Il grande spettacolo delle coreografie: la Sud cita Orazio e omaggia Pato

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Lo spettacolo più intenso del derby si è consumato ancora prima del fischio d’inizio. Le due curve hanno regalato scenografie che resteranno nella memoria, ma è stata la Sud a catturare l’anima dell’Olimpico con un messaggio potente, antico e al tempo stesso attualissimo.

«Lupus dentibus petit», il lupo assale con i denti. Un verso di Orazio, tratto dalle Satire, scelto dai tifosi giallorossi per trasformare la vigilia della stracittadina in un atto di appartenenza, in un ponte tra storia e calcio. Migliaia di cartoncini giallorossi hanno composto un mosaico maestoso, capace di abbracciare l’intera curva e di legare la squadra alla città eterna, come in un rito collettivo che si rinnova di generazione in generazione.

Sotto la scenografia campeggiava uno striscione che sembrava parlare direttamente ai giocatori: «Coraggio, lupetto, attacca di più… distruggili tu!». Una frase tratta dalla celebre canzone “Roma Gol” di Pato Moure, trasformata in incitamento, in grido di battaglia. Dall’altra parte invece la Nord ha fatto riferimento alla “tradizione”.

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Non solo tifo, ma poesia. Non solo colori, ma identità. Ancora una volta, la Curva Sud ha dimostrato come il derby di Roma sia molto più di una partita: è teatro, tradizione, cultura popolare. È la voce della Capitale che si stringe attorno alla propria squadra e, con il suo lupo affamato, promette di non smettere mai di combattere.

Giallorossi.net – G. Pinoli

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15 Commenti

  1. Abbiamo vinto anche il derby della coreografia. Loro sempre con la stessa idea di dimostrare che sono la prima squadra (podistica) dimenticando che lo sono solo per nascita rimarcando così solo in loro senso di inferiorità davanti alla nostra storica grandezza.

    • nemmeno come podistica sono la prima squadra… si dovettero inventare sto miscuglio di omaggi alla Grecia, aquile imperiali e nomi fantasiosi perché c’era già la Ginnastica Roma

  2. Non so perché non mi avete passato il commento, ma il Tintin di Hergé era chiaramente un omaggio al passato “equivoco” del grande fumettista.

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