Pallotta o la banca: chi avrà ragione?

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GIALLOROSSI.NET (A. Fiorini) – Mai come adesso possiamo dire che i rapporti tra Unicredit e la proprietà americana sono ai minimi storici. Grande freddezza ha dimostrato in questi giorni la banca, socio di minoranza dell’As Roma. Soprattutto ieri, in occasione di un Cda che si attendeva come particolarmente acceso fra le due anime del club. Le parole del vicepresidente Cappelli (“Siamo in balia degli eventi“), ma anche l’assenza (fisica) di alcuni uomini chiave della banca (Fiorentino, lo stesso Cappelli, Marra) sono piuttosto indicative del distacco di UniCredit da quello che sta accadendo intorno alla Roma.

Da una parte c’è James Pallotta, il suo entourage statunitense e quello italiano (Baldissoni, Baldini): la metà che si dice certa della solidità finanziaria dello Sceicco. Nessuna “bufala”, è la loro tesi. Anzi, la due diligence americana avrebbe addirittura individuato il fondo a cui Al Qaddumi potrebbe (il condizionale è d’obbligo) aver accesso . Un fondo di dimensioni ingenti, che potrebbe permettere al potenziale socio non solo di entrare a far parte del club, ma anche di dare una mano agli americani con una ricapitalizzazione più “robusta” del previsto. Questo è almeno quanto credono James Pallotta e i suoi uomini. Ora però bisogna capire se lo sceicco ha davvero la possibilità di attingere a questo fondo. La Roma si è detta disposta ad attendere, ma non oltre il 14 marzo

Dall’altra parte della barricata c’è però la banca. Che non ritiene valida la figura di Al Qaddumi, vecchia conoscenza di UniCredit. La banca guarda allo sceicco con grande scetticimo, e non vede affatto di buon occhio questa trattativa prolungata con la proprietà americana.

A sostenere la tesi di Unicredit ci stanno pensando tutti i giornali, che ogni giorno sfornano un articolo volto a sminuire (per usare un eufemismo) la figura di Al Qaddumi.
A favore degli americani c’è una tesi che vuole la banca avversa a questa operazione perchè, con l’ingresso dello sceicco e conseguente massiccia ricapitalizzazione, Unicredit vedrebbe diluita la sua quota nell’As Roma, senza trarne alcun vantaggio. Da qui nascerebbe, anche in questo caso il condizionale è obbligatiorio, l’avversione della banca alla trattativa.

Quale dei due contendenti, alla fine dei giochi, potrà dire all’altro te l’avevo detto?

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