QUEL COLPO MANCATO: Edgar Davids, le scintille tra Sensi e Capello e un matrimonio che non s’aveva da fare

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AS ROMA NEWS – Il calciomercato romanista sembra entrare sempre più nel vivo e, come ogni estate, sono davvero tanti i nomi accostati alla società giallorossa. Nel corso degli anni i tifosi della “Maggica” hanno spesso vissuto da vicino trattative estenuanti che, arrivate ad un passo dall’accordo, sono poi sfumate improvvisamente per ragioni più o meno chiare. Uno di questi casi ci porta indietro con la memoria all’estate del 2002 e riguarda uno dei più forti centrocampisti presenti allora su piazza, l’olandese Edgar Davids.

Il “pitbull” juventino era in rotta con la società bianconera ed era più che disposto a trasferirsi nella Capitale, dove Fabio Capello lo avrebbe accolto a braccia aperte ritenendolo l’unico tassello mancante in mezzo al campo per far fare il salto di qualità al proprio undici titolare. Nei caldi giorni di quella trattativa  il tecnico di Pieris, infatti, non nascose in alcun modo il forte desiderio di avere l’olandese tra le proprie fila, arrivando anche a scontrarsi verbalmente con il presidente Franco Sensi. Capello rilasciò dichiarazioni pesanti, affermando, riguardo il possibile arrivo di Davids: “Ho chiesto solo quel giocatore e se volessimo davvero lo potremmo comprare”. L’allenatore friulano aggiunse poi che “vista la situazione lottiamo per il quarto posto dal momento che gli altri si sono rinforzati e noi no”, concludendo con un perentorio: “Nella testa continuo a pensare al primo posto, ma in realtà siamo da quarto“.

La risposta del presidentissimo giallorosso non si fece attendere e il clima in casa Roma si fece davvero rovente. Più di qualcuno ipotizzò che si potesse arrivare addirittura ad una clamorosa rottura prima dell’inizio della nuova stagione quando Sensi disse: “Se Capello porta la Roma al quarto posto, non so se arriva a fine campionato e poi Capello su Davids non può dire niente perché un giorno lo voleva e il giorno dopo ci ripensava”. Alla fine tutto rientrò, con Sensi che svelò pubblicamente l’offerta rifiutata dalla Juventus (“13 milioni di Euro più la metà di D’agostino e tutto Lanzaro”) e Capello che fece un passo indietro, allineandosi al pensiero della società e dichiarando: “La speranza è l’ultima a morire, ma credo che noi dobbiamo stare attenti ai conti, ai bilanci. Se riterremo giuste le richieste della Juve acquisteremo Davids, altrimenti no, perché le follie non dobbiamo farle. Saremmo gli unici ad andare fuori mercato, una sciocchezza. Ventidue milioni più Lima? Non ci siamo”.

Dopo esser stato a meno di un passo da Trigoria, quindi, Davids alla fine di quella sessione di calciomercato rimase a Torino ma le voci su un suo approdo in giallorosso tornarono in auge dopo diverso tempo. Ad un anno di distanza, infatti, Davids si apprestava ad iniziare la stagione 2003/2004 ancora con la maglia juventina addosso ma con il contratto in scadenza e Franco Sensi rilasciò un’intervista in cui affermò: “Il giocatore ha fatto capire chiaramente che verrebbe da noi volentieri. Avrebbe 30 anni, è vero, ma può sostenere ancora tre stagioni ad alto livello. Se l’anno prossimo sarà libero di scegliere la sua destinazione, proveremo a prenderlo: andrebbe a formare un centrocampo formidabile, insieme a Emerson e Dacourt”. Il 21 settembre del 2003 allo stadio “Delle Alpi” di Torino andò in scena Juventus-Roma, gara valevole per la terza giornata del campionato 2003/2004. La gara si concluse 2-2 e il giorno dopo molti quotidiani sportivi nazionali rilanciarono la notizia che tra la Roma e Davids stavolta era davvero tutto fatto. Qualcuno scrisse addirittura di aver visto l’olandese fermarsi a parlare fuori dallo stadio torinese al termine del match con dei futuri compagni di squadra romanisti per comunicare loro la propria decisione di raggiungerli 12 mesi dopo.

In realtà la storia andò in maniera totalmente diversa. L’anno seguente, infatti, alla Roma ci fu un vero e proprio terremoto tecnico, con le improvvise dimissioni di Fabio Capello, destinazione Juventus, e le cessioni eccellenti di Samuel ed Emerson per ripianare pesanti esigenze di bilancio che apparivano come il simbolo di un ridimensionamento necessario per ridurre i costi a carico della famiglia Sensi. Davids scelse così di accettare la corte di Moratti e sposare la causa interista, dove tuttavia avrebbe poi avuto scarsa fortuna.

Matteo Luciani, Giallorossi.net

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