NOTIZIE AS ROMA – Non sappiamo se Marco Borriello abbia mai visto il film diretto da un Paolo Sorrentino agli esordi e interpretato da Andrea Renzi e Toni Servillo. Ne “l’uomo in più” s’intrecciano le storie di due fratelli, un calciatore ed un cantante, entrambi sulla via del tramonto. Poco a che vedere con la storia decisamente originale di Marco Borriello nella Roma. Da qualche anno a questa parte una sorta di uomo in più nel doppio senso della parola. Di troppo, perchè in esubero rispetto alle scelte tecniche degli allenatori giallorossi, oppure un vero e proprio rinforzo per un settore, l’attacco della Roma, sempre e comunque prodigo di gol intorno al Totti totem.
La storia di Borriello alla Roma è una storia tormentata, degna di una fiction magari non di primordine. Innamoramenti, tradimenti, vado e vengo. La Roma lo acquistò nell’ultimo giorno di mercato dell’estate 2010. Un prestito con obbligo di riscatto a 10 milioni che di fatto scaricò l’onere dell’acquisto (e del contratto quinquennale a quasi 4 milioni di euro netti a stagione) sulla gestione successiva a quella della famiglia Sensi che in quel periodo aveva iniziato le pratiche con la banca per la cessione della società. La prima stagione è stata sicuramente la migliore in giallorosso con 34 presenze e 11 gol in campionato, e, comprese le coppe, 46 presenze e 17 reti. Poi è cominciato l’andirivieni in prestito, con la Roma nuova gestione intenzionata a non avvalersi del suo apporto con la necessità di abbassare in qualche modo il suo stipendio. Due anni fa il prestito alla Juve a gennaio andò incontro parzialmente a questa esigenza.
Una delle prime frasi pronunciate in italiano da Rudi Garcia: «Marco ha la dinamite nel piede sinistro». Quel Marco naturalmente è Borriello e l’episodio risale alla primissima partita della Roma a Riscone di Brunico, quella contro i dilettanti tirolesi. Ma già allora Borriello si sentiva un po’ un separato in casa, forse sicuro che il passaggio al Genoa sarebbe stato automatico come nella stagione precedente. Si parlava già a giugno dello scambio con Gilardino. Quasi fatto si diceva, come l’altro ieri… Poi è andata diversamente, Borriello è rimasto e ora Rudi Garcia, uno che “vuole farsi amare dai suoi giocatori” dovrà recuperare Marco soprattutto sotto il profilo psicologico. Perchè alla fine Borriello e il suo sinistro alla dinamite possono anche essergli molto utili in un attacco che, in attesa di Destro, non ha il centravanti forte fisicamente, in grado di far gol di testa sui cross dalle ali o da situazioni da calcio piazzato, tipo calcio d’angolo o punizioni dalle fasce.
Lo hanno accolto con le fanfare e le bandiere. Era il 31 agosto del 2010 e, proveniente dal Milan, cadeau “avvelenato” di Galliani. Marco arrivò nell’entusiasmo generale. Quella Roma, pur al crepuscolo societario, aveva sfiorato lo scudetto. Ranieri mostrava ancora i muscoli e c’era entusiasmo intorno alla squadra. I numeri di Marco in quella stagione furono più o meno all’altezza delle sue stagioni migliori: 46 partite e 17 gol tra campionato e coppe, ma in una Roma che non seppe ripetersi, fallendo più o meno tutti i traguardi pur riuscendo a centrare l’ingresso in Europa League. Ma il numero che resterà più impresso nella memoria collettiva è quel venticinquemila. Accadde il 17 febbraio del 2011, partita all’Olimpico di Champions League (già, la Roma giocava ancora in Champions…) contro lo Shakhtar. Ranieri lo spedisce in panchina e lui, in favore di telecamera esclama: “Che fa, tiene in panchina me che ho fatto venticinquemila gol?!”. Poi chiese scusa, ma l’esternazione in diretta Tv ne marchiò il proseguio della stagione.
Scurdammoce ‘o passato… Borriello è napoletano, più precisamente di San Giovanni a Teduccio, segnato quando era ancora bambino dalla morte violenta del padre ad opera della camorra. Poi ha lasciato la città del golfo e dai 14 anni in poi ha sempre vissuto al Nord essendo cresciuto nelle giovanili del Milan. Ma la tipica frase napoletana si addice molto al momento attuale che vive il giocatore in rapporto anche alla sua società. Sì, Borriello voleva andar via e Sabatini in accordo con Garcia voleva cederlo. Ma non è stato possibile. E allora? Allora Borriello è un professionista e anche un buon centravanti, uno che può essere molto utile a Garcia, che non ha in rosa un attaccante dalle sue caratteristiche.
(Corriere dello Sport, R. Boccardelli)