AS ROMA NEWS – Claudio Ranieri, ex allenatore della Roma che in giallorosso sfiorò la vittoria di uno scudetto, ha parlato oggi intervistato da SportWeeek (S. Boldrini). Queste le parole dell’attuale tecnico del Watford sulla sua nuova avventura inglese e sul suo passato romanista:
A 70 anni è naturale voltarsi indietro e guardare il cammino percorso.
Ovvio, ma io non vivo di ricordi. Un esempio: il giorno della presentazione a Watford, hanno mostrato un lungo filmato in cui era stato dedicato ampio spazio alla stagione di Leicester. Era la prima volta che rivedevo le immagini di quell’avventura . Ho scoperto persino qualche inedito. Guardo sempre in avanti. Cerco sempre qualcosa di nuovo: una nuova sfida, un nuovo obiettivo.
La missione da compiere a Watford?
Salvare la squadra e porre le basi per aprire un ciclo.Mi piace seminare: se poi tocca ad altri passare alla fase del raccolto, sono ugualmente contento.
Torniamo all’inizio della lunga camminata: Ranieri bambino.
Vivevo tra San Saba e Testaccio. Giocavo a pallone tutto il giorno e andavo in bicicletta. Mia madre aveva paura che in strada potesse succedermi qualche guaio e mi iscrisse a una scuola a La Storta, il Sant’Eugenio, dove trascorrevo la settimana. Studiavo, non andavo in giro e giocavo a calcio. La prima squadra fu il Dodicesimo giallorosso. Ci allenavamo sul campo vicino a quello della Roma primavera e fu questa la situazione che mi portò alla Roma di Helenio Herrera.
Ruolo?
Mezz’ala, ma con Guido Masetti, tecnico della Primavera, portiere del primo scudetto della Roma nel1 942, avanzai nella posizione di centravanti. Nelle partite del giovedì contro la prima squadra mi ritrovavo di fronte la coppia Bet-Santarini. Erano fortissimi e non facevano complimenti. Arretrai in difesa e in quella posizione trovai la mia dimensione.
Vent’anni, la Roma, Helenio Herrera.
Un innovatore.In allenamento ci chiedeva di giocare in velocità e di non tenere mai il pallone. Quando sbagliavamo, palla all’altra squadra. Debuttai in SerieA con Manlio Scopigno, in casa del Genoa, il 4 novembre 1973. L’ultima presenza, la sesta in campionato, contro il Cagliari di Gigi Riva. Totale, sei partite. Quando arrivò Liedholm e fu chiaro che per me non c’era spazio, chiesi di andare da un’altra parte per verificare se potessi fare il calciatore, oppure voltare pagina. Volevo mettermi alla prova.Mi ritrovai a Catanzaro, con Gianni Di Marzio.
Pausa: Blackpool, 2 maggio 1973, torneo Anglo-Italiano.
Fu il debutto assoluto con la Roma. Perdemmo 2-1, una squadra piena di giovani: io, Francesco Rocca, Pellegrini. Gara dura, rimediai anche l’ammonizione. L’esordio in Inghilterra: era destino.
Catania, Palermo, poi, all’improvviso, il passaggio dal campo alla panchina.
Era l’estate 1986. Ero senza squadra. Mi allenavo con i giovani della Roma. Un giorno mi arrivò una chiamata da Lamezia. Il presidente della Vigor voleva un allenatore giovane al quale affidare la squadra ,iscritta al campionato Interregionale. Accettai l’offerta. Cominciai dalla quinta serie e feci bene. Partire dal basso è stato importante. Non ero pronto per una categoria maggiore. Dovevo imparare. I campi del Sud sono una palestra formidabile.
Chelsea, di nuovo Valencia, poi nel 2007 il ritorno in Italia e il trittico Juventus-Roma-Inter.
Lo scudetto mancato a Roma fu un enorme dispiacere: la mia città, la mia gente, la mia squadra. Ci giocammo tutto nella partita con la Sampdoria, ma subentrai alla terza giornata e magari se avessi guidato la squadra dall’inizio, sarebbe finita diversamente.
José Mourinho, dopo l’esonero di Leicester, si presentò in conferenza stampa indossando una t-shirt con le iniziali CR in omaggio a Ranieri. Dopo le baruffe dei tempi di Roma, un bel gesto.
Mourinho è unico, un grande allenatore e un super motivatore. Mi manifestò la sua solidarietà dopo l’addio al Leicester e fu il primo a congratularsi con me dopo la firma con il Fulham. Gli auguro ogni bene alla guida della Roma.
In trentacinque anni di carriera è ragionevole pensare che abbia allenato un migliaio di calciatori e tra questi diversi campioni.
In Italia mi vengono subito in mente Zola, Batistuta, Totti .Ma per non fare torto a nessuno, cito un paio di calciatori inglesi ai quali sono legato: Terry e Lampard. Il primo lo vidi per la prima volta in allenamento con l’Under 23delChelsea e dopo mezz’ora decisi che doveva stare con la prima squadra. In difesa avevo la coppia centrale campione del mondo Leboeuf-Desailly, ma io cominciai a utilizzare spesso Terry. Lampard arrivava dal West Ham. Gli dissi: “Dalla metà campo in su non devo insegnarti nulla. Posso migliorarti dalla metà campo in giù.
Fonte: SportWeek (S. Boldrini)
Onore Claudio Ranieri. Peccato aver solo sfiorato lo scudetto del 2009/2010…maledetto Cassano!
Ha fatto un grande campionato, credo che era difficile come spogliatoio, dalla sua aveva, solo, l’ appoggio incondizionato della società, contava più di TTT & DDR, infatti, fu tradito un a no dopo contro il Genoa, vincere 0 – 3? E poi perdere 4 – 3 non è un caso….
Per me è la MIGLIORE PERSONA che abbia mai allenato la ROMA.
… non solo Cassano, ma a parte Vucinic che voleva segnalare da solo, in quel Roma Samp ci furono negati almeno un paio di rigori solari già sul 1-0 di cui uno per un fallo di mano di Zauri, che ancora grida vendetta!
FRS 💛 ❤️ 🇮🇹
Grande persona. Ottimo allenatore.
Romano vero.
Quel mancato scudetto fu opera del solito sistema.. Tu lo hai perso onestamente loro lo hanno vinto con certificata truffa.. Non rammaricarti caro Claudio
No. Quello del centenario interista contro la Roma di Spalletti fu teleguidato verso Milano.
Nell’anno di Ranieri, dopo Roma-Inter, eravamo sopra e col destino nelle nostre mani.
Lo buttammo nel WC in quel maledetto Roma-Samp che fa il paio con il più remoto e allucinante Roma-Lecce 86.
Due tornei persi dopo delle fantastiche rimonte, esclusivamente per nostre responsabilità.
Così come i campionati post scudetto 83 e 2001, lasciati andare in modo troppo morbido per quelle che erano le potenzialità della squadra.
Al netto di furti sparsi qua e là, la Roma poteva e doveva avere almeno due o tre scudetti in più in bacheca.
caro UB il tuo ragionamento in parte è condivisibile…
però…
ricordo bene un fatto passato in silenzio dai media e una parte di tifosi per me molto influente, ossia la squalifica di 2 mesi (circa) di Milito e Moratti arrivata qualche giorno dopo l’ultima partita di campionato e il giorno dopo la chiusura del campionato (curioso queste tempistiche perfette contro di noi) andando cosi a scontarsi nel campionato successivo… particolari forse ininfluenti ma sempre secondo me se fosse arrivata qualche settimana prima forse avrebbe potuto creare qualche effetto negativo per l’Inter…
senza dimenticarci che l’anno dopo la ASRoma ebbe due proprietari, chissà se con uno Scudetto in più forse avrebbe intrigato qualcun’altro oltre Pallotta e soci…
cmq sia, Ranieri Uno di Noi!!!
Sì GS, come vuoi. Ma in campo in quel Roma-Samp non c’era Milito, né ovviamente Moratti.
Abbiamo perso, per dabbenaggine nostra, per esserci mangiati l’inverosimile nel primo tempo ed essere poi crollati nella ripresa. Il tutto condito da quel diverbio tra Vucinic e Perrotta nell’intervallo. Vinta quella partita, al 99,9% lo scudo era nostro.
E’ andata come è andata purtroppo…
come detto, in parte condivisibile, però hai ricordato un’importante episodio di quella partita, anch’esso andato in sordina, per quale motivo ci fu quel diverbio tra Perrotta e Vucinic???
Concordo con UB40, quello scudetto ce lo siamo fatto sfuggire da soli. Ricordo allo stadio dopo il gol di Totti che l’aria che tirava non era di concentrazione massima per raggiungere l’obiettivo, ma leggerezza ed allegria di chi ha già vinto lo scudetto; poi dopo il gol loro paura e nervosismo, insomma come giustamente detto la fotocopia di Roma – Lecce. Certo l’arbitraggio non ci ha aiutato ma le nostre responsabilità furono enormi.
Grande mister quello scudetto era super meritato, lo abbiamo perso per colpa del pelato (lo stesso che in molti osannano) che guido la Roma nelle prime giornate.
Non sarebbe andata diversamente. La Roma andò alla grande fino al sorpasso (mi pare con l’Atalanta). Poi ci fu il derby e la pressione da primo posto divenne insostenibile: una serie rocambolesca di circostanze ci permise di vincerlo ma si vedeva che la Roma non aveva più la tranquillità del “niente da perdere”. Con la Samp stessa storia, andammo addirittura in vantaggio ma le gambe tremavano. Guarda caso poi…nelle ultime 3 (Parma, Cagliari e Chievo) ritrovammo quella tranquillità. Più aumenta il tempo senza vittorie, più diventa difficile gestire la pressione di un traguardo che si avvicina. Lo stesso problema di cui soffre la Juve in CL. Mourinho può essere l’uomo giusto x gestire queste situazioni in futuro
Claudio Ranieri è un uomo d altri tempi. Un galantuomo leale sincero e soprattutto vero. Romano e romanista come Carletto Mazzone altro grande personaggio sportivo.
Oramai non nasceranno più persone come loro nel mondo del calcio oramai pensano soltanto ai soldi!!!
FORZA ROMA SEMPRE!!!
Mah, non lo so… Non fu certo Roma-sampe a determinare il mancato scudetto… se faccio 1 punto tra andata e ritorno con un livorno in lotta per non retrocedere forse anch io sono in torto… no? E cmq, a tal proposito, dovemo ringrazià n artro ROMANISTONE come serse cosmi, tacci sua….
Giusto, @Paolo B., e non capisco come moltissimi tifosi della Roma, anche in questo forum, tendano a dimenticare il pareggio e la sconfitta contro il Livorno (squadra che, se non ricordo male, terminò il campionato con un punteggio molto basso) dando la colpa del mancato scudetto giallorosso solo alla sconfitta con la Sampdoria. Boh?!?
Se non dispiace a nessuno, ricorderei volentieri una partita da me vista in Curva Sud, potrei aver avuto forse quindici anni, e l’orgoglio di Romanista di poter vedere sia Fulvio Bernardini CT della Nazionale sperimentale sia l’esordio in quella formazione di Claudio Ranieri. Nel campionato di cui discutete sono sempre concorde che lo perdemmo per risultati da noi falliti e non per la macumba di palazzo, molto più d’accordo con PaoloB rispetto ai risultati con il Livorno piuttosto che contro i genovesi, comunque sempre di risultati sul campo parlo. Per quanto credetti allo scudetto, conservo due fotocopie che un mio amico mi fece incorniciare in dono, di una scommessa fatta subito dopo l’esonero del pelato che dava la ROMA a 75 e una della classifica all’epoca della scommessa. Un’emozione veder salire giornata dopo giornata la ROMA di cui ringrazierò in cuor mio sempre il grande Claudio. Forza ROMA
3 rigori negati contro la Samp ed un rigore negato al Siena contro l’Inter, lo scudetto sarebbe stato vinto dalla Roma in ogni caso.
Bella mister Roma Samp era già vinta 1-0 stadio pieno….la verità è che i giocatori se la sono fatta nelle braghe…quella partita è solo colpa loro e basta….bastava carattere e attributi…invece sw so cagati addosso…