L’ippodromo di Tor di Valle rischia di andare all’asta

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NOTIZIE AS ROMA – C’è tempo fino al 18 dicembre per chiudere l’accordo definitivo fra Eurnova e la CPI dell’immobiliarista ceco Radovan Vitek. Perché il 18 dicembre – salvo probabili rinvii dell’ultimo minuto – potrebbe andare in scena la vendita all’asta di Tor di Valle e dell’ippodromo, scrive oggi Il Tempo (F. Magliaro).

Il 2 ottobre scorso, infatti, è stata spedita all’ufficio del sindaco Raggi una lettera a firma dell’avvocato Angela Sapio la quale, come “custode giudiziario” dell’Ippodromo evidenzia alla Raggi come Tor di Valle sia sottoposta a “procedura esecutiva immobiliare”. Insomma, è pignorata. L’ennesimo “piccolo” intralcio che impedisce la firma di qualunque atto, compravendita, convenzione o altro. La storia nasce da molto lontano. A quanto “Il Tempo” ha ricostruito, il debito iniziale era di un milione e 160mila euro contratto dai predecessori di Eurnova con la Cassa di Risparmio di Rieti. Con l’acquisto dei terreni, poi, Eurnova si è accollata anche questo debito passato nel frattempo, a Intesa Sanpaolo. L’avvocato Sapio scrive per conto della Penelope SPV srl che è “cessionaria dei crediti”.

Insomma è una di quelle società che si occupa di acquistare a prezzo scontato crediti in sofferenza da banche e finanziarie per poi lavorare per recuperare questo credito. Non è dato sapere quanto la Penelope abbia pagato a Intesa Sanpaolo per acquistare i debiti su Tor di Valle ma la stima ad oggi è che, conteggiando gli interessi, serva un milione e 600mila euro per estinguere questo debito e cancellare il pignoramento. Ed è fondamentale farlo prima che si vada all’asta giudiziaria: essendo attivo un pignoramento, “l’immobile non è nella libera disponibilità della proprietaria Eurnova S.p.A”, come scrive l’avvocato Sapio.

E qui entra in gioco Vitek: poche settimane fa, con la firma del nuovo preliminare, stanno per entrare nelle casse di Eurnova i fondi necessari a pagare i creditori. Sia il milione e seicentomila con Penelope che la quota mancante pari a 26 milioni circa alla Sais di Papalia. Eurnova sta completando la ricognizione totale dei debiti in vista del varo del piano di risanamento aziendale. Non appena completata questa procedura, dovrebbe chiudersi il contratto definitivo con Vitek cosa che consentirà di pagare i debiti, rimuovere l’ipoteca e, quindi, cedere definitivamente Tor di Valle, terreni e progetti, all’immobiliarista ceco.

Il tutto mentre l’iter è sostanzialmente rimasto incagliato sulla diatriba Comune-Regione in merito all’Accordo di Collaborazione sulla Roma-Lido. La Città Metropolitana ha completato il proprio iter e il 28 ottobre la Raggi, nella sua veste di Sindaco della Città Metropolitana, ha firmato il decreto 115 con cui si approva il testo dell’Accordo col Comune per la via del Mare/Ostiense. Questo accordo serve a disciplinare compiti e funzioni in vista dell’unificazione dei 900 metri di via del Mare/Ostiense che hanno una “vita” autonoma dal resto del progetto. A questo punto, manca solo quello con la Regione per poter davvero avviare il processo di voto finale in Consiglio comunale.

Fonte: Il Tempo (F. Magliaro)

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12 Commenti

  1. Toh, ne esce anche un altro di creditore su quei terreni. Oltre a quelli noti, Sais e Agenzia delle Entrate.
    Eh già, il mariuolo era solo Caltagirone. Parnasi invece profumava di gelsomino…

    • Non ha importanza …finche c’è gente coe , in questo caso ” te ” che in modo subdolo cerca di mischiare le carte, cosa vuoi che importi se è solo Caltagitone e Pernasi, o tutti e due e magari altri 10 speculatori, costruttori o meno che siano….NIENTE ! Quello che è evidente è che …chiunque tenti di mescolare le carte …è un complice, vero aqilotto, e non certo volpe !

  2. Tralasciando il fatto di chi sia colpe e responsabiltà Tuttavia: Ammetto che anni addietro mai avrei pensato che una struttura del genere, avrebbe fatto una simile fine. Un intera area completamente abbandonata a se stessa Lo considero veramente uno schiaffo morale a tutta la Città Si poteva rivalutare e renderla “unica” ed invece si è preferito ridurla ad una discarica a cielo aperto. Dove Campi Rom, Prostituzione e Spaccio sono diventate le “attrattive” principali. Ma daltronde è una realtà che oramai và avanti da anni.
    Ci si ricorda di Roma solo durante le Campagne Elettorali poi menefreghismo, incuria e abbandono diventano una routine quotidiana e non solo per quanto concerne l’area di Tor di Valle …

  3. Se la Roma avesse voluto piantare la bandiera sociale sul suolo lunare sarebbe stata un’impresa meno epica e dispendiosa in termini di tempo, soldi e sangue amaro che avere lo stadio di proprietà… Pora Roma mia…

  4. Ma che strano è già da più di un anno che Magliaro & C. hanno intossicato la mente dei tifosi con notizie false che TDV era stato acquistato da Vitek che stava trattando con Friedkin.

    Tutto falso.

    Per il resto il solito articolo omissivo e fuorviante:
    1. Eurnova è indebitata di oltre 100 milioni con Unicredit, progettisti, fornitori, banche e Agenzia Entrate per iva ecc.
    2. I presunti 26 milioni di Vitek non adirebbero alla SAIS ma alla curatela fallimentare di SAIS per essere utilizzati per pagare i debiti di SAIS non onorati che hanno portato al fallimento.
    3. Se un pignoramento per poco più di un milione rende invendibile l’area di TDV, facilmente risolvibile pagando, fa capire qual è la situazione reale.

    Insomma si preannuncia un bel botto e la mia ipotesi che TDV andata all’asta potrebbe essere comprata da Caltagirone, cosa che non credo a meno che ora non si voglia dare all’ippica, è già più plausibile.

  5. 23 gennaio 2080: “inizio dei lavori per lo stadio della Roma a Tor di Valle”.
    24 gennaio 2080: “incredibbbile ritrovamento archeologico sul sito degli scavi: un’anfora de coccio perfettamente conservata con su inciso “maannatevelaapijanderkulo””.

  6. Ma se io, che sono l’ultimo scemo del villaggio, sapevo dall’inizio dell’iter che il posto più sbagliato che la Roma poteva scegliere per il suo stadio era tor di valle. L’ho scritto centinaia di volte ed ho ricevuto solo insulti. Invece di aprire gli occhi e informarsi sapete solo insultare, poi alla fine ci sono i soliti che hanno sempre torto e i pochi che provano a ragionare che spesso ci colgono

  7. Sciabbolone ti accontento.
    Maximo non ha aperto il 29 come annunciato e non aprirà per molto tempo ancora.
    Il TAR ha emesso una semplice ordinanza cautelare e il 14.12. p.v. ci sarà la sentenza. Al Comune sono tutti incavolati neri perché il TAR l’ha fatta fuori dal vaso interferendo con una mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale pochi giorni fa, che vieta l’apertura.

    Chi ha comprato Parsec 6 è Polma1 S.A. di diritto lussemburghese, non lecita in Italia.
    S.A. sta per Società Anonima, i cui soci sono segreti e la società risponde solo del capitale versato, lasciando i soci indenni per qualsiasi motivo, quindi non si può superare l’antimafia e l’antiriciclaggio ed è stata già presentata da un consigliere una interrogazione urgente alla Raggi.

    Lascio a chi legge capire perché Unicredit si è liberata di Parsec6 cedendola a una società anonima che non può essere aggredita da eventuali creditori oltre il capitale e quindi divenendo indenne da qualsiasi causa con i poveri negozianti che sono sei mesi che dovevano aprire.

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