Giannini: “Senza capelli non mi riconosce più nessuno, evito di guardare le vecchie foto. Volevo tornare alla Roma, ora non ci penso più”

29
1127

AS ROMA NEWS Chi è Giuseppe Giannini ora? «Un aspirante intenditore di calcio». Così si autodefinisce oggi il «Principe» del calcio italiano, degli anni ’80 e’90, romano e romanista con il numero 10 sulle spalle, elegante in campo e genuino fuori, in un’intervista all’edizione odierna del Corriere della Sera.

Un «Principe» che con la Nazionale avrebbe potuto ottenere di più e che, una volta chiuso con il calcio giocato, ha voluto provare ruoli ed esperienze diverse. Come chiamare Giannini adesso? Direttore? Mister? «Facciamo Beppe e basta. Sono “direttore” sì, ma è una parola che non mi fa proprio impazzire…».

Quanto le manca il calcio?
«Ormai ho smesso da talmente tanti anni che non ho più quel desiderio di tornare dove ero. Lo penso da qualche anno. Io se tronco qualcosa, non torno indietro».

Ha mai temuto di essere giudicato più bello che bravo?
«Io avevo solo una cosa in testa: giocare a calcio da professionista. Se qualcuno mi diceva che ero bello, brutto o scarso non mi interessava, guardavo talmente avanti che non mi toccavano queste cose. Sono sempre stato freddo e lucido».

Si sente ancora «Principe»?
«A volte questo soprannome ha condizionato chi mi giudicava, ma se si pensa ai miei 22 anni di carriera è stato positivo. Non ce ne erano altri in giro. Mi piaceva. All’epoca davanti a me c’era Falcao che era “Il Divino”, io essendo arrivato dopo sono diventato “Principe”. Scelta azzeccata. Certo a guardarmi oggi…».

Come si vede?
«Faccio fatica a rivedere vecchie immagini. Sono cambiato tantissimo e mi “rode” adesso che sono senza capelli. Mi dà un po’ fastidio sinceramente, quindi evito di guardarmi. La gente neanche mi riconosce per strada».

Da giocatore avrebbe ceduto a un’offerta dall’Arabia Saudita?
«Ho sempre detto che avrei voluto chiudere la carriera a Roma ma non è potuto accadere per tanti motivi. Allora ho voluto iniziare a conoscere altre realtà e culture. Se avessi ricevuto una richiesta così l’avrei presa in considerazione come mi capitò con il Marsiglia, il Siviglia, con la Fiorentina l’ultimo anno ma che non accettai. Ora guardando le cifre e le età in cui Ronaldo e altri si sono spostati…».

La delusione più grande?
«La semifinale del Mondiale del ’90 a Napoli non è paragonabile ad altro per importanza».

Ha avuto poca fortuna con la Roma?
«I “se”, i “ma”… quanto contano nel calcio? Tornare indietro e pensare a cosa avrei potuto vincere non mi piace. Ho dato quello che potevo dare, ho ricevuto quello che potevo ricevere».

Aspettava una chiamata?
«Il primo pensiero, una volta smesso col calcio, è stato quello di tornare nell’ambiente in cui ho sempre vissuto per 15 anni. Da casa mia sarei arrivato sempre a Trigoria, anche bendato. Sono dodici minuti. Conosco ogni curva e ogni buca del tragitto. Il desiderio era di iniziare un percorso da dirigente o allenatore nella Roma. Non è stato possibile e ho guardato avanti. Ora sono contento qui al Monterosi».

Fonte: Corriere della Sera

Articolo precedenteGiallo Smalling, Mourinho lancia l’allarme: “Torna domenica? Quale?…”
Articolo successivoI tifosi dell’Inter si preparano, 30mila fischietti a San Siro contro Lukaku. Ma si può davvero fare?

29 Commenti

  1. Idolo della mia giovinezza , ricorderò sempre quel giorno a Coverciano,era l’ottantanove,quando mi vedesti con la mia sciarpa della Roma e mi dissi: vedo che non sei della Lazio,bravo.
    grande principe.

    • uno dei nostri “grandi”…..un ricordo che altri non possono nemmeno sognare.Noi i nostri capitani li abbiamo sempre nel cuore…..non come chi deve sperare che si dimentichino. “il passato non si dimentica” se hai una storia.

  2. Le bandiere della Roma non invecchiano mai !!
    certo quando eri pischello eri un adone ,insieme a Cabrini ne avete fatte scioglie di tifose ,ma er tempo passa pe tutti Capita, non ti crucciare e poi ancora me pare che gliela ammolli 😉

  3. Incontrato a Navacchio (frazione di Pisa) a casa di amici in comune. Mi veniva da piangere per l’emozione, un Principe di nome e di fatto!! Abbiamo trascorso una grande giornata insieme, scoprendo il suo amore per la campagna. Mi confidò che solitamente prima del fischio di inizio, guardava la curva Sud per caricarsi.

  4. IL Principe è stato sfortunato, è venuto subito dopo FALCAO e CONTE e ha chiuso la carriera mentre emergeva la stella assoluta di TOTTI. Questi tre lo hanno offuscato , ma penso resti uno dei più grandi calciatori della storia della Roma e non ha avuto indietro quello che meritava.

  5. Beh ,meglio cosi’ che cor gatto morto in testa come Conte..che poi tutto deriva dall’eccesso di testosterone,non ci avrai mai bisogno della pilloletta azzurra,Pe’..

  6. Mitico Peppe, il Capitano della mia infanzia. L’ultimo numero 10 vecchio stile secondo me, dopo il calcio e i calciatori sono cambiati parecchio. In una squadra del nord avrebbe vinto tutto e a livello personale si sarebbe tolto molte più soddisfazioni. Quella partita con lo Slavia non la dimenticherò mai, l’emozione provata al suo gol e la corsa sotto la Sud resteranno immagini scolpite nella mia memoria. Come anche la smorfia di dolore e rabbia dopo il palo colpito contro il Toro in finale di Coppa Italia. O la sua ultima in giallorosso, a Firenze, dove giocò una gara stratosferica. Gente come lui, Dibba o Totti avrebbero dovuto rimanere dentro la Roma a vita, come Brunetto.

  7. per ciò che ai dato alla roma e alle mie emozioni caro Beppe puoi restare pure mutande .grandissimo Beppe giannini il 2 a 0 allo slavia Praga è ancora nei miei occhi e ogni tanto lo riguardo ancora. N1 PRINCIPE

  8. il capitano della mia giovinezza. poche gioie ma bellissimi ricordi. Per me uno dei migliori nella storia della magica. Grazie infinite e onore a te Capitano
    💛❤️💛❤️

  9. per le emozioni che mi ai dato caro Beppe, per me puoi restare anche senza mutande,altro che i capelli e chi dimentica il 2a 0 allo slavina Praga ancora lo riguardo …grande principe

  10. Quella finale di Coppa UEFA è come se la avessi vinta per noi. Fai parte della schiera dei Veri Capitani Romanisti, purtroppo finita per ora con l’addio al calcio di Francesco Totti (Pellegrini non lo è purtroppo, questo carisma gli manca). Hai preso il testimone dopo il vuoto degli anni 1985/86 e 1986/87 (Ancelotti capitano proprio non se poteva vede’ purtroppo, per me era Brunetto nostro).
    …Abbiamo ormai già troppi anni di interregno. Da ieri però ho visto Bove futuro capitano, promosso per la tigna romanista di sangue avvelenato e il talento. Un pó Losi, un pó DiBa. Daje Edoardo!

    • Si lamenta perché mancano apprezzamenti sul tipo di ragazzo che un tempo facevano le ragazze su di lui quando aveva tutti i capelli. Le pischelle impazzivano per lui.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome