Gervinho, da barzelletta a beniamino. E i tifosi dell’Arsenal già lo rimpiangono

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 UK.EUROSPORT.YAHOO.COM – Dopo ogni vittoria della Roma allo Stadio Olimpico risuona il trascinante inno “Grazie Roma”.  Curioso come sarebbe diventata popolare anche tra i tifosi dell’Arsenal quest’estate. Quasi tutti i tifosi dei Gunners hanno iniziato a dire “Grazie Roma” dopo che Gervinho era stato ceduto per 6,7 milioni di sterline. Ora però alcuni di loro  rivorrebbero il giocatore e sarebbero disposti a pagare soldi, bei soldi, per riaverlo.

Nelle ultime due stagioni Gervinho era diventato oggetto di scherno nel Nord di Londra. Un po’ per ridere inizialmente, ma poi è arrivata la consapevolezza che la barzelletta era arrivata all’Arsenal. Dove un tempo c’era stato Thierry Henry, c’era questo ragazzo, Gervinho. Ad ogni partita sbagliata dell’ivoriano, cresceva la sensazione che il grande Wenger avesse perso il suo tocco. L’Arsenal era quanto mai lontano parente di quello ammirato alla fine degli anni ’90 e i primi 2000, quando sulle fasce c’erano alcuni dei più tecnici giocatori che avessero mai giocato in Inghilterra, e non solo.

L’esasperazione cresceva e con questa il risentimento. Il giocatore veniva spesso fischiato quando giocava in casa: “C‘è una mancanza di fiducia soprattutto all’Emirates. Negli ultimi sei mesi è stato molto difficile per lui esprimere il suo talento in modo sicuro”, ha spiegato Wenger . Gervinho però ha deciso di lasciare: “Sono voluto andare via – ha detto a L’Equipe – ho bisogno di giocare di più, soprattutto perchè c’è una Coppa del Mondo il prossimo anno”. L’ivoriano non ha apprezzato le dichiarazioni di Wenger riguardo alla difficoltà che aveva a giocare all’Emirates.“Questo è il suo parere – ha detto il giocatore – Non ho intenzione di metterlo in discussione. Mi ha offerto di andare via e l’ho fatto. Avrei preferito avere la sua fiducia, ma così non è stato. Ho molto rispetto per Wenger, ma un giocatore ha bisogno di giocare e della fiducia del proprio allenatore”.

Completamente diverso il rapporto fra Garcia e Gervinho, un esempio del legame che alcuni allenatori hanno con certi giocatori. A differenza di Arsene Wenger, il tecnico ex Lille sa quali bottoni premere con lui. E infatti a Roma stiamo vedendo il Gervinho del Lille, e non quello dell’Arsenal. Dopo aver segnato per la prima volta nel 2-0 rifilato alla Sampdoria nel turno infrasettimanale, sigillando la quinta vittoria consecutiva della sua squadra, la migliore nella sua storia, Gervinho è stato per ogni giornale l’uomo partita con la sua prestazione domenica nella trascinante vittoria per 5-0 contro il Bologna all’Olimpico. Gli avversari non potevano arginarlo. “Per fermare Gervinho, hanno dovuto strappargli la maglietta”, ha scritto Massimo De Luca sul “Corriere della Sera”. L’immagine della serata è stata la maglietta ridotta in brandelli da un difensore che lo aveva trattenuto per la disperazione. Alcuni messi a sedere, altri perdendo l’equilibrio. Frustrati, sono ricorsi al gioco duro. Diego Perez e Archimede Morleo sono finito sul taccuino dell’abitro. In quale altro modo speravano di arginare Gervinho?

 

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