NOTIZIE AS ROMA – Il nuovo Dzeko appare molto simile a quello vecchio. Stessa maglietta numero 9 della Roma sulle spalle, ad esempio. Come domenica scorsa all’Olimpico contro il Real Madrid. Quando sembrava che Edin fosse arrivato al capolinea della sua avventura nella Capitale; quando il credibile era ancora incredibile. Il nuovo Dzeko, però, sembra avere una nuova luce negli occhi. E tutto un altro sorriso. Anzi, ha di nuovo un sorriso stampato sul volto, visto che per settimane lo avevamo visto – testa bassa e pedalare – manifestare zero emozioni.
Niente, neppure dopo quel gol da fantascienza recapitato a casa Courtois. Merito dell’autografo sul contratto che legherà alla Roma fino al 2022 in cambio di una robusta manciata di milioni di euro, bonus inclusi? Come non pensarlo perché, si sa, a pancia piena si sta meglio. Ma visto che nel calcio non si deve mai dare nulla per scontato (chiedete una conferma al duo Marotta-Conte, giusto?), è doveroso ipotizzare anche che Dzeko, il nuovo Dzeko sia realmente un’altra cosa. Una nuova cosa.
E qui non si vuole entrare nel merito della prestazione sfornata nel test di Arezzo: Edin rappresenta, deve rappresentare in assoluto un punto fermo, dominante (adesso va di moda dire così…) della squadra di Paulo Fonseca, che si è speso in tutte le lingue per convincerlo a fare quell’autografo milionario. E non v’è dubbio, già oggi, che le fortune della Roma passeranno forzatamente tra i piedi del bosniaco. L’investimento della società è stato strutturato proprio per dare a una squadra all’anno 0 (cit. Petrachi) un valore certo, non una possibilità alternativa. Avere o non avere Dzeko in campo, fa tutta la differenza del mondo. Deve farla. Un obbligo, per Edin. Non un optional.
SPRECHI – Ad Arezzo un gol nel primo tempo annullato per (netto) fuorigioco, un paio di invenzioni delle sue per i compagni, un applauso o una parolina dolce rivolta a chi aveva sbagliato; nella ripresa due sprechi (o bravo il portiere? Mah…) e poi la rete del secondo vantaggio giallorosso contro l’Arezzo B con il solito sinistro in diagonale: era lecito aspettarsi qualcosa di più (ma, sia chiaro, non in proporzione al nuovo accordo), ma nessuno deve pensare che la Roma, rinnovando il contratto al bosniaco, abbia risolto tutti i suoi problemi. Uno sì, gli altri quasi tutti nella fase di non possesso – devono ancora essere cancellati. E in fretta.
(Il Messaggero, M. Ferretti)
Dzeko non è solo un gran giocatore, ma ha anche le stimmate di chi può far cambiare l’approccio alla stagione! Una squadra col suo uomo-guida ben motivato, focalizza meglio i propri obiettivi. L’entusiasmo di gruppo sarà il volano su cui incentrare una partenza-lanciata. Al resto penserà il talento (e ne abbiamo tanto), il mister e tutta Roma. Roma siamo noi, ed alla seconda di campionato lo ricorderemo guardando negli occhi chi spera non sia così! A presto lazialotti. Non serve scappare, vi verremo a prendere NOI. FORZA ROMA.
Contento che sia rimasto, pero con 7.5milioni all’anno con il nuovo rinnovo, riderebbero tutti non solo lui!
Purtroppo i saltimbanchi dell’informazione, tra cui uno dei massimi esponenti è proprio ferretti, ci hanno fatto vedere solo le foto di Dzeko triste, perché voleva andare nella magica inda del parrucchino nazionale, un carcerato in casa Roma.
Io invece lo vedevo sorridente su Roma TV mentre si allenava, scherzava con i compagni, andava in giro con i figli con la maglietta della Roma, insomma io vedevo tutto ciò, e ferretti no.
Mai come in questi ultimi anni si è perfezionata la manipolazione della realtà ad uso e consumo di tutti fuorché della Roma. Con la complicità della stampa romana e dei beoti che se la bevono.