L’Opa di Friedkin in dirittura d’arrivo: ecco perché ai soci conviene aderire

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NOTIZIE AS ROMAPressing di Dan Friedkin sui soci della Roma da aderire all’Opa entro la scadenza di venerdì prossimo, scrive oggi “Il Messaggero” (R. Dimito). La adesioni, però, vanno a rilento e c’è una motivazione: quasi tutti coloro che detengono il 13,4% hanno acquistato a valori più alti e quindi ci rimetterebbero.

La scorsa settimana ha aderito soltanto l’1,1% e il limite per chiedere di uscire dalla Borsa è il 90%. Il delisting consente di risparmiare risorse da impiegare per la società, diceva il magnate texano. Il 30 dicembre 2019 il titolo della Roma valeva 0,68 euro: chi ha acquistato le azioni a questo valore, e se dovesse aderire all’Opa, avrebbe una perdita dell’84%.

Era il periodo dell’accordo in esclusiva tra Friedkin e Pallotta. Con la pandemia tutto si è fermato, ma le aspettativa dei tifosi hanno ripreso quota quando è ricominciata la trattativa. Il 4 agosto il titolo ha raggiunto 0,56 euro ripiegando due giorni dopo a 0,53, il giorno della firma del passaggio della società. Venerdì 7 agosto le azioni erano crollate a 0,40 euro. Ora non è prevedibile un rialzo significativo di valore da ingolosire gli azionisti a mantenere questi titoli.

L’andamento della quotazioni è sempre ballerino, quindi la speculazione è sempre in agguato sulle spalle dei piccoli risparmiatori. Se il flottante dovesse restare superiore al 10%, la Roma resterebbe quotata in Borsa, ma va considerato anche il nuovo aumento di capitale da 150 milioni che sottoscriverà Friedkin.

Fonte: Il Messaggero

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13 Commenti

  1. Io non ho azioni quindi non voglio dare lezioni,
    però si gioca tutto sul raggiungimento di quota 90 (che al momento sembra lontana,
    ma gli ultimi giorni ci sono sempre sorprese).
    Se si arriva lì e si fa il delisting, chi sarà rimasto con le azioni avrà un titolo praticamente
    invendibile.
    L’alternativa al fallimento dell’OPA (che ricordo era obbligatoria), è che i la R&R nei prossimi mesi
    rastrelli sul mercato il 3% di azioni mancanti per arrivare comunque al 90 e fare il delisting dopo.

    • Infatti secondo me gli azionisti in possesso dei titoli puntano proprio su quello. Se l’OPA fallisce il suo intento e non si arriva al 90%, i Friedkin saranno costretti a ricorrere al mercato per rastrellare la quota ancora necessaria, e dovranno farlo alzando l’offerta.
      D’altronde, chi è in possesso di quei titoli li avrà acquistati a prezzi almeno del 70% superiori all’offerta dell’OPA, e quindi hanno poco da rimetterci.
      Se non erro, una volta raggiunta la quota necessaria alla richiesta del delisting, la Romulus and Remus Investments LLC dovrà lanciare un’altra OPA alla quale stavolta sarà necessario aderire, con prezzo fissato da una perizia, pena la perdita del portafogli.

    • UB, non conosco questo obbligo di seconda OPA sinceramente:
      a quel che so io, se si arriva il delisting chi ha le azioni può cercare di venderle solo nei mercati secondari,
      e sinceramente diventa una missione quasi impossibile vista l’inutilità del titolo.
      Per cui se da una parte è vero che le azioni dopo l’OPA dovranno essere comprate a un prezzo superiore,
      è anche vero che c’è il rischio di non rientrare tra il 3% che riusciranno a vendere i titoli….

    • Anto, l’obbligo di OPA residuale è sancito dai commi 1 e 2 dell’art.108 del TUF.
      Di fatto, anche coloro che non riuscissero a rientrare nel 3% avrebbero comunque diritto ad un rimborso che non credo possa essere di tanto inferiore a quello già bassissimo dell’offerta OPA.
      Comunque, come dico pure più sotto, il rastrellamento sul mercato del residuale per arrivare al 90% non è l’unica opzione a disposizione dei Friedkin.
      Bisogna vedere cosa riterranno più veloce ed economico per arrivare al sospirato delisting. Che comunque per me resta scontato, dato l’esiguo margine che separa dalla soglia anche in caso di fallimento dell’OPA.

  2. Se non ho capito male, entro fine anno dovrebbe essere fatto un aumento di capitale. Ciò significa che tutti i possessori di azioni che non sono intenzionati a vendere o aderire all’OPA dovrebbero partecipare a tale aumento sottoscrivendo le azioni date in opzione.
    Domanda: se tali azioni restassero inoptate e quindi venissero acquistate da Friedkin potrebbe quest’ultimo, così facendo, avere la possibilità di raggiungere la quota del 90% utile ai fini del delisting?

    • Certamente questa dell’aumento di capitale teso a diminuire il flottante sotto la percentuale del 10% è un’altra opzione. Potrebbe addirittura decidere di lanciare un aumento di capitale senza diritto di opzione per un valore pari al 10% del capitale preesistente.
      Insomma le opzioni che ha sul tavolo Friedkin per arrivare alla sospirata quota del delisting sono più di una e certamente arriverà al suo scopo, essendo ormai la barriera che lo separa dalla soglia, minima.

  3. Io qualche azione e l’ho, ma non aderisco. Non le avevo comprate x guadagnarci ma per aiutare la società e comunque tra svalutazioni e aumenti di capitale prenderei due spicci. Me le tengo.

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