AS ROMA NEWS – L’ex direttore sportivo di Roma e Inter, Walter Sabatini, ha concesso una lunga intervista alle colonne del Corriere della Sera dove ripercorre le tappe della sua lunga carriera, parlando di sé stesso, della sua vita privata e del mondo del calcio che ha vissuto in prima persona. Queste le sue parole:
Walter Sabatini, il ricordo più forte della sua infanzia?
«La sensazione di abbandono nella colonia estiva a Marotta, nelle Marche».
Che infanzia ha avuto?
«Felice, ma mi porto dietro ancora oggi il senso di colpa per aver rifiutato davanti ai miei amici la merenda che mi offriva mio nonno».
Suo figlio Santiago ha un nome sudamericano per la passione per quel continente?
«Sì. Gli dico sempre che per essere un uomo libero deve conoscere le cose. Studia scienze politiche, vuole fare il direttore anche lui».
I sensi di colpa la tormentano?
«L’immagine che racchiude tutto è quella di Aureliano Buendia in Cent’anni di solitudine, il mio libro preferito: il condannato e gli uomini del plotone d’esecuzione hanno la mia faccia».
Una persona che ammira extra calcio?
«Fausto Bertinotti: sono sempre stato attratto dalla sua competenza, dalla sua cultura ed eleganza. Sono molto attratto anche dagli ebrei, ma con grande rammarico oggi sono costretto a dire che non ho più stima di Israele: Netanyahu si sta comportando come i peggiori nazisti».
Si è mai sentito prigioniero del personaggio?
«In qualche misura sì. Del resto in un calcio così omologato si fa presto a essere personaggi. Penso al mio amico Sinisa Mihajlovic: la morte dei più giovani mi addolora sempre di più e mi fa venire un senso di vergogna».
Per lei il calcio è «pirandelliano»: è un modo letterario per ammantarne la cialtroneria?
«Sì, ma significa che il calcio è soprattutto una menzogna, un imbroglio: regala tanto a pochi e niente a tutti, per cinquanta fortunati ci sono cinque milioni di disperati. E non c’è niente di peggio che poter crescere nell’illusione di poter fare il calciatore».
Com’è il piacere di scoprire un campione?
«È un piacere intellettuale, lo sento come una bottiglia che si rompe dentro. Guardo una partita con la speranza di rimanere abbagliato dalla bellezza di una giocata, il calcio è vera arte».
Come procede la battaglia con il suo corpo?
«Sono un malato cronico ai polmoni e ai bronchi e ho due stent al cuore. Le mie giornate sono pigre, ritmi alti non ne posso tenere. Quando esco lo faccio con la sedia a rotelle, perché mi si è spostata una vertebra e dopo la cementificazione mi ero montato la testa e sono scivolato dal letto, fratturandomi il femore. Sono tutto rotto, ma il vero problema resta il respiro: per parlare senza affaticarmi devo usare l’ossigeno».
La morte l’ha vista in faccia.
«Sì, nel 2018. Ma quello che mi tormenta è il coma farmacologico di circa venti giorni: ho incontrato chiunque sotto gli effetti dei farmaci. Sembrava così reale che mi causa ancora dei tormenti. Ho incontrato anche Dio sotto mentite spoglie, ma è stato un po’ deludente perché mi ha trattato con molta sufficienza».
Crede nell’aldilà?
«Ci voglio credere. Stavo leggendo un trattato di teologia alla ricerca dell’anima: per capire se esiste, se deriva biologicamente dai genitori o se c’è un’anima universale di cui ognuno di noi prende una piccola quota. Ci devo credere».
Cosa le manca di più del suo lavoro?
«Il timore della sconfitta, che è un cattivo compagno di viaggio ma è il senso di chi fa questo mestiere. La gioia di una vittoria non avrà mai lo stesso peso del dolore per una sconfitta».
Pensa mai che potrebbe non tornare più in pista?
«Mai. Non sono uno che si ritirerà: devo morire e non succederà neanche quello, non per ora. Il cervello non mi permetterebbe il ritiro. Aspetto ancora qualcosa dal calcio: devo prendere e dare. Anche se il calcio mi ha devastato».
Il «sesso fumando» fa molto Bukowski, non trova?
«Qualche cavolata l’ho detta, non lo nego. Ma erano sigarette celebrative. Altre sono consolatorie. Perché ogni sigaretta ha un senso».
I giocatori in attività fumano molto?
«Fumano in molti, più di quanto si creda».
Vivono in una bolla?
«Il mio amico Paolo Sollier diceva già negli anni Settanta che il calcio era un mondo in cui Zac era sempre e solo Zaccarelli e mai Zaccagnini. Dico spesso ai miei giocatori di andare in mezzo alla gente, per sentire gli umori, di andare al mercato: De Rossi l’ha fatto di sicuro».
Momenti assurdi con i suoi calciatori ne ha vissuti?
«Tanti. Ho preso una persona per recuperarne un paio alle 3 del mattino in giro per Roma: il mattino dopo, a Trigoria, lui doveva intercettarli, portarli in uno spogliatoio a parte, fargli fare una doccia e bere un caffè. Capitava sempre con Maicon e Nainggolan, forse il centrocampista più forte che ho avuto, però testa di c. notevole: aveva l’obbligo di chiamarmi all’una di notte, ma mi prendeva in giro alla grande. Però non ha mai saltato un allenamento o una partita».
Oggi per i calciatori le avventure sessuali sono più difficili di una volta?
«No, no. Le donne hanno un’attrazione fatale per la loro ricchezza e il loro fascino. E loro non si tirano indietro. Chi non ha il senso della misura, sbrocca. Ci sono donne meravigliose in giro ed è uno dei motivi per cui odio essere invecchiato: c’è troppa bellezza, è un dono per tutti».
Lei scrive che il fascino è diventato anche un parametro di selezione dei calciatori.
«La bellezza sfonda tutte le porte e non è una questione di omosessualità. Se uno è bravo ed è anche bello, lo spingi più facilmente, perché è più ammirato dalla gente, dalla stampa, dalle tv. Calafiori ne è un esempio eclatante».
È difficile essere un calciatore?
«Sono una categoria ad altissimo rischio, perché a venti anni può capitare loro di avere tutto quello che sogna un trentenne: bellezza, ricchezza, fama. Tanti si sono persi o hanno fatto molto meno di quello che avrebbero potuto: si imbolsiscono e si intristiscono. E puoi migliorare tutto nei calciatori, tranne l’indole».
È un riferimento autobiografico?
«Ero una testa di c.: un grande calciatore che non capiva il calcio o non voleva capirlo».
Gli allenatori o i giocatori che lei non amava, lo capivano o lei riusciva a mascherare quello che pensava?
«No, perché sarebbe stata una cosa brutta, sbagliata: non si gioca con le persone e la sincerità l’ho sempre usata. Quando sono andato a Salerno per la famosa salvezza con il 7% di probabilità di farcela, ho mostrato a un allenatore la lista dei 10 innesti che avrei fatto e lui mi ha detto che erano tutti ex giocatori: gli ho risposto che aveva ragione e infatti lui non li poteva allenare. E gli ho detto di restarsene a casa».
Ha litigato più con Lotito o con Zamparini?
«Con Lotito erano sempre questioni di soldi. Zamparini era meraviglioso ma mi ha spaccato la schiena, viveva un suo calcio tormentato. Quel Palermo giocava in modo sublime ma lui si lamentava di tutto, allora gli chiesi cosa gli mancasse per essere felice: “Mi manca che lei e l’allenatore vi leviate dalle scatole” rispose».
Con Zeman un giorno vi chiarirete?
«So che è stato male e gli mando un abbraccio. Però non c’è tanto da chiarire. È stata una delusione capire che avevo ragione: i suoi famosi silenzi sono dovuti al fatto che non ha molto da dire. Gli facevo domande sui carrarmati a Praga nel 1968 per capire lo stato d’animo di un Paese: zero. Ma come allenatore, alcune cose che gli ho visto fare sono di alto livello. I risultati con lui erano altalenanti ma si è visto il miglioramento netto di giovani che ha avuto il coraggio di far giocare, costruendo il presupposto per notevoli plusvalenze come Lamela e Marquinhos».
La solitudine per lei è una condanna o anche una forma di egoismo?
«Anche una forma di egoismo. Io sono un uomo molto generoso, aiuto le persone anche quando non posso. Però non ce la faccio a condividere gli stati d’animo. La cosa che più mi imbarazza è ricevere gli auguri di compleanno».
In Totti ha visto più solitudine o egoismo?
«In lui non poteva non esserci egoismo, perché la vita lo ha condotto su quel sentiero e ce lo ha lasciato. E lui non ha avuto la forza intellettuale di liberarsi da una certa condizione. Non è mai riuscito a ragionare con il “noi”, ma sempre con l’io. La verità è che non gli hanno permesso di vivere: a Roma è stato un prigioniero, già a 17 anni non poteva uscire di casa. Per tutta la vita è stato il Capitano, l’Intoccabile. L’isteria che ho visto verso di lui è irriferibile e lui l’ha pagata con la solitudine. Ancora oggi è un ragazzo solo, tant’è che le cose che ha cercato di fare non è riuscito a farle».
Quando lei dice che Totti deve rientrare nel calcio lo dice con convinzione?
«Sì, perché sono certo che abbia sensibilità e capacità di giudizio. Non gli posso riconoscere la cultura che serve per vivere nel branco, però penso che meriti di essere un dirigente della Roma, con un taglio tecnico, non amministrativo. E non quello che fa Ibrahimovic al Milan, che è una cosa troppo generica. Gli devono dare un ruolo di responsabile del comparto sportivo: i mestieri si imparano. Però questi americani della Roma sono dei cialtroni, gente che non ha capito la città e il senso del possesso che ha la gente verso la squadra: una tifoseria come quella della Roma la devi conoscere, non puoi fingere che non esista, perché il Romanismo è un sentimento troppo potente, è una malattia».
Ma se pensa a un rientro pensa alla Roma?
«No, non credo di meritarla più. Ho tenuto sempre la squadra a livello di grande competitività in un momento storico delicato. Ma oggi la Roma ha bisogna di una macchina perfetta, una Ferrari. Io sono una Due Cavalli tutta bozzata».
Secondo Allegri al nostro calcio mancano i grandi dirigenti. Che ne pensa?
«Penso che ce ne siano stati di grandissimi, da Allodi ad Arrica fino a Galliani: hanno avuto pochi eredi».
Non cita Marotta perché quel nome le ricorda la colonia al mare?
(ride) «No, io provo affetto per lui, perché quando giocavo a Varese era un ragazzino che si allenava con noi ed era bravo. Ma non sono un suo ammiratore: non sono come lui».
Intende che lui è di governo e lei di lotta?
«Sì, io sono un provocatore, litigioso. Lui aggiusta sempre tutto. Io mi sono dimesso circa venti volte dal mestiere che amo, Marotta non lo avrebbe mai fatto. Ma io sono vittima di me stesso, col mio cervello di sinistra e il mio corpo di destra».
Questa la ripete spesso, assieme alla manovra a coda di gatto maculato: a proposito, che significa?
«Che se vogliamo uscire da una situazione difficile, dobbiamo inventarci qualcosa».
Fonte: Corriere.it
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dispiace per i problemi di salute. coraggio Walter!!!
Ma questo parla tutti i giorni?..Siamo ai limiti della patologia psichiatrica.
Be come Totti e altri che non riescono a rientrare in questo mondo, lui almeno ha una storia vissuta da raccontare.
non leggere le sue interviste se preferisci non leggere le parole di un uomo che comunque ha fatto parte di un calcio dove la parola Cultura è Sensibilità sono parole sconosciute.
Asromaunicafede: 👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎👎
Franzose io faccio e dico quello che voglio.
Stai a difende uno che ha raccontato falsità su bruno conti..Anche meno come lecchinaggio.
penso che sia un suo diritto
È un uomo che soffre, se parlare lo aiuta fa bene a farlo. Se a te scoccia leggerlo, non lo fare. Io gli voglio bene e lo leggo anche se non sempre sono d’accordo
me sa che ogni tanto je se intoppa la bombola dell’ossigeno.
Grande intelligenza e grande sensibilità, nel calcio cosa rara.
E’ assolutamente un grande personaggio. Che ha commesso errori e vissuto incredibili successi.
Ma sicuramente un grande personaggio.
Ho un corpo di destra e una mente di sinistra e’ geniale.
per 007👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍
Persona interessante da ascoltare, senza dubbio. Ego smisurato, ma gli si perdona.
Zeman comunque intelligente a stare muto sulle domande politiche, un chiacchierone come Sabatini le avrebbe subito riportate e oggi Zeman era bollato come comunista, o fascista ecc.
la delusione in questo caso è lui…che non va oltre un giudizio che non tiene conto di culture diverse. domande come quella sui carri armati, per le persone di quel paese, sono pugnalate. sono ricordi tristi e Sabatini avrebbe dovuto cogliere le venature del suo silenzio…non dire quello che ha detto.
un po’ gioca ad essere personaggio. un po’ se la tira, diciamo. anche se a volte era un ottimo talent scout.
Dimenticavo: sia lui che ZZ manifesti viventi di come le sigarette ti distruggono e ti rendono la vita impossibile in età ancora giovani dove potresti finalmente godertela rilassato.
Per Sabatini nutro un sentimento tenero è un uomo tormentato che non risulta più in sintonia con il calcio attuale e lo dico con molta amarezza perché in questo calcio non vedo più il sentimento e attaccamento alla maglia.
Oramai i giocatori sono imprese economiche e basta.
zeman delusione 😅?
zeman è così, è sempre stato così, prendere o lasciare, uomo di una coerenza difficile da trovare.
sabatini accanto a zeman è un microbo.
❤️🧡💛
sabatini era un’ottima ala destra, chiuso da bruno conti .si forse un microbo, ma più grosso di zeman
Provo sempre grande affetto e ammirazione per lui, per le sue intuizioni e pure i suoi errori, ricordati dai suoi denigratori come se fosse l’unico al mondo a sbagliare.
Alcuni passaggi dell’intervista sono perle e andrebbero scolpite.
In bocca al lupo per la tua salute, Direttò, anzi, per tutto.
P.S. per chi dice che parla troppo e sempre della Roma, questa non è una conferenza stampa indetta da lui ma un’intervista del Corriere, nel quale c’è chi fa domande sugli argomenti che lui decide e chi risponde a queste domande.
Bravo, questa cosa va detta. Alla fine, quella alla Roma è stata sicuramente la più grande esperienza della sua carriera da direttore sportivo, quindi è normale che molte domande vertano su quello. In questo caso, poi, è stato interessante leggere anche su molti altri argomenti.
Spero che non abbia costruito a tavolino quello che doveva dire nell’intervista.
Se è stata sincera e istintiva credo sia una confessione tra le più condivisibile che ho letto recentemente. Gli aneddoti su Nainglan sono gustosi e il personaggio Totti, non il calciatore, spiega molte cose del Francesco attuale.
Si può condividere o criticare ma non è uno qualsiasi.
sarà simpatico, sarà antipatico, certo non è mai banale.
E allora è accanimento…!
P.s.
1- Spero che abbiano “il tempo” di chiarirsi lui e Zeman.
2- Criticare le parole attuali di personaggi che hanno dato tanto dal punto di vista calcistico non significa non riconoscergli quel trascorso. Pruzzo ne è un esempio: grande, grandissimo Bomber di ieri. Opinionista scialbo oggi.
Buona giornata fratelli Romanisti
Certo, gli si può voler bene o meno (io gliene voglio), ma gli si deve comunque riconoscere che lui e la banalità sono agli opposti…
secondo me…… è il padre di Nainggolan.
Questa intervista parla poco di calcio giocato, e quel poco è interessante e piacevole, dispiace che chiunque soffra nella vita , la spensieratezza di vivere e non pensare alla morte appartiene alle persone vuote d’animo, io ammiro questa persona che si racconta nonostante lui sappia che è in gravissima difficoltà, gente che dice ” eh però potevi fumare di meno” ….a me queste persone fanno vomitare , gli auguro una pronta guarigione se possibile, nella grazia del Signore
Intervista interessantissima ad un personaggio con tanta cultura, è stato veramente un piacere leggere le parole di Sabatini. In bocca al lupo per la salute Walter. Lui è stato l’artefice di una squadra alla quale sono stati rubati 2 scudetti da parte della rubbe. La squadra che per 2 volte ha fatto i 2 record storici dei suoi punti 85 ed 87 punti e che poi è arrivata tra le prime 4 d’ Europa. Questo gli va riconosciuto.
Comunque una personalità unica, estremamente esotica nell’ appiattito mondo del calcio.
FR
Ner forum c’è sempre qualcuno che lo rivorebbe a Roma. Sta su na sedia a rotelle, attaccato all’ossigeno. Se regge pe li fili sto pòro omo, immaginalo sotto sta pressa chiamata Roma…
non posso che fargli i complimenti per la Roma che aveva costruito e gli auguri per la sua salute…
si parlate parlate, meglio Gianni e pinotto che abbiamo ora……capisce di calcio come pochi,, ha preso qualche toppata ma ha portato fior fior di giocatori, con lui ho visto la Roma più forte, e’ romanista fracico ed e’ forse per quello che ha sofferto …..roma….
un romanista (minuscolo) fracico che, però, nutre una fede incrollabile nella lazio ( questa, sì,minuscola). Un tifoso della Roma, secondo me, una cosa così non la deve MAI dire. Personalmente la lazio, quando non la perculo, la ignoro. E , comunque, io la Roma la vedo con gli occhi miei, non con quelli di sabatini (minuscolo). Forza Roma!
Leggere questa lunga intervista a Sabatini , bella, profonda, toccante e per una volta priva di acrimonia, è stato molto bello: sembra, absit iniuria verbis, quasi un’intervista- testamento. Ovviamente spero di no: la sensazione è stata come quando vedi un quadro o una foto d’altri tempi e sprofondi nella nostalgia e non puoi fare a meno di rimpiangere i tempi passati. Magari era tutto più bello e vivibile, magari eravamo s “ solo” più giovani.
Pur essendo d’accordo su tutto, caro M. M. , non credo che la nostra sia nostalgia dei bei tempi andati. Il Calcio è un racconto epico, non una compulsiva sequela di big match. Le attuali Champion ed Europa League sono una mercificazione dell’Iliade, non sono l’Iliade. È un fatto, non un’opinione di anziani tifosi. È un grave peggioramento oggettivo dello sport che è stato per cento anni la più potente metafora della guerra, del sacrificio, dell’ingiustizia, del merito, della passione, dell’ irragionevolezza, dell’essere umani e contraddittori. Non riesco ad allontanarmene ma so che era infinitamente migliore. Sabatini, che ho amato e odiato quasi contemporaneamente, ne è una sintesi perfetta. Mi mancherà moltissimo.
Sentendolo parlare sembra che la sua Roma abbia qualche trofeo in bacheca e che non sia quella del 26 maggio… Non mi pare sia così. I migliori auguri per la sua salute ma la smetta di pontificare sull Roma.
Se ci credi in silenzio nell’aldilà te ne sarei grato. Me voglio vede na partita tranquillamente nell’Aldiqua’ senza legge un giorno si e n’artro pure Sabatini, Pellegrini, Diego, Kardroop, Mourinho, Petrachi, Monchi e tutta sta gente che fu del tempo che fu. Avete rotto li …c…..oni.
Non avete nulla che fare che parlare della Roma ? Ma na famiglia, du’nipoti da porta al parco no?
E Basta!!!
c’è solo la Roma, hai dimenticato Totti 🤣🤣
parla della Roma perché non è laziale
Sabatini pensa alla dalute, e dai consigli positivi!!
nel dubbio spero di rivedere a Trigoria il quarto scudetto da vivo….. non so se nell’aldilà si prende dazn….. o sky……
“questi americani sono dei cialtroni”. Che dire…un grandissimo. Ieri stavo vedendo un vecchio spezzone di partita della Roma; fanno gol e si abbracciano Totti Strootman De Rossi Pijanic e Nainggolan. La Roma di Pallotta e Sabatini.Poi sono arrivati i Friedkin primo acquisto Kumbulla e Shomurodov. Grazie Walter!
Uomo di una raffinetazza intellettuale superiore ed uno degli ultimi romantici di qeusto sport. Anche unico che ha compreso profondamente la Roma ed il romanismo fino al midollo.
il d.s che manca
Dovrebbe lavorare in Sudamerica!!! chi ci vive (come me) sa che la gente vive alla Sabatini e non alla Marotta…altalena di emozioni..mancanza di equilibrio costante..e purtroppo a volte tanto fumo e poco arrosto…in ogni caso questo signore ha portato dei grandissimi giocatori alla Roma e la Roma la ama davvero quindi ho un grande rispetto per lui
Un’intervista bellissima, spero che tu, lasci il tuo pensiero, in un libro postumo, cosi’ non dovrai leggere i commenti beceri dei poveri di spirito.
Una cosa non condivido,io sono tra i 5 milioni che non sono arrivati ma, non mi sento ingannato, il calcio non mi ha dato ricchezza ma ho avuto comunque tanto.
A differenza di altre volte in cui l’ho criticato, questa intervista di Sabatini la trovo interessante, perché si può anche non condividere tutto ciò che dice, però ha una cultura e una profondità di pensiero che altri suoi colleghi si sognano.
Un po’ criptico su Zeman, non ho capito bene in che senso sarebbe stato una delusione per lui, ma probabilmente preferisce tenerlo per sé.
Una dirigenza la sua con luci e ombre, perché si, avrà portato Marquinhos, Benatia e Castan, ma anche Doumbia, Ibarbo e Spolli
Mi dispiace molto per i suoi problemi di salute, non pensavo fosse messo così male e non è nemmeno così anziano