Azionisti delusi dall’offerta di Friedkin, fallisce l’addio a piazza affari. Ecco cosa può succedere ora

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NOTIZIE AS ROMA – La Roma per ora resta quotata a Piazza Affari, racconta oggi Il Messaggero. Fallisce l’obiettivo di Dan Friedkin di togliere il club giallorosso dal listino milanese attraverso l’offerta pubblica totalitaria promossa dopo aver acquistato l’estate scorsa da James Pallotta l’86,6% del capitale della squadra.

L‘opa, partita lo scorso 9 ottobre a 0,1165 euro ad azione, ha raccolto l’adesione solo dell’1,674% del capitale, nonostante una settimana di proroga del periodo di offerta. Troppo basso il prezzo proposto dai nuovi proprietari americani: un terzo circa del valore del titolo quando l’opa è stata annunciata lo scorso agosto e ancora largamente sotto, nonostante i forti ribassi recenti, anche agli 0,1484 euro segnati ieri in chiusura dalle azioni in Borsa. Un valore anni luce distante dai 5,5 euro a cui la Roma venne quotata sul mercato azionario.

Gli azionisti, delusi dall’offerta messa sul piatto da Friedkin, non hanno dunque accolto l’appello dell’amministratore delegato della Roma, Guido Fienga, che nelle scorse settimane aveva invitato i soci ad aderire all’offerta per consentire «alla nuova proprietà di far progredire l’As Roma nel programma di potenziamento del club e, di conseguenza, di investire più risorse nella società stessa e nel rafforzamento della squadra».

E ora che potrebbe succedere? Ora il nuovo proprietario americano potrebbe imporre una fusione dell’As Roma con un’altra sua società non quotata per arrivare poi alla cancellazione del club dal listino, ma si troverebbe, con ogni probabilità, a dover pagare un prezzo più alto di quello offerto con l’opa appena fallita. Nel caso una parte dei soci di minoranza non dovesse aderire, il nuovo proprietario californiano potrebbe sottoscrivere la quota inoptata e salire sopra il 95%. E a quel punto imporre l’addio a Piazza Affari.

Fonte: Il Messaggero

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41 Commenti

    • Sì, perché – se non ricordo male – lui è nato in California, poi si è trasferito in Texas dove ha avviato la sua attività. Ovviamente quasi tutti i media scrivono o dicono che è texano visto che vive in quello stato.

    • Fienga salirà oltre il 95% imponendo lui le regole per uscire d’abbborsa del tifosotto in minoranza

  1. L’appello di Fienga, anche se mosso da un valido motivo come quello di consentire alla nuova proprietà maggiori investimenti, fa ridere. In fondo non si può biasimare chi non vuol vendere a 1 cio che ha acquistato a 5.

    • Thats capitalism, baby. Se compri una macchina ora a 30, tra 5 anni la rivendi a 10; anche se l’hai tenuta come nuova in garage con pochi kilometri. Le azioni di una società non sono una macchina, ovvio, ma seguono lo stesso principio. A meno di follie di mercato, da quelle azioni non ci ricaverai mai + di 5 dalla sola vendita.

    • Come si fa a paragonare azioni a una macchina ? Chi ha comprato azioni Amazon cinque anni fa oggi le può rivendere al quintuplo, pur avendole tenute “ferme in garage”.

    • No Rossa, non credo che il paragone sia appropriato. Chi investe in titoli senza scopo puramente speculativo, lo fa proprio con un orizzonte temporale di medio lungo termine.
      Nel mio piccolo lo faccio anch’io (solo con ETF) nella speranza che l’investimento frutti nel tempo.
      Ovviamente chi ha investito nel titolo Roma, lo ha fatto con intenti diversi: quello dello speculatore, trattandosi di un titolo ad alta volatilità e bassi volumi di scambio, con un prezzo che poteva anche essere poco realistico rispetto al valore del bene che rappresentano; oppure per valore affettivo, cioè quello di sentirsi proprietari di un pezzetto della propria squadra del cuore.

    • Ragazzi, capisco le risposte piccate, ma io per primo dicevo che l’analogia non fosse identica. Parlavo di principio. Le azioni di una società, come qualsiasi bene, merce, o sa dio cosa l’economia possa dare un valore, sono soggette a domanda ed offerta, più la totale soggettività nel dare un valore iniziale. Il valore di una macchina cambia perché nell’esatto momento in cui la rivendi (anche due giorni dopo averla comprata) non è la stessa macchina di prima (paraddosso, ve’? Ma così è l’economia). Lo stesso vale per le azioni. Poi magari interviene chissà quale fattore per cui la domanda sale e, a pari offerta, il prezzo sale. Però non avrà mai più quel valore iniziale. That’s all, fine dei giochi. Puoi sperare nella botta di culo per cui chissà quando ci riguadagni, ma non è una questione di tempo. E non sto parlando di rendimenti, interessi, etc. Solo di principi che, per quanto m’è dato sapere, sono basilari.

    • sono convinto anche io che chi non vende le azioni lo faccia per motivi affettivi, oramai c’è poco da speculare, il delisting checché ne dicano i siti gobbi non è fallito, è solo rimandato, ed è inevitabile.

      E visto che lo è, serve poco tenersi i titoli a fini speculativi.

      Con gli aumenti di capitale non sottoscritti dai cosiddetti “azionisti romantici” (perché devi spendere altri soldi senza dividendi né garanzie che si valuti il titolo) piano piano ci arrivi, e anche se venissero sottoscritti sempre, la quota di maggioranza aumenterebbe comunque, essendoci più titoli.

      E siccome la Roma fa una “vita” che non si può permettere con i ricavi che ha (tanto più col covid), gli aumenti di capitale ci sono e ci saranno fino a quando non arriveranno i ricavi dello stadio.

      Quindi ripeto, altro che fallimento, è solo questione di tempo.

    • Perdonami Rossa, ma il tuo ragionamento continua a non filare. In realtà chi aderisce ad un IPO lo fa esattamente con la speranza che l’azienda prosperi, cresca, produca dividendi, e il valore del titolo aumenti.
      Gli esempi al riguardo sono innumerevoli: la stessa azienda per la quale lavoro si collocò sul mercato a meno di 20 euro per azione.
      Adesso lo stesso titolo sta per sfondare i 100 euro.
      Se fosse come dici tu nessuno investirebbe i propri soldi in titoli, non trovi? Poi, certo, ci sono le crisi, la scommessa sbagliata, le bolle speculative, e tanto altro.
      Ma nel lungo termine, l’investimento in titoli di un’azienda solida, in un mercato affidabile, è molto probabile che renda un profitto.
      Il valore dell’automobile è sempre invece destinato a scendere fino ad azzerarsi, tranne nei casi di oggetti da collezione.

    • UB40, probabilmente mi sbaglio visto che non sono un luminare in queato ambito ed ho una forma mentis analitica per professione, cosa che non si sposa molto con l’economia. Mi pare, però, che tu stia parlando di rischio d’investimento, ch’è quello che spinge la gente ad acquistare azioni; mentre io sto parlando di cosa cambia il prezzo di un azione. Il rischio d’investire nella tua azienda è minimo, e questo può invogliare la domanda. Io parlo però di quello che diceca Rod: persone che soerano di ritornare dell’investimento iniziale dopo ch’è cambiato così al ribasso. Questo non funziona, perché il prezzo domani non dipende da quello ch’è successo ieri. Ci può essere correlazione, ma è diverso da causalità. Puoi scommettere oggi per domani, ma scordati i soldi di ieri. Sono andati a meno di eventi eccezionali, come dici te. In questo, e non ovviamente in ogni dettaglio, le azioni sono simili al valore della macchina.

      P.s. confesso anche che sono un po’ “ostile” all’argomento, visto che non sono di certo un fan del capitalismo e la finanza in generale

    • Ok Rossa, così è meglio. Certamente chi ha acquistato il titolo a prezzo di collocamento e ancora lo custodisce non ha alcuna chance di recuperare quei soldi, neanche chi lo ha preso a 0,5 euro, ma questo per le intrinseche caratteristiche del titolo.
      Era, da quel punto di vista, un investimento a perdere in partenza. Chi l’ha fatto doveva essere consapevole che si trattava di un atto di amore e non di una rendita per la vecchiaia.
      Poi c’è anche gente che invece nel tempo i soldi ce l’ha fatti: ma parliamo di un’altra categoria di investitori, coloro che vengono volgarmente detti speculatori, i quali approfittano delle oscillazioni del titolo nel breve termine, soprattutto in tempi di indiscrezioni su eventi straordinari quali i cambi di proprietà.
      Considera anche che per questi è indifferente la direzione in cui si muove il titolo, perché scommettono allo stesso modo su rialzi e ribassi.

  2. Premetto che non capisco un’acca di finanza.
    Un’azione è un “pezzetto” di proprietà di una società, giusto? Quanto vale adesso quella società? Lo dice la quotazione in borsa o il valore degli asset?
    Le sue Friedkin quanto le ha pagate a Pallotta e soci?

    • Si, una azione rappresenta una quota, ovvero una percentuale di proprietà .
      Il valore di una società è dato da più del valore di tutte le azioni, perché vanno compresi parametri vari.
      Friedkin ha pagato le azioni, se non ricordo male, esattamente quanto ha offerto agli altri azionisti.

    • Capito, grazie. Un’ altra cosa non capisco: 11 centesimi sono circa un cinquantesimo di 5,5 euro. Perché si parla di frazioni come un quinto anche negli interventi qui sotto?

    • perchè le azioni sono state messe sul mercato 20 anni fa a 5,5 euro, ma ad agosto 2020, quando Friedkin ha acquistato le quote, in borsa le azioni erano quotate a 55 cent. ovviamente Friedkin le ha pagate a 11 cent perchè si è accollato anche i 400 e passa milioni di debiti.
      Ai piccoli azionisti dei debiti non gli frega nulla, vorrebbero da Friedkin come minimo il prezzo di quotazione in borsa.
      Fossi in Friedkin incaricherei i miei avvocati di mandare una p.e.c. ad ogni azionista che abbia anche una sola azione dove lo informo che dati i debiti a cui la società deve far fronte per i prestiti precedenti più la crisi legata al covid19 il consiglio di amministrazione richiede agli azionisti il rientro immediato di tutte le quote debitorie più una quota per l’aumento di capitale di 250 milioni a scadenza dicembre 2021.
      (in poche parole, tenetevi le vostre azioni ma cominciate a cacciare i soldi) sono convinto nel giro di una settimana gli vendono tutte le azioni a 10 cent.

  3. Ma perché devo leggere sempre articoli deprim6da sto giornale?!
    Sarà vero?
    Ancora ancora ne avessimo avuto notizia dal Sole 24 ore…
    Io cmq ci vedo sempre malafede.
    FORZA ROMA

  4. Era più che prevedibile che l’OPA fallisse, considerando che i possessori di quei titoli le hanno pagate un prezzo dalle tre alla cinque volte superiore al prezzo dell’offerta.
    Né si può incolpare Friedkin di chissà quale tentata truffa, poiché quello è il prezzo che lui stesso ha versato per l’acquisto del pacchetto (e questo è strano perché gli infallibili ragionieri ballottesi garantiscono che il valore della Roma fosse decuplicato).
    D’altronde mi trovo anche d’accordo col pensiero di Rod più in alto, nel non biasimare chi non ha voluto cedere ad un prezzo mediamente più basso del 70% rispetto a quello di acquisto.
    Il delisting avverrà comunque, essendo questa la volontà della proprietà e molto sottile il margine che separa dalla soglia del fatidico 90%. Solo richiederà tempi più lunghi e uno sforzo finanziario maggiore.
    Gli strumenti ci sono, e li ho pure illustrati qualche giorno fa. Si tratta solo di analizzare tempi e costi di ognuno di questi.
    Per chiudere, ricordo sommessamente ai ragionieri del passato regime che, quando ci fu il precedente passaggio di proprietà il titolo era quotato 0,6 circa e l’OPA fu lanciata a 0,4 (il prezzo stabilito dal contratto di vendita). Trovate le differenze…

    • non so se dico una cosa sbagliata, ma l’effetto delle ricapitalizzazioni che sosterrà Friedkin non sarà anche quello di aumentare la sua percentuale di proprietà sul pacchetto azionario? se è così, il limite per uscire dalla borsa non potrebbe raggiungersi in questo modo?

  5. Tanto, se non aderiranno al prossimo aumento di capitale, ci rimetteranno anche di più rispetto a quanto sarebbe successo se avessero accettato sull’offerta. In ogni caso, l’uscita dalla borsa porterebbe solo benefici, ma comunque l’As Roma rimarrebbe una S.P.A., con tutte le implicazioni del caso.

    • Credo che la quasi totalità dei possessori consapevoli e istruiti abbia preso in considerazione l’eventualità, e quindi anche la decisione di aderire all’aumento di capitale. Oppure non farlo e, nel caso Romulus and Remus Investments LLC sfondasse la quota del 90% sarebbe poi comunque costretta a lanciare un’OPA residuale con prezzo stabilito da una perizia, alla quale i piccoli azionisti non potrebbero sottrarsi, pena la perdita di tutto il portafogli. Non credo che in quel caso il valore della perizia possa discostarsi di troppo da questo.
      Quindi, tutto sommato, non hanno troppo da perdere rispetto al 70% minimo che avrebbero perso adesso.

  6. X Lasfiga
    Provo a rispondere alla tua domanda sul prezzo di collocamento.

    Normalmente i soldi reperiti mediante collocamento di azioni in borsa vengono utilizzati dalle società per progetti di sviluppo/espansione.
    In questi casi, se tali progetti hanno successo, i soldi investiti in sede di collocamento possono anche fruttare parecchio, come accaduto a chi investì a suo tempo nelle big della new economy americana (Apple, Amazon etc..)
    Il buon Franco Sensi utilizzò quei soldi, i miei e quelli di molti altri tifosi che, principalmente per motivi affettivi, richiesero le azioni in sede di collocamento, per consentire alla Roma di vivere al di sopra delle proprie possibilità,
    Il collocamento avvenne nel 2000. 15 milioni di azioni a 5,5 euro l’una. Circa 80 mln di euri che vennero principalmente utilizzati x ammortizzare l’acquisto, per una cifra simile, di un giocatore, all’epoca ultra trentenne e con le ginocchia già compromesse, che però ci consentì di vincere il nostro ultimo scudetto.
    Per chi, accortosi della situazione, vendette in perdita le azioni di As Roma sul mercato, si trattò di una perdita economica che ci può stare ed in parte compensata dalla gioia sportiva.
    Altri tennero comunque le azioni in portafogli, azioni che a breve arrivarono a valere una somma vincita a zero, tenuto anche conto dei diversi aumenti di capitale deliberati nel tempo dalla società e del fatto che in tutti questi anni As Roma ha continuato a vivere al di sopra delle proprie possibilità, con spese, sopratutto per stipendi, non compatibili con fatturato.
    Superfluo spiegare come il valore delle azioni di una società che continua a macinare perdite tenda a deprimersi velocemente verso lo zero. Non a caso la vicenda ebbe il suo epilogo con il salvataggio della società da parte della cordata americana, quando ormai Rossella Sensi era ad un passo dal dover portare i libri contabili in tribunale.
    Ecco perché azioni che valevano 5,5 euro l’una sono arrivate ora ad una frazione infinitesimale di tale valore.

    • la mia domanda non è perchè il valore sia crollato ma perchè furono piazzate ad un prezzo tanto elevato. Il valore delle azioni della juve dopo 9 anni di successi è di circa 70 cent. Per me quel valore non ha alcun senso

    • E’ quasi tutto corretto. Dico quasi perché il finale non lo è. La Roma di Rosella Sensi non era sull’orlo del fallimento. Era una società in regime di autofinanziamento da anni con circa 12 miliardi di debito finanziario all’epoca in cui fu “pignorata” da Unicredit quale risarcimento per i debiti contratti dalla controllante Italpetroli.
      E non a caso fu uno dei pochi beni dell’azienda di famiglia sui quali la banca poté rivalersi.
      E fu proprio l’unico anno di gestione Unicredit ad aggiungere gli oltre 40 miliardi di debito che andarono a formare quello di 56 che ereditò la cordata americana. Debito comunque che ammontava a meno della metà dei ricavi di allora.
      La AS Roma in quanto tale non era dunque affatto sull’orlo del fallimento, tanto da essere stata quotata intorno ai 300 mln (OPA inclusa) sia nel caso della mai ufficializzata offerta di Soros sia in quella del fraudolento tentativo da parte di Fioranelli.
      La realtà fattuale è questa, scritta nei libri contabili. E lo dico da uno che non vedeva l’ora di liberarsi della gestione di Rosella, priva di ogni speranza di crescita, data l’impossibilità di investire qualsiasi somma di denaro fresco.

    • Lasfiga, il prezzo di collocamento nel caso di una OPV quale fu quella della Roma nel maggio 2000 non è a discrezione dell’offerente, ma si basa su un semplice calcolo: è il valore delle azioni messe sul mercato in rapporto al capitale sociale. Quello della Roma ammontava all’epoca a 554 miliardi di lire.
      Furono collocate sul mercato 13.000.000 di azioni pari al 29% del totale. Il controvalore era di circa 138 mld di lire, e quindi 10,650 per azione.
      Inutile dire che quel capitale sociale fu rapidamente eroso negli anni successivi da spese che superavano abbondantemente i ricavi. Da qui il conseguente rapido crollo del titolo, che segnava 1 euro già a un anno dal collocamento.
      Chi ha aderito al collocamento non è stato quindi truffato. Doveva semplicemente essere cosciente di ciò che andava ad acquistare. Io me ne sono guardato bene.

  7. Ma, a tutti gli ex nick proballotta, ma il plusvalore della gestione precedente dov’è.
    C’è almeno uno qua sopra che ha scritto l’esatto opposto di quello che ha dichiarato per 5 anni. Ma se il valore del pacchetto è stato acquistato a 1.1, più 300 pippi di buffo…cosa avete raccontato per anni?
    Un saluto a paul rogers che oggi ammette candidamente di non essere un tifoso della Roma, ma che è tuttapposto e che non serve per gestire il media center tifare Roma.
    Questo per far capire chi ha comandato nel mc per 5 anni.
    Un saluto anche ai gaetani, che perfettamente in linea, non hanno mai scritto un forza Roma.
    Ma come dice paul, tuttapposto.
    La Roma ai tifosi non ai professionisti del fuffing.
    Ah vi faccio un altro spoiler, paul è solo l’inizio. Tifosi antiromani che lavorate nella comunicazione della Roma, attenzione the wind of change has come.

  8. Si FEDE ahahahah cime quelli che intervengono appena li nomini, ahahhah qualcuno o qualche automatismo telematico,,,, li avverte? ahahaha sennò nze capisce come fanno ad essere così vigili.
    Quarchiduno tra i CESARONI se lo semo perso pè strada eh,,,, hai fatto caso? Un caro saluto e Forza ROMA

  9. Consideriamo che tutta sta tarantella è stata iniziata dal povero Sensi, che ha fallito lui salvando la Roma, alla fine, per modo di dire “salvata!”. I virtuosismi pallottiani hanno funzionato fino ad oggi, se si andava oltre, falliva veramente. Giustamente, Friedkin non fa beneficienza, perché voi che avresre fatto?

  10. X Lasfiga

    Il prezzo delle azioni in occasione di un collocamento in borsa viene determinato da una perizia che, sulla base degli assets, ma anche delle prospettive, determina il valore pro quota della società.

    Normalmente queste perizie sono di parte, poiché commissionate (e pagate) dalla stessa società che chiede il collocamento.
    Nella relazione propedeutica al collocamento saranno stati illustrati progetti di sviluppo (tipo stadio, aumento del fatturato, penetrazione in nuovi mercati etc..) che hanno consentito di assestare il prezzo a quel livello (di solito viene espressa una forbice tra un minimo ed un massimo).
    In altre parole, quando compri delle azioni in sede di collocamento, paghi in parte il valore attuale della società, ma in parte le “millantate” prospettive di sviluppo di tale valore.
    Sicuramente quel valore era già un po’ “pompato” di suo, ma problema è che stato nessun progetto di sviluppo è mai stato attuato.
    Bruciati i soldi degli azionisti e, ad onor del vero, anche una parte di quelli messi dalla famiglia Sensi, la società si è limitata a tirare a campare finché ha potuto.

  11. X UB40

    Innanzitutto complimenti x il nick (se riguarda il gruppo che ho visto in concerto ormai più di 30 anni fa).

    Anche quanto scrivi tu è in buona parte giusto, sopratutto per quanto attiene alla vicenda di Italpetroli, ma insisto sulla situazione economica disastrata all’epoca del salvataggio degli americani, peraltro simile a quella che ha trovato Friedkin che a sua volta ha operato un salvataggio rispetto alla situazione finanziaria lasciata da Pallotta e soci.

    La prima cosa che fece il gruppo Boston quanto rilevò il pacchetto di controllo della società fu quella di deliberare un imponente aumento di capitale che servì per rifinanziare il debito (non solo quello contabilizzato all’epoca della cessione, ma anche quello che nel frattempo maturava, con giocatori strapagati ed a fine carriera, spesso in tribuna, come il terzo portiere più pagato del mondo Julio Sergio), ed in parte per poter rinnovare La Rosa con acquisti come Lamela, Osvaldo etc..

    In un primo momento funziono in parte anche il tentativo di risanare i conti, grazie ai proventi della Champions ed all’operato di Sabatini nel generare plusvalenze. Sono bastati però due anni senza bonus Champions e da ultimo la botta del lockdown x far precipitare di nuovo i conti.

    Molto simile a quanto fatto ora da Friedkin che, oltre ad aver tirato fuori i soldi per rilevare la società da Pallotta ha dovuto operare una robusta iniezione di capitale per poter far fronte alle pendenze economiche della società ed ad alcune operazioni di mercato come Kumbulla e Smalling.

    • Sì, il nick è in omaggio a quella geniale band anni 80. Se non ricordo male, il primo aumento di capitale fu di circa 50 mln, di cui 20 coperti dall’azionista di minoranza Unicredit. Quindi circa 30 mln, una cifra non proprio imponente. Senza contare che l’acquisto del 60% del pacchetto in mano ad Unicredit (il 70% del totale, essendo il 30 il flottante), avvenne grazie al vendor loan accordato agli acquirenti dalla banca.
      Il credito di circa 70 mln venne poi acquistato con la formula pro soluto da Pallotta nel 2014, che divenne, di fatto, creditore nei confronti di AS Roma.
      Le cifre sborsate nel tempo da Pallotta e soci sono disponibili un po’ ovunque, e dovrebbero ammontare a circa 290 mln di euro. Cifra che, al termine dell’aumento di capitale previsto nel dicembre 2021, il Gruppo Friedkin avrà già investito nel giro di un anno.
      Il dissesto economico attualmente in essere può essere attribuito alla pandemia per una cifra non superiore ai 30/40 mln. La semestrale dello scorso dicembre segnava già -87, di cui neanche un euro attribuibile al covid, ma semplicemente alla scellerata gestione del biennio precedente.
      La situazione economica di 10 anni fa, non era minimamente paragonabile: era una situazione pericolosamente e desolatamente stagnante, che era sfociata nella famosa campagna acquisti di Lobont e Zamblera. Ma la società era fondamentalmente autosufficiente, e lo dimostrano i bilanci di allora, peraltro ancora disponibili. E se li compari con quelli degli anni appena trascorsi, ti renderai conto di quanto il tanto sbandierato valore aggiunto portato da Pallotta sia praticamente zero. Te lo dicono soprattutto le voci riguardo ai ricavi da sponsor e merchandising, praticamente fermi ai valori di 10 anni fa.
      Gli incrementi sui ricavi sono dovuti soprattutto all’aumento dei diritti televisivi, voce che sarebbe comunque migliorata pure se fosse rimasta Rosella.
      In quanto a risultati sportivi poi, beh, Rosella-Pallotta 3-0.

  12. Togliamo di mezzo implicazioni emotive e di amore nell’acquisto di azioni, errore madornale. Il mondo della borsa è l’apice del capitalismo e sicuramente le regole ed il modus operandi, non si basano sulla giustizia o moralità, bensì sul poter guadagnare il più possibile anche a scapito di altri. Quindi se si vuole giocare a questo gioco se ne assumono i rischi. Non è che se guadagni perché licenziano 3000 cristiani va bene e se perdi non è giusto.

  13. “Azzionisti…”📣
    vi volevate arricchire alle spalle della Roma’
    Tièèèè….🦾
    Ad essere pezzenti,ci sarà pure qualche vantaggio… e ‘nnamo no…

    • … Stai a parlare di un paio di mille euri.
      Non credo che questi cattivik azionistik abbiano comprato per speculare.
      … Probabilmente per il buon Dan cambierà poco.
      Sai questo, a differenza del chiquita tanto amico tuo, ha il portafoglio suo…

    • Come al solito non hai capito unka’ Zeno’. Chi nel tempo ha lucrato sul titolo AS Roma puoi stare ben certo che adesso non lo ha più nel portafogli…

  14. ATTENZIONE: La moderazione dei commenti è ora più rigorosa.
    Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.

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