Carattere più solidità: Gasperini sembra Ranieri. E i risultati arrivano

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Il mix tra passato e presente, spiega il primato della Roma. La presenza di Gasperini in panchina non ha cambiato infatti il comportamento degli interpreti in campo, scrive l’edizione odierna de Il Messaggero (S. Carina). O meglio: può averlo certamente affinato, migliorato nell’attacco dello spazio, nella lettura del pressing e nella marcatura uomo su uomo ma la solidità difensiva era il marchio di fabbrica con Ranieri e lo resta anche con il nuovo tecnico. Che a 67 anni ha dimostrato di essere tanto duttile quanto intelligente.

Poteva infatti intestardirsi a voler replicare il modello Atalanta anche a Roma. Quando invece ha capito che al momento ciò non è possibile, ha fatto un passo decisivo venendo incontro alla squadra. In quella frase “Devo uscire dalla mia zona di comfort” c’è il segreto della Roma. Una squadra che, aspettando segnali dai nuovi arrivati il cui apporto sinora è stato pressoché nullo, è rimasta la stessa dello scorso anno.
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E come tale non poteva non ripartire dal suo punto di forza che aveva permesso a Ranieri, nel 2025, di ottenere 49 punti in 20 partite (media 2,45). Gasp ha mantenuto pressoché la stessa velocità di crociera inanellando 5 vittorie in 6 gare (2,5) snaturando però il suo credo. Perché a Bergamo l’idea era quella di fare un gol in più dell’avversario, cosa che spesso e volentieri gli è riuscita viaggiando ad una media di 78 reti a stagione con punte apicali di 98 e 90 centri nel 2019-20 e 2020-21.

Ora – aspettando i rientri in pianta stabile di Dybala e Bailey con due centravanti che lo convincono molto poco – è diventato il profeta del corto muso, accontentandosi di 7 reti ma blindandosi dietro, agevolato – e non c’è da vergognarsi – anche dall’episodio che almeno in campionato difficilmente gli ha voltato le spalle.

Fonte: Il Messaggero
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15 Commenti

  1. Si ho capito questo refrain, ma non è un catenacciaro. La Roma tiene palla, prova sempre a segnare, Kean ha fatto gol in pieno contropiede, insomma gioca nel campo avversario . Con Ranieri non era proprio così.

    • vero, è cambiato il baricentro e il modo di fare pressing. io vedo che:
      1 – siamo lenti nella transizione, per cui affrontiamo sempre gli avversari con difesa schierata ed è più difficile fare goal
      2 – si vedono ancora tanti sbagli tecnici. con il lille abbiamo sbagliato decine di passaggi facili. non so se dipenda dal fatto che ancora non siamo nel picco di forma, ma questo è un tema

    • E’ vero il baricentro è sempre più alto anche quando siamo in vantaggio e quindi ci esponiamo ai contropiedi. Non è il modulo di Ranieri però non è nemmeno quello dell’Atalanta.
      Quindi lui, a differenza di quello che aveva fatto Juric, si è adattato a quello che ha in mano.
      Devo dire che mi ha sorpreso perchè lo credevo molto integralista. Si sarà fatto due conti e dall’alto della sua esperienza avrà capito che non avrebbe mangiato il panettone e la scelta ha pagato perchè si ritrova in testa alla classifica.
      I limiti restano però, in particolare la mancanza di un attaccante di spessore.

  2. Ranieri ha dimostrato che la rosa non era così scarsa come si temeva fra De Rossi (12 partite senza vittorie) e Juric; l’ultimo Celik lo conferma. Serviva qualcosa in attacco (e siamo ancora lì) ma Gasp sta facendo grandi cose con la vecchia rosa e un grande allenatore è anche fortunato.

  3. È partito dalle certezze, dimostrando intelligenza..
    Sono convinto che progressivamente, porterà a Roma il “suo” gioco/credo calcistico, che anche quello per cui Ranieri l’ha voluto..
    Ancora qualche mese, intanto “accontentiamoci” dei punti…

  4. Ho iniziato a appassionarmi di calcio da ragazzino in cui c’era la grande Inter di Helenio Herrera che spadroneggiava nel mondo, e anche se quella squadra aveva grandi interpreti a centro campo e in attacco (Corso, Suarez, Mazzola, Peirò …) basava la sua forza su una difesa imperforabile (il famoso catenaccio).
    Penso quindi che da sempre una grande difesa è direttamente proporzionale a una grande squadra.

  5. Gasperini é sicuramente un buon allenatore, in ogni caso la Roma ha avuto anche molta fortuna con i pali, adesso bisognerá affrontare le squadre piú forti e poi si tireranno i bilanci. Sicuramente la campagna acquisti é stata fatta male, non so a che servirá il marocchino pagato carissimo e Wesley non mi sembra che valga quello che é stato pagato.Spero di sbagliarmi,ma come sempre si spendono i soldi male!

    • A fine campionato potrai da giudizi su El Ayanaoui e Wesley, no a la sesta giornata. So du carciatori che provengono da du’ realtà differenti, in più er brasiliano c’ha pure 21 anni…

    • pali e traversa fanno parte della porta, se li centri vuol dire che sei impreciso, perché se vale che ogni palo/traversa sia un gol,allora l’ ASROMA avrebbe, minimo, 6 scudi…

    • Visto che negli ultimi anni il record di pali l’abbiamo fatto noi, è ora di riscuotere un po’.
      O la rogna ce la dovemo avé noi e basta?
      Quanto agli acquisti, un po’ di pazienza.

  6. Se guardiamo il dato degli expected goal nell’era Gasp, la nostra difesa concede.

    La sensazione di essere stati abbastanza fortunati, così come negli anni passati si aveva la percezione di essere stati sfigati (ricordate i pali presi e le recriminazioni per rigori non concessi -sempre che i rigori non concessi siano ascrivibili alla sfiga-)
    è supportata da questo dato.

    Io è da un mese che dico che la Roma di oggi è la transizione di quella di Ranieri e che Gasp è stato bravo a non essere integralista, ma a lavorare sulla continuità.

    D’altro canto. sta cercando di introdurre i suoi tratti caratteristici.
    – marcatura uomo su uomo, funziona abbastanza ma dalle cadute di concentrazione di giocatori non abituati a fare questo lavoro anche nella trequarti avversaria (dove Ranieri lasciava l’iniziativa) nascono molte occasioni avversarie. Il Lille ci ha mandato in bambola con la capacità di eludere la pressione, per esempio.
    – baricentro più alto, sta funzionando. andiamo a fare pressione nella trequarti avversaria, ma li. una volta riconquistata palla, non abbiamo la lucidità, o i meccanismi, per scappare dalla zona intasata e aprire il gioco verso la porta avversaria
    – possesso palla. Dove Ranieri lasciava alla squadra avversaria l’iniziativa, Gasp vuole tenere il pallone, ma per questo ci vuole tecnica, concentrazione e distanze giuste. E ancora facciamo molti errori.

    E poi c’è da dire che alcuni giocatori sono più adatti di altri a un certo gioco.

    La Roma deve, e può, migliorare.
    A mio parere non siamo ancora, al momento, una squadra in grado di competere con le più forti.

    MA
    non sempre le più forti esprimono il loro livello (vedi Inter lo scorso anno)
    e comunque, vincere è il più grosso stimolo per vincere di nuovo.

    Quindi va benissimo essere primi in classifica, ma non abbattiamoci se prenderemo qualche partita, anche male, ne esageriamo con l’esaltazione per un periodo in cui va bene.

    La strada è comunque lunga ma intanto un pezzo lo abbiamo fatto.

  7. l’ importanza di una società e una dirigenza forte, della mentalità giusta e di un gruppo sempre più solido di calciatori. Oltre all’ importanza di allenatori di livello come lo è stato Ranieri e come lo è Gasp

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