AS ROMA NEWS – Dagli ultimi documenti ufficiali pubblicati dalla Roma emerge la volontà di uscire dalla Borsa. La nuova proprietà ha già lanciato l’Opa obbligatoria e se l’offerta del presidente giallorosso avrà successo, portando almeno al 95% il suo controllo sul capitale sociale, il delisting sarà immediato.
Pronto anche un piano B: la fusione con un’altra società non quotata appartenente sempre all’universo delle controllate da Dan Friedkin. Chiaramente condizione fondamentale affinché un’ipotesi del genere si realizzi è che questa operazione non superi la spesa prevista per il delisting.
“Qualora l’Offerente decidesse di procedere con il Delisting – si legge nel documento ufficiale del club -, lo stesso si riserva comunque di porre in essere successive operazioni volte a tale scopo, come ad esempio la fusione per incorporazione dell’Emittente nell’Offerente (società non quotata) ovvero in un’altra società non quotata del gruppo facente capo al Sig. Thomas Dan Friedkin (la “Fusione”), a condizione che tali operazioni non comportino un esborso per azione complessivo superiore a quello che verrebbe pagato nel contesto del Delisting conseguente all’Offerta”
Per un quadro più chiaro si dovrà aspettare il 29 ottobre, giorno della chiusura dell’operazione dell’Opa che comincerà domani alle 8.30.
Fonte: asroma.com
Parlo da ignorante in materia che vorrebbe saperne di più: ma io come microscopico azionista, in caso di delisting, sono costretto a vendere le mie azioni o posso tenermele comunque e rimanere microazionista?
Qui si parla di 95%. Io so che se dall’OPA si arriva al 90% delle quote deve essere lanciata un’offerta residuale a prezzo stabilito dalla Consob. Dopodiché il titolo è cancellato dal listino.
Se si arriva al 98% invece le azioni rimaste vengono acquistate automaticamente al prezzo deciso da una perizia.
Comunque, in ogni caso, la risposta alla tua domanda sembra essere no in caso di sfondamento della quota del 90%. Ma anche se ciò non dovesse verificarsi, la fusione paventata nell’articolo può comunque costringerti a vendere le azioni in tuo possesso, con prezzo pari alla media registrata nei sei mesi precedenti alla delibera di fusione.
Mo escono tutti i tifosi dabborzaaa! Quelli che tifavano Pallirchio e uoll stritte !
Daie Roma, semo rimasti pochi a tifà la squadra !
ti faranno un offerta di acquisto in genere a un valore maggiore di quello di mercato
Se la società esce dalla borsa le tue azioni o le vendi o valgono quanto le mille lire di carta. Valore affettivo e nulla più.
Trofie sempre opportuno come un concerto dei Mötley Crüe in un convento di clausura
Io mi chiedo solo in quale caxxo di merxaio ci stava conducendo sto farlocco di Pallotta.
Che Friedkin sapesse di una situazione economica poco rosea per il club è difficile negarlo che invece l’abbia trovata anche peggio è più che plausibile. Pallotta si è disinteressato al club da più di due anni e se non fosse avvenuto il passaggio ai Friedkin oggi 3/4 della squadra non c’erano più perché avrebbe venduto tutti per rientrare.
Spero quanto prima che arrivino risposte incoraggianti anche dal campo perché ho l’impressione che i Friedkin hanno poca voglia di perdersi in chiacchiere e buttare soldi. La Roma deve tornare a competere ad alto livello se vuole ammortizzare i costi.
Uscire dalla borsa è un bene così tante cose si possono fare senza rendere conto a nessuno. Il male è che si possono fare strane cose o meglio cose losche per far quadrare i bilanci. Auguriamoci che i Frankin siano semplicemente brave persone. Io come tanti chiediamo però che ci sia trasparenza assolito sulla loro società “delaware” e ci dicano chi sono i soci che non possiamo conoscere. Da una parte sono contento,dall’altfa ho paura….
Ma non è affatto vera questa cosa, smettiamola di diffondere disinformazione!
Non si possono affatto fare tutte queste “cose” senza rendere conto a nessuno.
Mi cadono le braccia nel continuare a leggere sempre tali nefandezze…
@UB40 ma lo vedi come si chiama?
“picio”
che è l’equivalente in piemontese di “pirla” “minchione” “cazzone”
e altre variabili dialettali che a Roma vengono riassunte in “fregnone”.
😀
e certo perchè in una squadra quotata non ci sono cose losche . infatti, spiegami dove sono finiti i soldi della cassione di Allisson e Salah
@tonino cerezo, in onore al nome che porti, mi spiace contraddirti, ma i soldi delle cessioni di cui parli (come di qualsiasi altra cessione) hanno un percorso chiarissimo, all’interno dei bilanci societari.
O pensi che una società di capitali sia come la cassa del pizzicarolo ?
Booooooooo
I friedkin con le due diligence ha studiato tutta la situazione sui conti della società era a conoscenza della situazione che avrebbe dovuto risolvere per questo ha fatto una proposta più bassa nel post lockdown rismetto a quella precedente. E non ho dubbi sul fatto che sistemerà tutto abbiate fede
Veramente, e ciò è confermato anche dalle parole dello stesso Pallotta nel giugno scorso, l’offerta formale di Friedkin è sempre stata solo e soltanto una, cioè quella con cui poi si è chiuso il deal.
La cifra iniziale di cui si parlò a suo tempo era la richiesta del per fortuna ex presidente, accettata solo informalmente da Friedkin, ovviamente a monte dell’analisi dettagliata dei conti.
Ci sono le sue dichiarazioni in proposito, di “offerta che si è abbassata quando si è entrati nei dettagli della due diligence”.
Parole, parole, parole, soltanto parole.
Giornalai
La possibilità che i Friedikin non conoscessero la situazione economica-finanziaria della Roma al momento che la due diligence ha “fotografato” tale situazione è pari a zero.
Dopodiché ovviamente ci sono delle variabili legate al futuro.
Nel caso in oggetto, se le spese sono pressocché certe in buona parte, le entrate sono legate all’andamento della stagione sportiva e alla situazione Covid.
E’ chiaro, per esempio, che quando è stata fatta la due diligence si sapeva che la Roma non avrebbe beneficiato del bonus champions e quindi questo mancato introito era calcolabile (come era calcolabile il fatto che non dovesse pagare i relativi bonus ai giocatori).
Non era calcolabile che non avrebbe proseguito in Europa League.
Non era calcolabile che gli stadi sarebbero rimasti chiusi e non avresti percepito i relativi incassi da abbonamento e botteghino.
Sarò stata immaginata una forbice fra previsioni ottimistiche e previsioni pessimistiche. E in quel range si situa la Roma (probabilmente più verso la zona “pessimistica”, date le circostanze).
Tutto quello che i Friedkin stanno facendo attualmente sono passi che avevano programmato.
Pensare che possano essere “sorpresi” e/o spaventati ai conti della Roma, semplicemente perché noi apprendiamo le notizie dai giornalari e pensiamo che pure per loro sia così, è completamente ridicolo.
Uscire dalla borsa, per una società che deve essere ristrutturata profondamente, è una mossa intelligente.
Hai meno pastoie per operare, tempi più brevi e, soprattutto, ti eviti speculazioni.
Considerate che ogni volta che escono notizie sulla Roma, sullo Stadio, positivi o negative, il titolo fluttua e *qualcuno* che magari è in grado di pilotarle e/o anticiparle, guadagna.
Forse allora certi atteggiamenti dei media hanno maggior senso?
Zorro, è palese che Friedkin si attendesse almeno un peggioramento dalla semestrale moltiplicato per due.
Se chiudi a -87 (in epoca pre covid), i costi restano più o meno gli stessi e non hai neanche la possibilità di mediare con le plusvalenze, molto più difficili da realizzare nel mercato di gennaio.
Quindi, la chiusura a -174 credo fosse per lui un dato di fatto. E che la pandemia potesse incidere per ulteriori 30 mln, anche questo può essere considerato tutto meno che una sorpresa.
Quindi no, non c’è stato alcun balzo dalla sedia.
Certo. Tutte le società, non solo la Roma, devono rinunciare agli incassi da botteghino. Tutti avevano messo in preventivo tale eventualità.
Il problema della Roma, ma non solo della Roma, è che tale circostanza incide su una situazione debitoria già gravosa.
La sciagurata stagione Monchi trascina conseguenze nefaste, vuoi per gli acquisti sbagliati, vuoi per gli ingaggi onerosi, vuoi per le mancate partecipazioni champions.
D’altro canto, i Friedkin hanno comprato i debiti della Roma. Nel senso che le passività fanno parte della valutazione.
Il fatto che non siano stati messi in vendita giocatori che avevano più mercato la dice comunque lunga sulla volontà di mantenere un profilo competitivo, anche se questo comporta apportare capitale ulteriore.
A mio parere la decisione di uscire dalla Borsa è più che giusta. L’ingresso della AS Roma in Borsa fu, a suo tempo, una scelta opportuna – per le ragioni che tutti sappiamo – ma non mi sembra che negli ultimi anni abbia portato alla società giallorossa chissà quali vantaggi pratici. La burocrazia è ormai padrona assoluta della nostra vita, anche nello sport, quindi se si può evitare qualche “paletto” (tipo dover attendere la chiusura della Borsa per annunciare una decisione ufficiale di una Società quotata) perché non farlo?
leggere tante cose non vere a livello di normative civilistiche mi dispiace
quindi si esce dalla borsa per fare le cose losche
ah vabbè
quindi il gruppo per cui lavoro che si è quotato nel 2014 ma esiste dal 1861 prima di tale data poteva fare cose losche in bilancio
ah vabbè
parliamo di tattica va … o di mercato, o di quello che vi pare ma non ci lanciamo in materie che non conosciamo , meglio …
a parte ovvio Zombie o il fan di Tanta voglia di lei che sono si sa tuttologi e hanno la verità in tasca
Secondo me non si esce dalla borsa,non conviene a nessuno