Ancelotti: “Sono certo, Zaniolo diventerà un fuoriclasse. Per me può essere un grandissimo centrocampista”

6
1815

NOTIZIE ROMA CALCIO – Carlo Ancelotti ha parlato del grave infortunio occorso a Nicolò Zaniolo nel corso di un’intervista rilasciata oggi alle pagine della Gazzetta dello Sport. Questo il pensiero dell’allenatore dell’Everton, che da calciatore ha vissuto lo stesso incubo del talento giallorosso:

Ha visto l’incidente di Zaniolo?
«Sì, e mi sono subito accorto di che cosa gli era capitato. Purtroppo ci sono passato, da quelle situazioni, e so che sono momenti terribili».

Che cosa si sente di dirgli?
«Nei prossimi giorni lo chiamerò al telefono, ma deve stare tranquillo. Tornerà più forte di prima, glielo garantisco. Io mi sono fatto male 40 anni fa, ora la chirurgia ha fatto passi da gigante e anche le tecniche di riabilitazione sono in continuo aggiornamento. Sono sicuro che Zaniolo diventerà un fuoriclasse e questo, oltre che per la Roma, è un bene per l’Italia».

Lei, dopo gli infortuni, modificò il suo modo di giocare: da trequartista diventò più mediano. Ipotesi plausibile per Nicolò?
«Zaniolo ha qualità tecniche e fisiche impressionanti. Potrà fare in campo quello che vorrà, non escludo che possa diventare un grandissimo centrocampista, arretrando il suo raggio d’azione».

Fonte: Gazzetta dello Sport

Articolo precedenteFROSINONE-ROMA, i convocati di Fonseca: out Dzeko e Florenzi
Articolo successivoZaniolo, parla papà Igor: “Nicolò sta male, ha paura di non tornare quello di prima”

6 Commenti

  1. Ancelotti prima dell’infortunio con la Fiorentina sul finire del 1981 era un trequartista elegante che portava il pallone benissimo, dotato di intuizioni e capace di tiri in porta, cross dal fondo con entrambi i piedi e lanci tagliati in verticale. Un talento purissimo, il migliore di quegli anni con un’unica pecca, la lentezza. Ancelotti era un pilastro, la sua lunga assenza condizionò grandemente la corsa allo scudetto del 1982 e lui non potè partecipare ai Mondiali in Spagna. Al rientro un anno più tardi, Liedholm gli tolse la maglia numero 10 offrendogli la 4 come simbolo di una nuova carriera. In un centrocampo da fantascienza, Falcao e Prohaska, con Di Bartolomei in appoggio da dietro, quello dello scudetto 1983, Ancelotti fece il portatore d’acqua di lusso (il che è tutto dire), ma apparve fin da subito un giocatore diverso, più grintoso, dinamico e completo, contribuendo grandemente a quella fantastica cavalcata. Si rifece male la fine di quell’anno a Torino, contro la Juve, ricadendo su una gamba sola dopo un contrasto di testa, una jella assoluta. Quel nefasto evento ci costò, forse, la Coppa Campioni (con Carlo in campo Sammy Lee non avrebbe fatto i suoi comodi), se si considera anche il grave infortunio occorso a Falcao, il cui ginocchio era stato martoriato dai colpi degli avversari.
    Dopo la partenza di due colossi come Ago e il Divino, Ancelotti si prese la Roma a 25 anni, ne divenne Capitano legittimo e credibile, e portò la squadra di Eriksson a sfiorare uno spettacoloso scudetto nel 1986. Ceduto al Milan berlusconiano per comprare Voeller e sostituito da Manfredonia, Ancelotti andò a vincere TUTTO nel Milan di Sacchi e Capello da protagonista assoluto.
    Ciò detto, per augurtare a Zaniolo le stesse fortune di Carlo Ancelotti, il cui carattere d’acciaio ha fatto la differenza fra una carriera sfortunata e un’altra fulgida nonostante tutto.

  2. Si con sti Italia adesso basta troppi giocatori stiamo dando alla patria, si rompono in nazionale e chi ne paga le conseguenze poi è là Roma

  3. Il problema che potrebbe venire fuori in futuro sono i cambi di direzione improvvisi che costituiscono un pezzo pregiato di questo grande campione.Il paragone tecnico con Ancellotti non regge,qui stiamo parlando di un potenziale pallone d’oro e l’arretramento del suo raggio d’azione sminuirebbe le potenzialità della sua grande classe…
    Così tanto per parlare.Forza Nic

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome