GIALLOROSSI.NET – Prosegue il nostro appuntamento giornaliero dedicato al variopinto mondo delle radio romane. On Air, la rubrica più copiata (e incollata) del web, è un viaggio per le frequenze più ascoltate dai tifosi giallorossi a caccia di pensieri, notizie, indiscrezioni e qualche nota di colore.
Buon divertimento!
Piero Torri (Tele Radio Stereo): “Credo che i soldi per il 20% delle quote della banca Pallotta li vorrebbe investire nel progetto dello stadio, se ce lo faranno fare. Sul mercato, siamo proprio sicuri che la Roma comprerà per il reparto dietro? Ce ne sono 9 di difensori. Non si può non tenere in conto che i tre centrocampisti faranno il mondiale in Brasile: credo che l’idea sia quella di avere almeno un’alternativa di alto livello per la prossima stagione”
Federico Nisii (Tele Radio Stereo): “Con intelligenza la Roma a gennaio può rinforzarsi tanto, investendo poco. Quando recupereranno Totti e Destro, a centrocampo accanto ai tre titolari avresti la risorsa Florenzi”.
Marcel Vulpis (Radio Radio): “Mi suona singolare che fino a 36 ore fa questi si sarebbero ammazzatti e ora vanno tutti d’accordo. Cheng potrebbe entrare in una prima fase come azionista minoritario, per poi prendersi l’intera la torta. Di fronte a dimensioni economiche così differenti credo che non ci sia partita”
Fabrizio Aspri (Radio Radio): “La sensazione è che il problema di Pallotta sia quello di doversi confrontare con un investitore ambizioso. Il cinese non credo che abbia voglia di entrare e rimanere in un angolo per sempre”
David Rossi (Tele Radio Stereo): “Perchè le cose normali devono diventare per forza sensazionali? Il 69% del pacchetto di maggioranza, e Unicredit detiene il 31%. Pallotta cacciando 50 milioni di euro si è comprato tutti i debiti che la Roma aveva nei confronti della banca, e si è preso un altro 9%. La banca contestualmente ha firmato un accordo nel quale si afferma il non obbligo di seguire eventuali aumenti di capitale. Questo cosa vuol dire? Che la Banca ha voluto scoraggiare Pallotta a fare aumenti di capitale da solo, e ha implicitamente ammesso di voler cedere le sue quote ad un altro investitore. Di questi investitori è uscito Feng, che ha interesse ad acquistare il 20%. In realtà quello che vogliono fare Feng e la banca è fare una società dove mettere questo 31% e dividerlo 20% Feng e 11% Unicredit, e restare in Neep con questa composizione. La Roma rimarràò al 69% di Pallotta, dall’altra patte di sarà questa Newco formata dai cinesi e dalla banca.Il nuovo gruppo cinese-Unicredit resterà in minoranza nel nuovo consiglio di amministrazione, gli americani resteranno maggioranza. Le decisioni le continuerà a prendere Pallotta. Se poi il cinese ha 60 miliardi di dollari e si può comprare Pallotta e la Roma, ma magari!”
Mario Corsi (Centro Suono Sport): “I titoli sono molto pomposi, ma non c’è molto di nuovo oltre quello detto dalla banca. Unicredit vuole cedere le sue quote, e mantenere il 5% per poter mantenere un consigliere nella Roma e avere ancora voce in capitolo. Vedremo cosa succederà, se il gruppo enorme entra in quello piccolo, di solito lo assorbe. I cines sono un’entità che di Roma ne sa meno di Pallotta, ma sanno che se entrano in un club da miliardari, e spendono tanti soldi per altri affari, possono spendere pure quei 60/70 milioni che renderebbero la Roma una squadra ancora più forte.”
Jonathan Calò (Centro Suono Sport): “Nella mia classifica personale, Pallotta tra i presidenti che io ho vissuto viene subito dopo Ciarrapico”.
Furio Focolari (Radio Radio): “L’accordo non è stato fatto e non è nemmeno vicino come scrivono i giornali. I soldi dei cinesi? Il socio di minoranza non mette soldi, li mette in base a quelli che mette il socio di maggioranza. Questo è ovvio. E’ la maggioranza che decide quanto e come investire. Non capisco perchè i colleghi scrivono certe cose. La notizia dei cinesi diventrà eclatante, se dichiarassero di essere desiderosi di acquistare la maggioranza.”
Roberto Renga (Radio Radio): “Pallotta apre ai cinesi? Mica è vero. La Consob ha chiamato Unicredit e Pallotta, e Pallotta ha solo detto che sapeva dell’esistenza dei cinesi. Ma i problemi rimangono tutti. Pallotta non è contento dell’arrivo di Feng, avrebbe preferito che Unicredit avesse diluito la sua quota.”
Luca Valdiserri (Rete Sport): “Questa storia di Ljajic che sembra un calciatore di serie C comincia a darmi molto fastidio. Ci mancherebbe che Unicredit non possa disporre come vuole delle proprie quote. La Consob giustamente ha richiamato le parti alla chiarezza, dato che si tratta di una società quotata. Pallotta ha ammesso che una trattativa c’è, anche se manca ancora l’offerta formale, che arriverà. A naso Pallotta non ha intenzione di esercitare il diritto di opzione sulle azioni di Unicredit. L’idea di partenza non è proprio quella di un matrimonio tranquillo tra Pallotta e Feng. Detta così, cioè i soldi degli americani e la loro managerliatà, e i soldi dei cinesi e la loro voglia di imporsi in un nuovo mercato sembra un mix vincente, ma chi avrà il compito di miscelarlo?”
Stefano Petrucci (Tele Radio Stereo): “I cinesi esistono e hanno grande voglia di entrare. Feng non era l’unico, anche Wang Jianlin aveva fatto dei passi. Questo momento magico della Roma ha avvicinato certi interessi. Questa commedia però poteva essere evitata. Trovo comico che il giorno prima si parli di vergogna e si accusi Unicredit di forzargli la mano, e il giorno dopo invece gli si dà il benvenuto. Ci sfugge qualcosa. La banca non era obbligata a informare il socio in questo momento della trattativa, visto che non c’è ancora un’offerta formale da parte del gruppo cinese. Ora vediamo, se la cosa dovesse andare in porto vediamo quanto sarà forte Pallotta, perchè in caso entrerebbe un socio con meno azioni di te ma con una forza economica maggiore. La Roma comunque non può essere scalata, prima deve esserci il placet di Pallotta. L’ingresso dei cinesi non comporta automaticamente che la Roma diventi come il nuovo Psg, perchè se i due soci litigano, come è successo fino a oggi tra Unicredit e americani, sarà molto complicato”.
Dario Bersani (Tele Radio Stereo): “Si è passati dai termini come vergogna, al fatto che Pallotta sapeva del gruppo e che avrebbe accolto con favore. Una cosa però da ieri è certa: i cinesi esistono”.
(CONTINUA…)