Capello: “Mourinho ha pagato certe dichiarazioni, la squadra non l’ha presa bene. De Rossi? E’ sveglio, si vede che studia…”

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NOTIZIE AS ROMA – L’ex allenatore Fabio Capello, vincitore tra le altre cose dello scudetto con la Roma nel 2001, ha parlato all’edizione odierna della Gazzetta dello Sport dell’attuale tecnico giallorosso Daniele De Rossi, da lui fatto esordire in prima squadra.

Queste le sue parole: “Tra i giovani di quella Roma il più promettente era Aquilani. Aveva una tecnica eccellente. Così, contro la Triestina decisi di lanciare da titolare un primavera e scelsi lui”.

E De Rossi?
“Ci arriviamo. Aquilani giocò un primo tempo così così, solo “passaggini” orizzontali, nulla a che vedere con quello che faceva in allenamento. All’intervallo gli dico: “Alberto, fai quello di cui sei capace”. Ma niente, era bloccato. Così a un certo punto lo sostituì. Poi feci entrare Daniele. Ecco, De Rossi giocò come in allenamento. Sa che vuol dire? Personalità. A fine stagione dissi alla società: “Aquilani va in prestito, ma quest’altro resta qui con me”.

Da grande centrocampista a tecnico. Lui come Guardiola, Ancelotti, Conte. E Capello naturalmente.
“Per giocare in quel ruolo devi già essere un allenatore in campo, perché hai la visione d’insieme: lanci l’attacco e proteggi la difesa, tenendo d’occhio la posizione di compagni e avversari. De Rossi era un calciatore con un’intelligenza tattica superiore e non mi stupisce che oggi stia avendo risultati in panchina”.

C’è un tocco di Capello nel De Rossi di oggi?
“Mi piace pensarlo, anche se un giocatore prende spunto da tutti gli allenatori che ha avuto. Io stesso ho imparato cose diverse da Herrera, Liedholm e Fabbri. Daniele ha avuto Spalletti, Lippi e tanti altri”.

Una caratteristica che le piace del De Rossi allenatore?
“Il pragmatismo. La sua Roma fa più partite nella partita, come l’altro giorno contro il Milan. E poi si vede che, oltre a essere molto sveglio tatticamente, è uno che studia. E il Milan l’aveva studiato molto bene…”.

La sua Roma sembra un’altra dall’addio di Mourinho.
“Credo Daniele sia stato molto bravo dall’inizio a infondere sicurezza, coinvolgere tutti i calciatori e rendersi credibile. Certo, ha avuto anche la fortuna di una partenza soft, a livello di calendario, ma da quei primi risultati ha saputo trarre forza di fronte al gruppo, diventandone il leader”.

Alcuni giocatori con lui sono cresciuti incredibilmente di rendimento. Pellegrini, per esempio…
“E’ sotto gli occhi di tutti, infatti c’è chi pensa male, ricordando come giocava con Mou. Ma io credo che non sia solo Pellegrini. Prendete Celik, De Rossi l’ha rivitalizzato. O la scelta di Svilar in porta. Tutto nasce da quanto sei credibile nello spogliatoio. Se i calciatori ti riconoscono, poi ti seguono. Contro il Milan El Shaarawy ha fatto una gran partita a destra, pur essendo più a suo agio a sinistra, ma ha capito che il sacrificio fosse necessario per la squadra, grazie a quanto trasmesso dall’allenatore”.

Perché con Mourinho non succedeva?
“Non posso saperlo, ma credo che c’entri pure la comunicazione. A Lecce la Roma ha fatto maluccio e De Rossi si è detto insoddisfatto della prestazione dei suoi. Il messaggio era “potete fare meglio di così”. Mou, invece, ha spesso criticato la qualità della rosa e forse qualcuno non l’ha presa bene…”.

Come definirebbe il calcio di De Rossi?
“Possesso, attenzione, rapidità. Rispetto alla Roma di Mou, porta più uomini nell’area avversaria, proprio perché gli esterni e Pellegrini adesso sono più coinvolti”.

Insomma, è il futuro della panchina della Roma?
“Tatticamente è pronto, non ci sono dubbi. Ma attenzione: la gestione di una stagione dall’inizio è differente dal subentrare in corsa”.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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24 Commenti

  1. Non so se Capello abbia visto qualche partita della Roma in questo campionato, non sembra. El Shaarawy si faceva un mazzo quadro anche con Mourinho che l’ha sempre messo a tutta fascia. Idem gli altri. Abbiamo una squadra di giocatori che, pur non essendo tutti fenomeni, non hanno mai fatto mancare l’impegno, cosa sostenuta anche da Mourinho…del quale vorrei poter smettere di parlare continuamente.

    • El sharawy con Mourinho doveva farsi tutta la fascia, e spesso non arrivava lucido nei pressi dell’area avversaria. Ora invece gioca davanti e DDR sfrutta sì la sua propensione al sacrificio, ma lo utilizza nel suo ruolo effettivo, nel quale dal il meglio di sé. Ora giochiamo meglio in attacco anche grazie a questa mossa, secondo me è uno dei migliori per rendimento nel ruolo

    • Lo scarso impegno dei giocatori un fake per giustificare il 9 posto in campionato e trovare il capro espiatorio per un’esonero ingiusto: l’anello debole.
      Ma di scivoloni dei tifosi ne abbiamo visti altri, il più clamoroso dei quali lo striscione: “Gli occhi inebriati di giallorosso, l’anima pervasa dal romanismo. José Mourinho romanista a vita!”.

    • Non è mai stata questione di impegno infatti, quanto piuttosto ormai di sfiducia e rassegnazione in ciò che l’allenatore ti chiedeva di proporre.
      Un copione sempre uguale a se stesso, sia che incontrassi l’Inter sia la Cremonese, mai nessuna variazione sul tema.
      Con alcuni interpreti che faticavano terribilmente a dare il meglio di sé, in particolare Pellegrini, Paredes e Celik, ma lo stesso Faraone ovviamente si ritrova di più e meglio nella posizione di esterno d’attacco, pur non facendo mai mancare dedizione e sacrificio in copertura.
      Daniele ha imposto da subito il principio che non si rinuncia in partenza a farsi valere contro nessuno ma con mille sfumature in mezzo a seconda delle caratteristiche e della forza dell’avversario che si incontra.
      Nessuno fa notare ad esempio che in campionato non prendiamo gol da oltre un mese, dalla partita con la Fiorentina, e in coppa abbiamo incassato finora negli ultimi due turni solo quello inutile del Brighton al ritorno.
      Anni a discutere su Smalling che non può giocare a quattro(?) e DDR lo rimette dentro titolare proprio con quel modulo e l’inglese quasi annulla completamente Giroud.
      Daniele è stato bravissimo a capire che si doveva nell’immediato restituire fiducia nella capacità di fare male all’avversario in ogni momento, ma poi, zitto zitto, ha lavorato tanto anche sull’equilibrio difensivo.
      E nelle ultime due complicate uscite hai visto una squadra che ha tenuto il campo con autorità, fungere da martello e incudine con la medesima disinvoltura nelle fasi in cui i match lo richiedevano.
      I giocatori hanno ritrovato fiducia in se stessi e in chi li guida, è tutto qui il segreto.

    • Vegemite hai ragione ,sai cosa sarebbe bastato per non farlo diventare capo popolo? Che i presidenti i vece di essere muti e andare a braccetto con ceferin dopo che ci avevano rubato una coppa avessero fatto ciò che avrebbero fatto Sensi e Viola difendere la Roma.e il popolo Romanista ,sarebbe bastato questo ,invece l.umico che ci ha difeso e stato Mourinho ,quindi e la presidenza che ha creato il Mostro
      Buona Domenica

    • Nando, concordo pienamente con il tuo pensiero. Proprio stamane, mentre scrivevo il mio post, facevo la tua stessa riflessione e mi chiedevo come era potuto succedere che un sincero sentimento di gratitudine di un tecnico verso una tifoseria che lo acclamava, fors’anche un sentimento di affetto, venisse interpretato dalla tifoseria stessa come un sentimento di appartenenza, di romanismo.
      Ecco mi sono dato la tua stessa spiegazione.
      Aver lasciato la comunicazione del club interamente a Mourinho per oltre due anni ha partorito un cortocircuito pericoloso dove paradossalmente un non romanista veniva osannato da tifosi manipolati e in confusione mentre i romanisti e i proprietari del club venivano messi alla gogna.
      Ma d’altronde come non solidarizzare con l’unico che ci ha difeso dopo lo scempio di Budapest?
      Ma si ritorna sempre al peccato originale.
      Se strutturi una società in maniera minimalistica senza figure di rilievo, senza una dirigenza all’altezza, senza una comunicazione pronta ed efficace allora qualcuno può impossessarsi di spazi che non gli competono.
      Bravi i Friedkin a comprendere il gioco del tecnico che tramite i tifosi stava mettendo loro pressione per un rinnovo.
      Ma parlando della proprietà è anche incomprensibile essere a metà aprile e non avere ancora un DS o avere un super allenatore desiderato da tanti senza ancora un rinnovo.
      A pensar male uno potrebbe pensare che ci sia una smobilitazione in atto.

  2. Il problema con Mourinho era Mourinho.
    Una personalità effervescente, scevro ai compromessi (o con me o contro di me) e con spiccata capacità a non controllarsi quando ha un interlocutore.
    Si passa dagli scarpini regalati a, credo, Derboe alle visite al Bambin Gesù alle pubbliche e soggettive stroncature ai suoi giocatori per arrivare poi alla incapacità di attualizzarsi in chiavi tattiche più vicine ai tempi.
    Insomma sicuramente aveva dei pregi a livello personale e professionale ma erano sovrastati dai difetti di cui sopra.

    • Vedo che la tua attenzione continua a focalizzarsi principalmente sull’argomento “Mourinho”… non mi sembra normale…

      Fabio Capello, invece, a me ricorda la mia prima volta allo stadio a vedere la Roma (ero già stato a vedere l’Italia).
      Era il 1969 e si giocava Roma – Lanerossi Vicenza. Finì 5 a 2 per noi e Capello segnò una doppietta, mi pare.

      Ero già Romanista per definizione, ma quel giorno iniziò, per così dire, la mia “militanza”.
      La prossima puntata sarà domani a Udine.

    • Ho controllato (potenza del web) e confermo: doppiette di Capello e Landini, gol di Ciccio Cordova.
      La panchina della Roma era composta da Pizzaballa e D’Amato STOP
      Altro calcio, decisamente…
      La Alassio quell’anno annaspava in serie b (ma questo non fa notizia).

      La coincidenza è che quella partita si giocò esattamente il 13 aprile. Quindi, oggi festeggerò il 55° anniversario del mio esordio sugli spalti dell’Olimpico. 🍺

  3. off topic

    nel frattempo… sulla sponda sfortunata di Roma, la situazione sta DEFLAGRANDO …

    con pezzi da 90 che chiedon la risoluzione contrattuale al maiale 🐽💪

    EFFETTO DERBY

    ❤️🧡💛

  4. Sono contento di non aver letto frasi riferite a Capelli che ricordavano la sua fuga di notte per l’approdo alla vergonantus o rubentus (fate voi). Quando parlano persone che sanno di calcio e che hanno maturato esperienze incredibili in giro per il Mondo, bisogna ascoltarli. Quasi come i nonni che raccontano ed i nipotini che, a bocca aperta, li fissano abbeverandosi alla loro esperienza. L’iperbole utilizzata è magari eccessiva ma forse rende il concetto. Non so se DDR abbia già firmato oppure no, resta però il fatto che ha portato una nuova ventata di aria fresca e di questa bell’aria ce ne dobbiamo beare a più non posso. Passo dopo passo e partita dopo partita. Coscienza a posto e vediamo cosa succede.

  5. la differenza la fa il modo di intendere il gioco del pallone.
    Mourinho giocava tutto a testuggine e puntava tutto sui calci da Fermo.
    gli sono mancati Ibanez Matic Abraham smalling.
    Pellegrini sempre infortunato Spinazzola pure.
    il guaio è che non metteva un portiere vero in porta perché De Rossi con tutto che la Roma gioca mostruosamente meglio qualche volta la scampata proprio grazie al portiere. e ad una dose di fortuna sui pali subiti che Mourinho non aveva.
    con il portoghese abbiamo vinto un trofeo e ci hanno rubato un altro.
    ormai è il passato ma bisogna solamente dirgli grazie visto che quando dybala e Lukaku giocano bisogna sempre ricordarsi che sono qui soprattutto perché c’era Mourinho in panchina.
    con De Rossi da inizio anno dybala sicuramente c’era, ma stavi con Belotti perché Lukaku neanche di guardava in faccia.
    avanti con De Rossi che si è meritato la conferma già solo per il fatto di essere De Rossi, ma non sputiamo su Mourinho.

    • Affermare che De Rossi si stia meritando la conferma per il solo fatto di essere De Rossi mi sembra una terribile diminutio del lavoro svolto finora, andato oltre le più rosee previsioni, le mie per prime.
      Così come sta sicumera riguardo Lukaku, che stava fuori rosa al Chelsea alla vigilia dell’inizio di stagione e col cerino in mano.
      Altrimenti spiegami per quale motivo siamo andati prima su Zapata, visto che Mourinho stava già qui, alzava la cornetta e stavamo a posto, con Lukaku che avrebbe giocato anche le prime di campionato.
      Parlare con certezza di fatti che non si conoscono resta uno degli sport più praticati.

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