Di Francesco: “La cavalcata Champions con la Roma? In quel momento mi seguivano in tutto. Dzeko ha un carattere particolare, in allenamento era insofferente”

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA – Eusebio Di Francesco è tornato a parlare della sua avventura alla guida della Roma e in particolar modo della storica rimonta contro il Barcellona del 10 aprile 2018 e della sfortunata semifinale persa poi contro il Liverpool. Ecco le parole dell’ex allenatore giallorosso pronunciate durante una videolezione insieme al presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri.:

Quanto è stato importante per te la figura di Zeman?
E’ stato lui a dirmi di scegliere una strada come allenatore. Ci ritrovammo una sera a cena a casa mia, dopo che io, andando via dal Pescara in B per andare a Lecce in A, avevo consigliato al presidente del Pescara Sebastiani di ingaggiare lui. E a cena, tra un bicchiere di vino e un arrosticino, lui mi disse una frase che non avrei mai dimenticato: “Comincerai a fare l’allenatore quando capirai quello che vuoi. Credi in qualcosa e portalo avanti”. Cominciai così a credere in una certa idea di calcio a base di 4-3-3, a diventare in qualche modo un integralista, si fece largo in me l’idea che cambiare troppo spesso avrebbe tolto sicurezze ai giocatori. Lui fu basilare all’inizio, ma adesso ragiono in maniera diversa e già da qualche tempo. Col tempo ho capito che quando entri nella testa dei giocatori allora puoi anche permetterti di cambiare spesso e loro ti seguiranno comunque.

Il miracolo con il Barcellona?
La prova sta proprio in quella fantastica serata vissuta in Champions League: giocammo con un sistema di gioco diverso, con tre difensori e due trequartisti dietro la punta, ma i ragazzi erano convinti di quello che facevamo. L’idea mi è venuta dopo la partita d’andata. Avevamo perso 4-1, ma non avevamo affatto demeritato almeno per 70 minuti. Poi abbiamo perso un po’ le distanze in qualche momento e abbiamo faticato a dare certe coperture sugli esterni, così è uscita fuori la loro qualità. Da qui è nata l’idea di giocare con tre difensori, tenendo più alti i quinti Florenzi e Kolarov e senza temere l’uno contro uno in difesa. In tanti hanno detto che quella sera il Barcellona non è stato brillante, io preferisco credere che siamo stati bravi a impedire loro di giocare.

Avevi pensato di marcare a uomo Busquets?
Non avevo scelto un uomo, ho preferito dare dei concetti di base: usciva comunque uno dei due centrali di centrocampo. Dietro a chiudere i buchi ho preferito mettere Manolas centrale, pensando che con la sua velocità e la sua capacità di leggere le giocate sarebbe stato più utile di Fazio, che invece poteva anche essere libero di sganciarsi in avanti, come ha fatto. Del resto Federico è davvero un soldato che segue alla lettera le consegne. In più avevamo notato alcune sbavature nella loro linea difensiva, che non lavorava di reparto, ma si affidava piuttosto alle intuizioni personali, così abbiamo studiato anche alcune giocate che in occasione del primo gol di Dzeko e del rigore causato proprio da Edin hanno funzionato benissimo.

Quanto fa male la sconfitta in semifinale contro il Liverpool?
Ci ho ripensato tante volte e oggi magari potrei dire che, se potessi tornare indietro, magari cambierei qualcosa. Ma a che serve? Ecco, in quel periodo la squadra davvero mi seguiva in tutto e per tutto, io mi consultavo anche spesso con loro, e andammo a Liverpool tutti convinti di giocare come col Barcellona, con tre difensori. E per una mezz’ora le cose hanno anche funzionato alla grande anche se poi il risultato non ci ha premiato. Ma commettemmo una serie di errori che mi fanno andare sul concetto del coraggio, perché di fatto avemmo un po’ di paura degli avversari. Poi siamo passati a quattro, prendemmo comunque altri gol, ma poi abbiamo recuperato segnando anche noi due gol. Del resto quella è la squadra che poi vinse la Champions League (in realtà vinse l’edizione successiva, quell’anno perse in finale col Real Madrid, ndr). Del resto, con il gruppo che avevo e con il rapporto che avevamo se non fossero stati convinti di giocare così me lo avrebbero detto.

Come gestisci i malumori dei tuoi giocatori?
Prima di tutto io cerco di capire anche dall’allenamento se c’è qualcosa che non va. Per me è importante il confronto e la condivisione, anche degli aspetti tecnico-tattici. Prendiamo un giocatore importante come Dzeko, caratterialmente un po’ particolare, ma di un’intelligenza non solo calcistica importante. Come tanti altri attaccanti, anche lui in allenamento a volte è stato un po’ insofferente. Così mi è capitato spesso di chiamarlo in ufficio a chiacchierare. Partivamo da un semplice “come stai?” e poi arrivavamo a parlare anche di calcio, spesso trovando la sintesi giusta tra le sue e le mie esigenze. Confronti che duravano anche 45 minuti durante i quali non mi sono mai annoiato. Per me è importante non avere solo soldatini. Questo è il mio modo per affrontare il dissenso. E se non risolvo significa che ho sbagliato qualcosa.

Qual è la tua identità di gioco?
A me piace l’idea di dominare la partita, in fase di non possesso dò dei riferimenti uomo contro uomo nella metà campo avversaria, ma nella nostra metà campo il riferimento diventa il pallone.

Hai imparato qualcosa quando sei andato all’estero?
All’estero sono un po’ più sfacciati, ma in Italia ormai da anni stiamo cambiando e abbiamo imparato a lasciarci andare.

Come si affrontano le sconfitte umilianti?
Col Sassuolo ho preso due volte sette gol dall’Inter, ma la prima volta è stata un’occasione di crescita, la seconda è stata davvero mortificante, e sono andato alla rottura con la squadra.

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18 Commenti

  1. La sconfitta di liverpool, col senno di poi, sarebbe stata CONTENIBILE senza quell assurda marcatura j.j su salah… IMPERDONABILE… la finale era alla portata SOPRATTUTTO per quello che si vide nel turno precedente… quanno ce ricapita?

  2. ma perché non hai parlato quando dovevi ? a ‘sto punto caccia fori tutto e bonanotte, tanto qui er botto è imminente…

    • Eh ma lui mica è come Totti che ha spalato melma sulla Roma dopo aver ottenuto tutto quello che voleva, come gli obiettivi PERSONALI.
      Di Francesco persona umile.

  3. Per anni, mi sono sentito dire che la Roma non poteva costruire bene la manovra dal basso o praticare un buon possesso palla, poiché povera della qualità tecnica necessaria… poi vedevi il Sassuolo e il Benevento di De Zerbi, e capivi che erano tutte fandonie. La realtà, è che il calcio che voleva proporre questo signore, non aveva assolutamente nulla di intrigante o attrattivo: si trattava semplicemente di verticalizzare appena si era in possesso del pallone, senza ragionare e orchestrare una manovra corale. La Roma del 2017/2018 si è sorretta sul gioco di Spalletti, mentre l’anno dopo è stato lasciato tutto al caso, ed è stato lasciato nel cassetto l’unico accorgimento che aveva esportato l’anno prima, ovvero il pressing alto e aggressivo.

    • Anche Zeman verticalizava immediatamente non esisteva per lui il gioco che partiva dal basso eppure era un gran gioco, parlo del Zeman anno 90.
      Per me la Roma di Zeman quella 97/99 era una squadra che come gioco ti lasciava a bocca aperta, bella spettacolare era un piacere vederla giocare, Di Francesco ha cercato di emularlo ci è riuscito a metà, la bellezza di Zeman erano i gol e la facilità con cui portava la squadra a farli, non la stessa cosa si può dire di Di Francesco

  4. “Cambierei qualcosa” dice…hai lasciato jesus 60′ puntato costantemente da salah ad anfield….vedi te Eusè. Sul 3-0 e sul 4-0 Strootman te lo fece notare anche bruscamente, ma te niente, abbiamo dovuto aspettare che klopp togliesse salah.

  5. Il primo anno molto bene il secondo anno si è un po perso ed è stato un peccato, dopo quella splendida partita con il Barca,pensavo veramente di aver trovato un allenatore che sarebbe rimasto a lungo

  6. Il paggetto dell’omino buffo torna a parlare.

    In quel momento della Champions ti seguivano tutti in tutto, poi hanno continuato a vendere giocatori Top 📉 e a portare asini strapagati e giocatori per Villa Stuart.

  7. I giocatori ti seguono finche vinci e vedono che le idee che un’ allenatore ti trasmette portano dei risultati.Poi quando la squadta comincia a deragliare o l’ allenatore e’ bravo a riportarla sui binari giusti o e’ l’ inizio della fine.Purtroppo Di Francesco in questo non e’ stato un’ allenatore psicologicamente valido,e la squadra ha continuato la sua folle corsa fuori dai binari senza piu controllo,un po fotocopia con quello che succedeva alle squadre di Zeman.Le squadre che hanno un ben definito sistema tattico, si basano su delicati equilibri,e basta poco per far saltare tutto.A Liverpool c’ e stata molta presunzione secondo me, oltre a una difesa disastrosa che non dimentichiamo che dagli ottavi fuori casa ha preso 11 gol in tre partite,nonostante Allisson.Credo che Di Francesco debba fare ancora molta esperienza,e che quella semifinale turbera’ a lungo i suoi sogni.

  8. hai giocato a liverpool con la difesa a 3 altissima, poteva andar bene con il barcellona che non aveva lo sprint dei giorni migliori, ma con il liverpool è stato un suicidio,, manè e salah uno contro uno con 60 metri di campo. In più bisogna dire che anche l’arbitro ci mise del suo, almeno un gol ( il secondo con un netto fallo era irregolare) ma pazienza è andata cosi. A me il concetto di difesa a 3 piace, vorrei vedere la roma con un 3-5-2 ragionato, con dzeko anche schick riusciva a giocar bene.

  9. Qualche errore l’ha commesso,ma quando c’era lui ho provato per la prima volta la forte sensazione di una Roma che stava cambiando mentalità,avvicinandosi sempre di più a una mentalità vincente.Del resto lo stesso Di Fra l’ha ripetuto continuamente che stava lavorando sulla mentalità e a mio modesto parere lo stava facendo più che bene.

  10. Ma per favore, questo scarsone ancora ha il coraggio di parlare. Lo abbiamo visto con la Sampdoria. De Zerbi sta facendo benissimo a Sassuolo, facile in un ambiente sano con professionisti seri fare bene. Sei vissuto con il culo di quella semifinale grazie a Santo Allison , sei penoso. L Atalanta ha fatto un impresa in CL, la Roma una grande fortuna come accade a molti club in un torneo.

  11. cioè hai capito che cambiando modulo i giocatori ti seguono cmq???

    sto ridendo come un pazzo…nella tua ultima intervista hai chiesto ai giornalisti di spiegarti come far giocare la Roma perchè nun c’avevi capito un ancora un c@zzo…Dzeko co quell’idiot@ de monchi te l’eri venduto…ancora parli di calcio miracolato da 3mln di euro all’anno???

  12. In quel momento ti seguivano perché tu seguivi il gioco lasciato da Spalletti.

    Cioé finché TU non sceglievi niente loro ti seguivano, perché il gioco funzionava.

    Col tuo gioco hanno preso 4 pere contro il Betis e loro ste figure non le volevano piu’ fare.

    Potevi campare di rendita col gioco di Spalletti per anni.

    Invece no, hai voluto fare il 4-3-3 da falliti che piace a baldini ed e’ andato tutto a rotoli.

    Questo succede quando a prendere decisioni ci metti un filosofo.

    E poi paghi te, paghiamo noi tifosi, paga pallotto che perde soldi, perdono tutti tranne uno.

    E il filosofo sta ancora là a rifilarci mister da 4-3-3 per fare “calcio europeo”, “calcio champagne”, “calcio dominante” per andare a conquistare il mondo con Kluivert, Juan Jesus e Cristante.

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