bocca e dare fiato a ste stron**te, appicciate il cervello prima di scrivere.

  18. Per quanto rigurada la carriera, Mourinho è uno dei più grandi della storia del calcio, lo dicono i numeri, lo dicono i trofei vinti ed è anche una gran persona dal punto di vista umano.
    Io personalmente l’ho criticato per la prima volta praticamente solo in questa stagione per quanto riguarda queste partite che hanno portato una media punti disastrosa e stavolta senza attenuanti a sua discolpa. Anche i più grandi possono sbagliare, sono sempre esseri umani e per uno spaccato della loro storia si possono criticare per quello spaccato di storia in cui sbagliano ma per il resto della loro storia, i meriti in generale e le varie imprese compiute vanno sempre riconosciute e non dimenticate mai.
    Un allenatore in generale poi, in un club, in una squadra ha un suo ciclo con una durata più o meno breve, può essere 2 anni, 4 anni, può fare grandi cose in un solo anno e basta, dipende da vari fattori. Gli allenatori che in un posto durano parecchi anni sono un’eccezione, per fare ciò, ogni 2-3 anni bisognerebbe cambiare una decina di giocatori in una rosa perché calano le motivazioni di alcuni o gran parte dei giocatori spesso titolari o cosiddetti senatori, se vincono poi c’è anche il rischio di appagamento e lo stesso allenatore anche se fosse il migliore di tutti, anche se avesse vinto, inesorabilmente in certi casi diventa inadatto come se fosse involuto.

  19. @Sop che non ti piacciano le partite della Roma allenata da Mourinho posso capirlo. Ho anche io occhi e senso estetico calcistico.
    tuttavia dissento sul fatto che quello sia il gioco di Mourinho. Mourinho ha vinto tanto perché mette in campo le squadre per impedire all’avversario di esprimere i suoi punti di forza. Dopodiché, se ha qualità nei suoi giocatori, tira fuori anche sprazzi di bel gioco.
    Ma il bel gioco non è il suo scopo. Il suo scopo è legare le braccia all’avversario. E poi buttarlo giù.
    Il suo scopo è vincere.

    Questo vale nella singola partita o nell’arco di una stagione.

    Questa filosofia può piacere o non piacere, ma in questo lui è maestro.

    A me piace. Io preferisco che la Roma vinca una partita noiosa piuttosto che perda una partita brillante.

    È ovvio che anche quelli che trovano noiosa la partita sono contenti se la Roma vince. Però se perde allora no. Allora le critiche diventano feroci.

    Ma in questo momento ci sono ragioni che poco hanno a che fare con Mourinho, che ha accettato di allenare la Roma anche con restrizioni di rosa e impossibilità di fare mercato.

    La considerazione sul mercato della Roma e lo svuotamento della rosa mi trova d’accordo. È un altro all in come quello della finale di EL.
    È rischioso puntare tutto su prestiti e giocatori fisicamente fragili.

    Ma non credo che sia dipeso da Mourinho. Lui avrà avvallato certi acquisti e scoraggiati altri. Avrà espresso delle preferenze. Gli hanno dato quello che è stato possibile.

    Glielo hanno dato tardi. E quasi tutti non erano tatticamente pronti e/o fuori condizione.

    Mourinho sta facendo le nozze con i fichi.
    Che poi possa sbagliare anche lui è fuori discussione.

    Il tiro al piccione con l’allenatore non lo accetto. Non è libertà di critica, ma puro masochismo.

  20. Una vittoria contro il Frosinone e due paroline nostalgiche e va di nuovo tutto bene per gli ormonali del sito (sicuramente è stato rivalutato anche Pellegrini per il suo gol semestrale).
    Intanto siamo per il terzo anno senza un gioco e con risultati da zona salvezza.
    Ad oggi è il peggior allenatore della Roma degli ultimi 10 anni. Fatti.
    Per fortuna l’incantesimo è già svanito per molti, arriverà anche il vostro turno.

  21. Dai Mister deve avere coraggio in questo momento di cambiare schema, non abbia paura a tagliere gli esterni che vanno in attacco non ci servono, faccia una difesa a quattro con uomini che rimangono a marcare le punte avversarie, Spinazzola e Zalewski Karsdorp per il momento non li schieri, non danno quella copertura necessaria. In porta metta Svilar a centrocampo metta Bove Paredes Cristiante in attacco Azmoun, Lukaku, Dybala e in difesa Celik, Mancini, Ndicka, Kristensen. Questa è una formazione che potrebbe dare i suoi frutti, una svolta vera, più coperta e con un attacco più esplosivo fatto di tre attaccanti. 💛❤️🇮🇹

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