Roma, la Champions appesa ai fedelissimi

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NOTIZIE ROMA CALCIO – Quel “tutti sotto esame”, testo del ceo Fienga durante il confronto di sabato mattina a Trigoria con l’allenatore e i giocatori, sintetizza il momento della Roma chiamata a risalire la classifica.

Il 4° posto è da sempre la priorità della proprietà Usa, vecchia o nuova che sia. Quindi la zona Champions, da conquistare nelle 15 partite che mancano fino al traguardo. Fallire l’obiettivo per il 2° anno consecutivo porterebbe automaticamente al ridimensionamento, a prescindere dallo sbarco di Friedkin che permetterà comunque al club maggior libertà negli investimenti senza subire la solita pressione dall’Uefa per il rispetto fiscale dei paletti imposti dal Financial Fair Play.

Anche Fonseca, insomma, si gioca il posto da qui alla fine del torneo proprio come gran parte dei suoi giocatori. Niente di strano, va così nel calcio. L’allenatore, però, ha ancora la fiducia del management di Pallotta, a cominciare dal ceo Fienga. Oggi, quindi, non è in discussione. Domani, però, non si sa. La frenata dopo la sosta di Natale ha aperto il dibattito sulla sua gestione. Che, come è successo per il lungo periodo di inattività concesso alla squadra a fine anno (9 giorni), è stata troppo morbida nei confronti dei giocatori.

Senatori e giovani hanno accettato il suo metodo e ancora di più creduto alla sua idea di calcio. Così è con loro che vuole uscire dalla crisi. Senza fare figli e figliastri, il tecnico ha da tempo alcuni uomini di riferimento nello spogliatoio. Dzeko, diventato capitano dopo la partenza di Florenzi, è il suo principale interlocutore. Dialogo aperto già dal precampionato, quando il centravanti si comportò da professionista nel bel mezzo della trattativa con l’Inter. In quei giorni è nato il rapporto che potrebbe fare la differenza nelle prossime settimane. Oltre a Dzeko, piena sintonia pure con Smalling, Mancini, Cristante, Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan. E con lo stesso Kolarov, nonostante il calo di rendimento del mancino che rimane leader puro e sponda autorevole anche per la dirigenza.

Sono, dunque, queste le figure di garanzia. Tocca a loro difendere il nuovo corso che non è rappresentato solo da Fonseca, ma anche da chi ha la responsabilità dell’area tecnica. Petrachi e i suoi collaboratori, così come chi, dentro Trigoria, sta accompagnando la Roma nel 9° anno dell’era Usa. Solo con la partecipazione alla prossima Champions sarà evitata l’ennesima rivoluzione.

L’annata, in attesa dello scontro diretto di Bergamo contro l’Atalanta, non è ancora compromessa. Anche se, nelle 9 stagioni con questa proprietà, dopo 23 partite solo Luis Enrique (35 punti), Zeman (34) e l’ultimo Di Francesco (38) hanno raccolto meno del portoghese (39). Che domenica, durante la gita a Siena, ha fatto il punto della situazione con il suo staff. Analisi tattica a tavola e fuori porta.

(Il Messaggero, U. Trani)

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8 Commenti

  1. L’intervento de Fienga è stato tardivo. Se doveva subito da supporto cieco all’allenatore, invece come ar solito lo hanno lasciato a se stesso e, nel caso de Sassuolo, addirittura bypassato.
    Speriamo nel ricompattamento perchè la squadra è attrezzata per arrivare quarta.
    Io continuo a credere che chiede a Kluivert de fa tutta la fascia è un peccato mortale. Sto ragazzino andrebbe sfruttato per avere più soluzioni offensive, dove la Roma fa maggiore fatica.
    A forza de preoccupasse tutti della fase difensiva, non segnamo e piamo paradossalmente na valanga de gol.
    FORZA ASROMA

    • Si fa appello ai senatori. Ma chi? Under? Tolto Dzeko, quelli che hanno più “anzianità”. O vogliamo dipendere da un ex laziale che ce l’ha a morte con i tifosi della Roma?

  2. Cristante Colarov Dzeko, il flop principale della Roma di quest’anno. Dzeko è dallo scorso marzo che voleva andare all ‘inter, poi ha capito che con l’arrivo di Lukaku avrebbe fatto panchina ed ecco che fa i porci comodi suoi e rimane a Roma.
    Brutta persona

  3. Giuseppe non hai torto, anche se “male della Roma” mi pare esagerato.
    E’ vero che Dzeko segna poco, nonostante la squadra produca gioco solo in sua funzione. Ma è un limite di Dzeko o della squadra?
    Dzeko non batte i rigori.
    Se guardiamo la classifica senza rigori, abbiamo
    16 Immobile
    14 Ilicic
    13 C.Ronaldo e Lukaku
    11 J.Pedro
    10 Dzeko e Caputo
    9 Martinez, Milik, Berardi

    Ora, non dico che sia uno sfondareti, sappiamo che di gol se ne mangia… ma insomma non è nemmeno tanto negativo.
    Dove sono però i gol di Under? di Kluivert? di Perotti?
    dove sono quelli dei centrocampisti?
    Se Mikitaryan avesse giocato con una certa regolarità i gol li avrebbe fatti, perché poi, anche giocando poco li ha fatti.

    Cristante, penso sia un buon giocatore, perché a volte fa buone partite. Ma inizio a pensare che manchi di carattere. Che sia il tipo che riesce a dare il meglio quando non ha gli occhi puntati addosso, che non regga la pressione. Che non possa mai essere lui quello che entra e cambia le partite, o su cui contare quando le cose vanno male.
    Se la squadra va bene lui fa il suo e magari anche di più. Se la squadra va male idem, ma in negativo.

    Kolarov ho la sensazione che potrebbe ancora rendere ma in un altro modulo. Come terzo centrale e un cursore che sappia difendere. Cioè in una difesa Mancini Smalling Kolarov, con Peres e Spinazzola esterni.
    Allora alternandosi Spinazzola e Kolarov a difendere e scendere, sarebbero veramente dominanti su quella fascia.

    Ma è chiaro che la Roma non è costruita per quel tipo di modulo, che sarebbe
    Olsen
    Mancini Smalling Kolarov
    Peres Veretout Pellegrini Spinazzola
    Perez Dzeko Mikytarian

    Ma il vero problema della Roma ultimamente è stato anche Mancini. Chissà che gli è successo…

  4. Oltre al presente sarei preoccupato anche per il futuro. Ibanez acquistato per sostituire Smalling il prossimo anno. Già questo mi lascia pensare che tipo di rafforzamento andremo a fare. Fonseca ha il torto di aver avallato la campagna acquisti e di essere poco duttile sulla scelta del modulo. Petrachi non aveva una lira ma ha buttato dalla finestra quel poco di risorse affidategli. Un mercato fatto sulla base di scambi, ingaggi mostruosi, giovani sconosciuti e rinnovi sontuosi e ingiustificati. Il 65% della rosa è fatto di trequartisti e ali che messi tutti insieme non arrivano a 20 gol. Una serie di doppioni inutili dove chi gioca fa rimpiangere gli assenti e viceversa e alla fine sei pure scoperto nei ruoli che effettivamente servivano. Le cause delle ns difficoltà hanno tanti responsabili. Se poi vogliamo dire che siamo ancora in corsa per la EL e il 4’posto è solo gettare fumo negli occhi.

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