WESLEY: “Sono un esterno molto offensivo. Ho scelto il 43 perchè è il mio portafortuna. Al messaggio di Dybala ho cominciato a urlare” (VIDEO)

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Prima intervista di Wesley da nuovo giocatore della Roma. Il terzino brasiliano ha parlato ai canali social del club giallorosso, ecco le sue dichiarazioni.

Le tue prime impressioni?
“Sono molto felice per l’accoglienza che ho ricevuto in aeroporto. Mi hanno dimostrato tanto affetto. Alle 6 di mattina c’erano 100 persone ad aspettarmi, sono felice di questo. Il centro sportivo è meraviglioso, non vedo l’ora di conoscere lo stadio Olimpico”.

Con quali sogni arrivi?
“Spero di vincere l’Europa League e conquistare la Champions, che è un sogno”.

Quanto è stato difficile lasciare il Brasile?
“Molto difficile, ma venire n Europa è sempre stato il mio sogno. Ora sono in un grande club come la Roma e sono felice. Sento la responsabilità. Lo sto facendo per la mia famiglia. Sono felice, sceglierei ancora di lasciare il Brasile”.

Sei curioso di conoscere Gasperini?
“Gasperini è un allenatore eccellente, non vedo l’ora di conoscerlo e parlare con lui. Lui sa qual è il mio modo di giocare, molto offensivo, mi piace tenere la palla. Devo migliorare sotto molti aspetti. Posso giocare sia largo in una linea a 4, che in un 3-4-3. Facendo bene la fase offensiva, posso fare bene anche quella difensiva. Spero di dare un buon contributo alla squadra”.

Che tipo di giocatore sei?
«Sono un calciatore molto offensivo, devo lavorare molto e devo ancora crescere sotto molti aspetti. Mi piace giocare largo, posso giocare sia in una linea a 4 che in un 3-4-3, sempre giocando largo. Come dico sempre, riuscendo a fare bene la fase offensiva di conseguenza posso fare bene anche quella difensiva, e viceversa. Per questo spero di offrire un buon contributo».

Quando hai iniziato a giocare seriamente a calcio?
«Ho iniziato a giocare a calcio tardi, nel 2017, quando ho iniziato a provarci seriamente nelle giovanili. Gioco da quando avevo 8 anni, ma ho iniziato a provare a diventare un professionista intorno al 2017-18».

Com’è stato l’inizio del tuo percorso?
«È in quel periodo che ho iniziato a fare provini e non li ho superati per 4-5 volte, al Figueirense e al Tubarão. Alla fine ho superato il provino con il Figueirense, ma il club non era in buone condizioni dal punto di vista finanziario. Per cui venni informato che, se avessi trovato un’opzione migliore, avrei dovuto avvisare il club, che mi avrebbe lasciato libero».

Cosa è successo dopo?
«In quel momento il Tubarão stava crescendo, per cui parlai con i miei procuratori e passai al Tubarão nel 2019, ma poco dopo arrivò il Covid. In quel momento pensai di smettere di giocare e di cominciare a lavorare. Iniziai a lavorare con mia mamma e con mia sorella, in un ristorante dove mia mamma era chef. Là lavoravo come parcheggiatore».

Cosa ti ha fatto cambiare idea?
«Nel momento in cui avevo provato a diventare un professionista, tutto era andato storto, anche a causa del Covid, per cui pensavo che il calcio non fosse nel mio destino. Mia sorella continuava a mandarmi messaggi, su Instagram. Erano dei testi motivazionali, voleva spingermi a riprendere con il calcio».

Quando sei tornato a giocare?
«Alla fine del 2020 decisi di tornare a giocare dopo un anno di stop, in cui non mi ero mai allenato. Il Tubarão mi contattò chiedendomi se fossi disposto a giocare 5 partite con loro. Io accettai, visto che non stavo facendo nulla. Contattai il mio procuratore, gli dissi che volevo tornare a giocare e lui mi disse che poteva essere una buona opportunità».

Cosa successe in quelle partite?
«Di queste 5 partite nel 2021 ne disputai 3, registrai un video e il mio procuratore lo mandò a tutti i suoi amici. Da quel momento cominciarono a contattarmi per fare provini, poi arrivò la chiamata del Flamengo, sempre nel 2021».

Come hai scelto il numero 43?
«Il 43 è il numero che indossava un grande giocatore come Dejan Petković, ma quando arrivi in prima squadra dalle giovanili non scegli il numero, è il Flamengo che estrae a sorte e te ne assegna uno. Il mio primo numero è stato il 46, ma l’anno successivo sono passato al 43. Dopo aver preso il 43 ho iniziato a crescere costantemente, per cui ho continuato a usarlo e ce l’ho persino tatuato sul collo e sulla gamba, insieme a un simbolo della fortuna. Per me è un numero portafortuna».

Hai già sentito qualcuno della squadra?
«Paulo mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa. Quando l’ho letto ho fatto un salto e ho iniziato a gridare in giro per casa, a mia moglie: “Dybala mi ha mandato un messaggio!”. Lui è un campione, sono un suo grande fan. Ho parlato con lui, mi ha detto di scrivergli in caso di bisogno al mio arrivo. L’ho ringraziato».

Che impressione ti hanno fatto i tifosi della Roma?
«In Brasile si usa molto il termine “pazzi appassionati”, la tifoseria della Roma mi ricorda molto quella del Flamengo. I tifosi hanno una grandissima passione e oggi l’ho visto in aeroporto, ripeto, alle 6 e 10 di domenica mattina. C’era così tanta gente, gente che ama tanto questo club e che vuole il meglio per questo club. Per questo il messaggio che posso mandare ai tifosi della Roma è che darò sempre il massimo. Quando non ci arriverò con la qualità, ci metterò la voglia e la corsa, è questo che ho imparato. Forza Roma!»

Cosa significa per te vestire la maglia giallorossa, ereditando una tradizione brasiliana?
«È un onore indossare la maglia che hanno indossato questi giocatori. Gente come Cafu e Maicon è fonte di ispirazione per me, per cui sono molto felice di vestire questa maglia e spero che un giorno qualcuno possa ispirarsi anche a me.»

A chi vuoi dedicare questo traguardo?
«Prima di tutto ringrazio Dio, per l’opportunità che mi sta dando di realizzare un sogno. Ringrazio anche la mia famiglia, mia moglie, mia figlia, tutti i miei amici, i miei compagni, mia madre, anche lei è molto importante. Ringrazio inoltre la Roma, che sta facendo tutto questo per me. Sto realizzando un sogno che avevo fin da bambino e che ha ogni calciatore, quello di giocare in Europa. Per cui ringrazio tutti dal profondo del cuore, a partire dal presidente, che ha lottato per acquistarmi. Oggi sono qui e sono molto felice. Daje Roma!»

 

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16 Commenti

    • Bella Gigi!! Era il post che volevo scrivere io, questi gesti non sono scontati, affatto e quindi sono orgoglioso che Dybala vesta la maglia della Roma. Daje Paulo e Daje Roma!!

  1. «Paulo mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa. Quando l’ho letto ho fatto un salto e ho iniziato a gridare in giro per casa, a mia moglie: “Dybala mi ha mandato un messaggio!”.

    Ecco, magari prolungare anche a Paulo fino a fine carriera, grazie.

  2. che dolce questo ragazzo. si vede proprio dalla gestualità e dal modo di esprimersi che ha un modo diverso di rapportarsi alle interviste. contento di averlo qua

    • E’ vero Emil! Apprezzo molto che non abbia detto che il suo sogno era di giocare con la maglia della Roma, (come fanno più o meno tutti) ma in Europa. Lui ancora non sa che la Roma gli entrerà nelle viscere !! Daje ragazzo !!

  3. quando lui dice: spero di vincere europa league, è perché questo è l’obiettivo della società ed è quello chebgasperini o massara dicono ai giocatori per farli venire.
    la roma deve fare di tutto per ottenere.questo obiettivo

  4. Sembra avere la “fame” giusta per emergere, sul resto attendo come sempre il verdetto del campo, l’unico che conta.
    Per il momento, daje Wes!

  5. Sembra quasi un bambino che ha appena realizzato un sogno.. È probabilmente è proprio così.. È si esprime ancora come un ragazzo “normale”.. Come un normale “tifoso”

    Questo probabilmente proprio perché è arrivato tardi nel mondo del calcio.. Ed è stato lontano dal classico modo preimpostato che ti insegnano sin dalle giovanili..

    Mi piace per modi e voglia.. Poi sarà il campo a parlare..

    Per quanto riguarda Dybala.. Si è comportato da vero capitano.. E non è una cosa scontata.. Considerando che il nome di Dybala ed un suo messaggio fa sempre un certo rumore..

    Forza Wesley

    Forza Roma

  6. a leggerlo viene da pensare che debba avere grandi risorse atletiche per aver interessato grandi club a livello internazionale, perché tecnica e tattica non devono proprio essere il suo forte.

    d’altro canto, queste cose si imparano, il “motore” o c’è o non c’è.

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