Totti e Spelacchio, la strana coppia del Natale romano: ”E’ difficile smettere quando ami ciò che fai” (VIDEO)

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ULTIME AS ROMA – Francesco Totti e Spelacchio, lo spot di Natale fa impazzire il web. L’ex capitano giallorosso recita da attore consumato nella pubblicità che lo vede protagonista insieme all’albero più famoso della Capitale.

Lo spot è infarcito di riferimenti calcistici alla carriera di Totti e di come è finita. Emblematica in tal senso la frase simbolo della pubblicità: “E’ difficile smettere quando ti piace ciò che fai”. 

Qui sotto il link al video dello spot di Francesco Totti e Spelacchio, destinato a diventare un tormentone.

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15 Commenti

  1. Come i grandi assoluti, Totti giocava per la squadra, segnava e faceva segnare – prerogativa dei Pelè, Cruyff e Maradona, per intenderci. (Messi e Ronaldo, al contrario, sono dei solisti che, posti in una squadra non al loro servizio, non danno il contributo necessario per vincere – vedi l’Argentina ai Mondiali e la stessa Juve di Coppa). I suoi record di gol sono pari a quello degli assist, anzi, agli esordi Francesco si contraddistingueva più per l’ultimo tocco sotto porta al servizio dei Balbo e Delvecchio, che come stoccatore in proprio. Fu il Capello del post scudetto ad avanzarlo centralmente, visto il declino di Batistuta, ponendogli al fianco Cassano, ma la definitiva trasformazione da attaccante fisso si ebbe col primo Spalletti. Dal 2005 la produzione di gol aumentò in modo verticale, tanto da sgretolare i record del calcio moderno. Pelè ha sempre considerato Totti il più grande della sua generazione (ho ancora in mente le immagini di O’Rey che sgrana gli occhi in tribuna dopo il cucchiaio a Van der Saar), perchè sapeva far giocare bene la sua squadra come nessuno al mondo. La dimostrazione è data dal mondiale 2006, nel quale il Capitano giunse dopo un miracoloso recupero dal gravissimo infortunio (anche nei precedenti mondiali era arrivato mezzo azzoppato): Lippi lo riportò nel ruolo originario e lui diede, pur con tutte le attenuanti del caso, un contributo enorme in fatto di gioco e assist. La sola presenza in campo incuteva timore negli avversari, tanto da far dire pubblicamente a Vieira e Makelele che, in finale, su ordine del tecnico, dopo l’uscita di Totti i due centrocampisti poterono sganciarsi in avanti e in quella fase la Francia sembrava potesse aver la meglio sull’Italia.
    Stiamo parlando di Francesco Totti, giocatore immenso. Mica pizza e fichi.

    • Finalmente cosa, Kawa? Sono un romanista con la coscienza a posto, perché ho sempre sostenuta la Roma e difesa da attacchi di qualsiasi provenienza fossero, soprattutto all’epoca di Sensi. Per questo non ho timore di esprimere il mio pensiero. Altra gente che in odio a Pallotta in questi anni si è rallegrata delle avversità della squadra dovrebbe avere adesso il buon gusto di tacere. E spesso tu le hai prestato inspiegabilmente il fianco.
      Ho criticato Totti dopo la disastrosa conferenza stampa dell’estate scorsa. Se per assurdo un domani Pallotta lasciasse la Roma e tempo dopo la attaccasse pubblica-mente in modo strumentale recandole un danno d’immagine lo avverserei allo stesso modo. Stanne certo.

      Un saluto a tutti.

    • Sapeva dove mettere la palla ancor prima di riceverla. Aveva il piede destro come la mano. Pure ora darebbe lezione a tanti. Non avremo mai più uno come Totti.

    • Calma, Amedeo, calma. Nessuno ha mai messo in discussione il tuo essere Romanista, anzi. Dei due, sei tu che vedi “criptolaziali” ovunque e che ti diletti a fare classifiche di Romanismo tra gli utenti del forum. Hai criticato Totti e Dzeko (anzi, Geko), mentre hai difeso a spada tratta monchi e pallotta. Io ho scelto di fare il contrario. Sono scelte di campo che si fanno in tempi di “guerra” (si fa per dire, passamela). Anche repubblichini e partigiani, su fronti opposti, combattevano per l’Italia (Italie diverse, ma sempre Italia). Spero e credo che il cambio di proprietà porterà una salutare ventata di entusiasmo, in una tifoseria squassata da otto anni di delusioni. Mi risponderai che in passato ne abbiamo viste di peggio; è vero. Ma cosa cambia? Puoi forse biasimare chi vorrebbe vivere l’ebbrezza di nuove glorie sportive, magari più durature che in passato?
      Anche col possibile imminente cambio di proprietà, certo, le differenze di vedute resteranno (e spero anche qualche sano sfottò), ma l’asprezza dei toni scemerà. In fondo, checché tu ne dica, tutti desideriamo la stessa cosa… Ti saluto con un fragoroso FORZA ROMA

    • scusate se vi interrompo, ma si sta raffreddando il doppio vassoio di “pizza Friedkin” che ho appena portato…
      prendete ed assaggiatene tutti

  2. Con Amedeo concordo in parte. Nel 2006 a parte il rigore Totti incise poco e prova ne è che il pallone d’oro lo vinse Cannavaro è il nostro non risultò neanche nella lista dove invece troviamo i vari Buffon Gattuso Pirlo e perfino Luca Toni. In realtà Totti non risulta essere mai arrivato fra i primi 3 in tutta la sua lunga carriera ma questo nulla toglie alle sue indubbie qualità tecniche e al suo grande talento

  3. Totti è Totti, un fuoriclasse immenso riconosciuto come tale in tutto il mondo, che io rispetto anche come uomo che ha fatto le sue scelte, per me Messi è il più grande calciatore di tutti i tempi insieme a Maradona ma anche più grande (anche considerato il fatto che gioca in un calcio diverso e che a differenza di Maradona non inalava droghe), Messi è un marziano inarrivabile, Messi è tutto (definirlo solista è un’eresia, ci sono centinaia di assist effettuati da messi, alcuni con scambi fulminei da fare rabbrividire), Messi è il calcio, certamente ha all’attivo centinaia di goal effettuati sbriciolando in corda e dribbling 4/5/6 avversari alla volta semplicemente perché nessuno era in grado di fermarlo, Ronaldo è un altro tipo di giocatore, lui si un solista ma un solista che fa sempre la differenza, altro giocatore formidabile per il quale c’è poco da dire. Tra i due Messi è superiore (anche se Ronaldo ha fatto meglio in nazionale, ricordo che ha vinto anche l’europeo incidendo in modo mostruoso con triolette e prestazioni enormi). Ripeto, Messi è fuori da ogni classifica perché è il più grande di tutti, Totti è stato comunque il più grande calciatore italiano insieme a Baggio ed uno dei più grandi leaders calcistici della storia.

    • Dark scusa ma per Ronaldo è solo il fenomeno, che se non avesse avuto gli infortuni che ha avuto, quello contro la lazio in coppa italia ti fà girare lo stomaco per quanto è brutto, probabilmente staremmo qui a celebrarlo come il più forte di sempre, con tutto il rispetto per messi e CR7, al pari di maradona e Pelè, considerando quello che riusciva a fare con la sua struttura fisica, era un marziano, secondo me. Negli anni al barça e i primi 2 all’inter è stato di un’altra dimensione rispetto a tutti, da solo stava facendo vincere un campionato, scippatogli a Torino dalla triade, col buon ceccarini arbitro . Totti è stato il più grande calciatore della storia della Roma, indiscutibilmente uno dei più grandi in Italia e nel suo periodo uno dei più grandi al mondo senza voler fare classifiche, sono d’accordo con te.

  4. Ovviamente c’è anche Ronaldo il fenomeno tra i grandi ma purtroppo è durato troppo poco ed ha vinto troppo poco in rapporto al suo livello. Gli altri giganti (oltre a quelli già citati) sono Cruyff, Zidane e Pelé.

    • Messi con l’argentina non ha mai vinto nulla, Ronaldo quello vero, ha vinto 2 mondiali più un’altra finale dove lo mandarono in campo per forza e svariate coppa america. Insomma durato poco e vinto poco non direi, se consideriamo che con un ginocchio in meno, ha vinto il mondiale 2002, messi e cr7 non ci sono mai riusciti neanche con tutte e 2 le gambe sane. 98 gare con la maglia verdeoro 62 gol. 518 partite da professionista 352 gol, tra brasile, serie A, liga e eredivisie. Metà di quei gol fatti senza un ginocchio, tutti gli altri che ho sentito nominare in tutti i commenti sono marziani lo stesso, per carità, ma hanno giocato tutta la loro carriera con 2 gambe e 2 ginocchi. Al milan nel fine carriera, faceva gol anche sovrappeso di 10 kg. Marchegiani a distanza di 20 anni ancora non ha capito da che parte è andato nella finale uefa a forza di doppi passi. Mai visto un giocatore con il suo cambio di passo da fermo e la sua tecnica…CR7 quello che faceva il fenomeno non lo ha mai fatto. Aò poi sono punti di vista, solo una considerazione mia.

  5. Vallo a dire agi argentini che Messi e più grande di Maradona e ride tutto quel popolo da qui al Natale del 2050. Il fatto che abbia assunto droga, la cocaina non è doping, è un’aggravante per il rendimento del Pibe de Oro: fosse stato “pulito” Diego avrebbe fatto ancora meglio, il che è tutto dire.

    Non si può paragonare il calcio, vero, fino agli anni Novanta, con quello attuale, finto – fenomeno esclusivamente televisivo. All’epoca si marcava ferocemente a uomo, raddoppi continui, c’era il libero che raddoppiava su tutti e spazzava quando non stroncava le gambe, non si faceva il fuorigioco ossessivo come oggi, esisteva la melina e il retro passaggio al portiere, il fallo da dietro non era passibile di ammonizione, come la trattenuta di maglia, il gioco era estremamente violento (Maradona subì un fallo killer contro l’Atletico Bilbao), le prime ammonizioni arrivavano nel secondo tempo, i palloni non erano quelli leggeri, ridicoli di oggi che volano come Super Tele e chiunque può segnare da trenta metri, non esistevano nazionali come Kosovo o Gibilterra, cui puoi fare 5/6 gol, le partite finivano 1-0 o 2-1, segnare una tripletta era un’impresa (oggi le fa pure Cutrone). All’epoca Messi e Ronaldo avrebbero giocato la metà delle partite (vuoi per infortunio e soprattutto perché erano di minor numero ma maggior qualità) e segnato meno della metà dei gol che hanno fatto. Maradona? Maradona oggi con le difese allegre, il fuorigioco a quaranta metri e sopratutto gli arbitri che appena ti toccano ammoniscono e poi espellono, si sarebbe stancato di segnare tre gol a partita già nel primo tempo. Maradona ha vinto due scudetti, DUE, a Napoli, NAPOLI, e un Mondiale da solo, impresa che non replicherà mai nessuno.

  6. Maradona è il calcio. Chi l’ha visto dal vivo sa cosa significhi ciò. Ma Diego andava ben oltre: era un leader amatissimo dai compagni, si esponeva sempre per essi, era coraggioso e fortemente anticonformista, ha giocato nel Mezzogiorno, dove in un secolo si sono vinti tre scudetti (uno a Cagliari con Riva e due a Napoli con Diego), scardinando il sistema di potere del Nord che era – ed è tuttora – inossidabile, laggiù ha portato anche una Coppa UEFA, all’epoca una specie di CL, perché giocavano le seconde e terze dei maggiori campionati, si è fatto portavoce del disagio sociale dei “terroni” e di una città intera, Napoli, nei confronti del resto del Paese, si è eretto a simbolo nazionale del popolo argentino segnando un gol “politico” irregolare all’Inghilterra imperialista dimostrandosi molto più di un calciatore, per quanto grande, e divenendo una delle maggiori icone del Novecento.
    Può essere discusso l’uomo, poi da chi – vorrei proprio sapere, probabilmente uno senza peccato che possa “scagliare la prima pietra” (fatemelo conoscere), perché se Maradona ha fatto del male, lo ha recato solo e esclusivamente a stesso, non certo al prossimo.
    Ciò che è certo è che Maradona resterà nella storia come il più grande talento del calcio mondiale di tutti i tempi. Messi e Ronaldo fra qualche anno verranno superati da altri calciatori plastificati, bombati e creati al computer che segneranno duemila gol in duemila partite a duemila squadre materasso. Ma quello non è calcio. È ben altra cosa.

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