Dietro al sorriso di Artem Dovbyk, attaccante della Roma, c’è anche il lavoro silenzioso e instancabile di sua moglie Yuliia. Manager e pr del centravanti giallorosso da tre anni, cofondatrice di un team di comunicazione in Ucraina, Yuliia ha raccontato in un’intervista a La Repubblica la vita quotidiana al fianco del marito, divisa tra famiglia, calcio e le difficoltà legate alla guerra.
“Lo è la mia agenda, piena. Ma i weekend sono dedicati alla mia famiglia e a mia figlia. Anche la giornata di Artem è scandita con precisione: ci incontriamo quando lo permettono le rispettive routine”, spiega.
Domenica il centravanti giallorosso ha segnato il primo gol della sua stagione, un traguardo atteso anche dalla moglie: “Ha vissuto gli ultimi mesi con dignità e fiducia nelle proprie capacità. Io credo sempre in lui. La sua disciplina porterà sicuramente risultati. Per me la cosa che conta davvero è la testa”. Poi uno sguardo lontano dal campo: “Artem è gentile, onesto e amorevole. Soprattutto onesto”.
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Un capitolo doloroso riguarda la guerra in Ucraina, che continua a segnare la vita della famiglia: “È difficile, non c’è un’altra parola. Ogni mattina inizia con le notizie e con i messaggi ai nostri familiari. I nostri cari erano sotto un terribile bombardamento a Kiev. Ogni volta ringraziamo Dio che siano vivi e al sicuro. Questa pressione costante non può non influenzare noi e la nostra vita”.
Molti dei loro affetti più stretti sono ancora in Ucraina: “Parenti, amici e i nostri stessi genitori sono lì. Io sono tornata da poco da Kiev. Quella è la loro casa. Gli ucraini sono persone incredibilmente forti, che vivono giorni e notti terribili, ma continuano a lavorare, ad avere figli e a trovare gioia in ogni giorno. Ma la guerra non risparmia nessuno: entra in ogni casa e in ogni cuore”.
Fonte: La Repubblica
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Spesso critico sto ragazzo (mai con acredine o violenza ) poi provo ad immedesimarmi in lui. Nei suoi pensieri, nel suo stato d’animo (forse in qualche senso di colpa). Lui è qui a fare il suo lavoro, i suoi amici i suoi parenti sono lì a vivere con ansia e paura una guerra assurda. Sono certo che tra i 300.000 morti ci saranno ragazzi che forse lui conosceva.
Poi mi sorprendo a notare che non esulta dopo un goal.
Passato il momento mi soffermo a riflettere e mi domando ma come fai ad esultare ? Come puoi per un goal dimenticare la tragedia alle tue spalle.
Non sto facendo commenti politici. Non sono schierato da nessuna parte.
….Ma solo riflessioni umane
Forza Artem metticela tutta. Dai un senso a questa avventura che magari può alleviare il dolore di qualche tuo connazionale.
In Artem, I trust
Se soffre per la patria può andare al fronte e combattere anziché guadagnare milioni d andare al ristorante blasonato e vivere a panza all’aria co’ la Jacuzzi nuova di zecca. Se soffre può dirottare i soldi del suo stipendio per le truppe in Ucraina. Ma quanto vi piace fare discorsetti da brave educande e politicamente corretti e vi radunate per seguire la moda (perché di guerre su cui veleggia il silenzio ne è pieno il mondo)… magari siete quelli che si battono il petto in chiesa e passano tirando dritto davanti ad un senza tetto.
se lo stato d’animo ti impedisce di essere al meglio ed i tuoi pensieri sono rivolti al popolo ucraino e ai familiari chiedi una pausa, un permesso e fermarti a capire cosa al momento per te conta di più. Farà stare bene te e i tifosi (che ora commentano da perbenisti ma che ti hanno criticato per il tuo rendimento ed hanno avuto da ridire anche se hai segnato). Poi deciderai ciò che è più giusto fare. Nel frattempo bisognerà andare avanti con o senza te perché per i tifosi (anche i perbenisti che prima delle dichiarazioni della tua compagnia non hanno mai valutato e preso in considerazione certi aspetti della vostra vita) aspettano solo i risultati di fine partita per poter gioire o criticare e questa intervista già da domani sarà un lontano ricordo se non sarà stata già rimossa dalle loro menti. Alla fine (è brutto ma è così) al tifoso interessa solo il risultato, o meglio, la vittoria ed il raggiungimento del traguardo tanto agognato per poter dire :” finalmente ci siamo riusciti, finalmente ce l’abbiamo fatta “. Ogni tifoso spera nel raggiungimento dell’obbiettivo e, come per chi fa un lavoro qualunque, poco interessa come è con chi anzi (solitamente) chi ha problemi viene lasciato a sé stesso se non è utile al raggiungimento dello scopo……. altro che di colpo ora iniziano a prendere considerazione di queste parole. Sono due anni che si parla di sta maledetta guerra e solo oggi dopo le parole della tua compagna si esprimono pensieri che senza questa intervista non sarebbero mai stati espressi
artem dovrebbe ricevere dalla curva un incitamento anche soltante per quello che sta vivendo. immagino la sua solitudine in ciò che vive ogni giorno. mi piacerebbe che la curva lo facesse sentire orgoglioso dandogli un soprannome degno dell’affetto che dovrebbe ricevere qua a Roma. un affetto che vada aldilà dei suoi risultati come spesso è accaduto a giocatori passati per questa città. è chiaro che sta vivendo un momento difficile e trovo triste che l’affetto d parte nostra debba passare dai gol. è nornale che come tutti gli altri debba guadagnarsi le sue fortune ma il torpore che tutti abbiamo nel abituarci alle guerre ci fa scordare quale sia il primo dovere che un essere umano dovrebbe avere nei confronti di chi vive con tanto peso sulle spalle. dovremmo portarlo su un palmo di mano a prescindere, farlo sentire a casa e essere fieri di farlo.
sono daccordo a quello che dice la moglie…..ma una domanda me la faccio….dice che la guerra pesa , verità sacrosanta, ma la guerra c’era anche quando in spagna ha fatto 40 gol….
infatti e una scusa ridicola.
Se non ti sei mai svegliato pensando ai tuoi cari sotto le bombe difficilmente puoi anche solo immaginare lo stato d’animo
per gigigo: il tempo logora le speranze
Caro Fred
Purtroppo mi sento di dire che non hai colto il senso del mio messaggio.
Io mi schiero e sono schierato molto più di quanto tu possa immaginare. Ma faccio un distinguo da quelli che sono degli stati d’animo…dei valori Umani (come ho sottolineato) dalle posizioni politiche.
Ho voluto distinguere le due cos’è proprio per non dare la sponda ad interpretazioni diverse.
Ma scopro che almeno nel tuo caso è stato inutile.
La colpa è probabilmente la mia che non sono riuscito a spiegarmi
Non per essere pignolo ma la guerra è iniziata nel febbraio 2022 e nella stagione 23/24 ha vinto il pichichi. E’ grosso e goffo tecnicamente non eccelso ma è un uomo d’area, da fronte alla porta. Se in area non arriva la palla e deve giocare sempre spalle alla porta è inutile. Confido molto nella cura Gasperini che è un mago nel valorizzare le punte. La Roma ha bisogno dei suoi gol.
Sì,
ma un conto è lo stress di 1 anno di guerra in cui magari spera finisca presto,
un conto è ora dopo anni e dove non si vede una via d’uscita.
Detto questo, hai ragione sul fatto che uno lo veda con quel fisico e pensi a un tipo di attaccante, mentre lui in Spagna i suoi gol li ha fatti alla Inzaghi per capirci.
Anto l’originale, credo che lo stress prescinda dalla durata in relazione ad un evento simile. Semmai t’interroghi quotidianamente sul perché ancora accadano queste cose.
Ma io volevo riportare tutto al semplice campo di calcio dove Artem è apparso spesso e volentieri un pesce fuor d’acqua e, al netto dei 12 gol in campionato, credo non si possa negare Piuttosto penso che, come ha detto Gasperini, deve crescere come condizione fisico/atletica a riprova che probabilmente lo scorso anno non è stato mai benissimo.
E quando stava in spagna non c’era la guerra?
Vabbe e la moglie su….chiudiamo un occhio
Probabilmente saro’ una mosca bianca, ma penso che fintanto un giocatore vesti la nostra maglia và incitato a prescindere.. sempre.. le critiche le lascio all’allenatore, che vede tutti i giorni come si allena.. il nostro compito, se davvero vogliamo bene alla squadra è tifarla, sopratutto nelle difficoltà.. anche Messi avrebbe qualche problema se costantemente fischiato e criticato.. Daje
e pensa chi passa momenti difficili con 1000 euro al mese
vabbè è la moglie cosa doveva dire… piuttosto pensi a non distrarlo troppo, proprio ora che si sta svegliando
l’olanda di cruijff e neskeens portò mogli e compagne (vivevano nello stesso albergo) al mondiale del 1974
Nulla da dire su tutto. Sono parole razionali e vere. Ma con lo spettro della guerra alle sue spalle Dovbyk rimane comunque un privilegiato.
Proprio per questo dovrebbe sfruttare la sua fama per evidenziare ancora di più la sua nazionalità e per farlo giocare come un guerriero senza arrendersi e segnare quanti più gol possibili.
Questa sarebbe una risposta concreta e ottima verso il suo Paese, Dovbyk l’Ucraina uno tra i migliori realizzatori della serie A.
Dovbyk deve dare una svolta.
se cominci a trovare scuse vuol dire che nn ha i mezzi
Per qualsiasi dubbio potete consutare il nuovo regolamento.