ULTIME CALCIOMERCATO ROMA – «Quando vedi una buona mossa, aspetta. Cercane una migliore». Chissà che questa massima di Emanuel Lasker, campione indiscusso di scacchi a cavallo tra l’800 e il 900 non abbia indirizzato il lavoro di Petrachi. Perché l’acquisto di Lukaku da parte dell’Inter (8 agosto) aveva cambiato l’inerzia del mercato. Inguaiando la Juventus, ancora alla ricerca del suo numero 9, e complicando i piani a Trigoria. Inutile girarci intorno: al netto delle inevitabili dichiarazioni concilianti post-rinnovo, la Roma e Dzeko avevano deciso di separarsi e l’arrivo del belga ha permesso per una settimana a Marotta di prendere tempo, convinto che prima o poi il club giallorosso sarebbe stato costretto a cedere, a fronte dell’intransigenza del bosniaco. Non è andata così.
E questo perché l’intelligenza delle parti in causa è stato capire che quanto era stato progettato a giugno (Edin via e arrivo di uno tra Icardi e Higuain) s’era ormai bloccato ad agosto inoltrato, incagliato nei capricci di Maurito da un lato e nelle ripicche tinte d’amor proprio del Pipita dall’altro. Così, 5 giorni fa, è avvenuta la svolta. A raccontarla l’agente Martina: «Un giocatore con la storia di Edin non può aspettare le scelte di qualcuno, per esempio un Icardi della situazione. Ho così scritto a Petrachi – spiega a Teleradiostereo – Ho qualcosa che potrebbe interessarti. Dopo la sua mancata risposta, ho inviato un secondo messaggio: Allora non sei curioso. A quel punto è arrivata la risposta. Mi interessa solo se si tratta del rinnovo di Dzeko. E in 4 giorni abbiamo trovato l’intesa».
COSA MANCA – Una mossa che se permette alla Roma di togliersi da un pericoloso triangolo d’interessi e rappresaglie, le garantisce inoltre di avere una maggiore liquidità per completare la rosa. Perché una cosa deve essere chiara: i rinnovi in serie di Zaniolo, Under e Dzeko (ora a breve si lavorerà per Pellegrini) sono operazioni che vanno applaudite e danno lustro al club. Ma non bastano a rendere la squadra più forte dello scorso anno. Numericamente manca ancora il sostituto di El Shaarawy e l’acquisto di Cetin – anche se avesse ragione Petrachi nel ritenerlo già pronto per far parte della rosa dei centrali – non è sufficiente, insieme all’arrivo di Mancini e alle permanenze di Jesus e Fazio, per sopperire all’assenza di Manolas.
Serve un centrale di spessore, «esperto e veloce», volendo utilizzare le parole di Fonseca. Che possa riaprirsi a sorpresa il canale per Alderwereild, scongelarsi la pista Lovren o andare in scena l’ennesimo colpo di scena con l’acquisto di Nkoulou (o Lyanco), poco importa. Fondamentale è che arrivi. In difesa si sta lavorando all’uscita di Santon. A quel punto l’arrivo in prestito di Zappacosta dal Chelsea (più difficile, per costi, Hysaj) garantirebbe alla Roma di migliorare sugli esterni difensivi e all’occorrenza di poter alzare Florenzi nella linea dei trequartisti. Rischia invece di restare un sogno Almendra: servirebbe l’addio congiunto di Pastore, Gonalons (vicino al Rennes) e Coric. Ipotesi al momento remota.
(Il Messaggero, S. Carina)
quello che andava fatto l’anno scorso !!!…non portare a scadenza dzeko. Ora speriamo si faccia quello che serve quest’anno…UN CENTRALE.
Almendra è davvero un profilo interessante. Se ci liberassimo di quei tre sarebbe un innesto azzeccato. Pastore potrebbe al massimo essere l’uomo dell’ultima mezzora, ma la sua tenuta non permette di scommettere neppure su 30′!!! Vanno migliorati i controlli medici: qui c’è gente che non je la fa a regge tre allenamenti, figurarsi tre partite.. Rimane la mia sconfinata fiducia in ciò che si sta facendo. I complimenti vanno suddivisi con DS, Fonseca e…società , piaccia o no, ma è così! FORZA ROMA
Tutto giusto, mi sembra.
E 10 a Carina per la citazione del grande Lasker…
?
Stavo per scriverlo io… ?
Lasker inventò una strategia scacchistica che non considerava solamente il dato oggettivo della posizione dei pezzi sulla scacchiera e dei possibili sviluppi. Teneva conto anche della psicologia dell’avversario, e dunque della possibile suggestione attraverso una serie di mosse apparentemente deboli, che nascondevano in realtà la vera strategia seguita. Non di rado l’avversario s’lludeva di trovarsi in vantaggio e condizionava le sue mosse, cadendo nella trappola…
Geniale: la psicologia applicata al gioco degli scacchi.
P.S. senza polemica, ma una constatazione di fatto: dove sono i complimenti di BAH e company al capolavoro-Dzeko? “Il Tifoso” appoggia la squadra anche quando va male, soffre ma la appoggia, qui manca il supporto pure quando le notizie son buone…
Non sono Bah, ma i complimenti Petrachi se li merita tutti.
Anche perché rimediare ai disastri del suo predecessore non era facile.
Visto che gli esterni alti nel modulo di Fonseca si accentrano molto. PASTORE A SX potrebbe ritagliarsi uno spazio importante, meglio lui di Perotti. Con Under, Zaniolo e Pastore alle spalle di Dzeko avremmo una qualità di prim’ordine, da grande squadra.
Sì, ma te sfugge un concetto chiarissimo…quello se regge pe li fili…
Questo è calcio, mica subbuteo! Legittimi dubbi a parte sulla ferrea salute del Flaco, un tale schieramento sarebbe squilibrato, avendo già Under che non brilla per contributo alla copertura. Una catena di sx Kolarov-Pastore sarebbe fonte di guai che il buon Fonseca si guarderà bene dal procurarsi. Pastore è un dramma purtroppo, men che mai una risorsa…