Poche regole ferree…che non esistono

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GIALLOROSSI.NET (A. Fiorini) – Tutto iniziò ad ottobre, quando De Rossi e Osvaldo fecero notare a Zeman che gli allenamenti imposti alla squadra non erano cosa gradita al gruppo. La presa di posizione lasciò stupefatto il tecnico boemo, che rispose alla richiesta con una seduta di allenamenti ancora più severa. Ma la guerra tra chi voleva disciplina e chi non sembrava digerirla troppo era solo all’inizio. Basti pensare alle scioccanti dichiarazioni di Stekelenburg, con le quali l’olandese si è sentito libero di dichiarare alla stampa la sua perplessità su compagno di squadra: “Non capisco l’utilità dell’arrivo di Goicoechea, c’eravamo già io e Lobont”. Frasi che in un colpo solo hanno messo nel tritacarne Goicoechea, Zeman e la dirigenza tutta.

E come dimenticare lo sputo di Marquinho verso il proprio allenatore? Un gesto gravissimo, sintomo di una pesante assenza di regole all’interno del gruppo. Qualcuno della dirigenza si è sentito in dovere di prendere la parola per stigmatizzare l’accaduto? Macchè, silenzio assoluto anche stavolta.
La situazione stava precipitando.  E per cercare di riportare disciplina all’interno di un gruppo che stava dando troppi segnali di insubordinazione serviva un segnale. Che mister Zeman pensa  di lanciare nel corso di una conferenza stampa: “Serve un regolamento, e di solito è la società che deve farlo”, le parole del tecnico boemo.

Parole che pesano come macigni. Un grido di allarme che però ha avuto una spietata accoglienza da parte della società. Franco Baldini il giorno dopo si dice certo dell’esistenza di regole. Anzi, il direttore generale riserva parole al miele ai suoi ragazzi: “Dal punto di vista professionale siamo molto contenti dei nostri calciatori, il comportamento della squadra è da sottoscrivere”. Zeman è delegittimato, mentre i ragazzi, nonostante gli innumerevoli episodi di insubordinazione, vengono giustificati dei loro misfatti. Difficile rimettere in riga un gruppo di ragazzi. Molto più semplice invece sbarazzarsi dell’allenatore.

Con la cacciata del boemo arriva il momento di Aurelio Andreazzoli, che subito ci tiene ad assicurare: “Ci saranno poche regole, ma ferree”. Il neo allenatore non fa in tempo a dirlo, che a Genova accade l’ennesimo fattaccio: Osvaldo decide di fare di testa sua andando contro ogni gerarchia, strappando il rigore dai piedi di Totti, condannando la Roma a sconfitta certa.  Come può succedere una cosa del genere,  domandano gli addetti ai lavori a  fine gara. Andreazzoli non sa rispondere perché “Ho parlato solo due minuti con i ragazzi al termine della partita”. E dalla dirigenza non arriva una sola parola sull’accaduto.
E intanto la Roma, in attesa di regole che non esistono, sprofonda al nono posto in classifica.

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