Eriksson, la confessione shock: “Ho il cancro, mi resta un anno di vita. Devo lottare finché potrò”

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ALTRE NOTIZIE – Sven-Goran Eriksson, ex allenatore di Roma e Lazio, è gravemente malato. È stato proprio lo svedese a rendere pubblico il suo dramma: “Tutti avevano capito che non stavo bene, immaginavano fosse cancro e lo è. Devo lottare finché potrò“.

Lo svedese, 75 anni, ha anche spiegato la prognosi data dai dottori: Nel migliore dei casi un anno o anche di più, nel peggiore anche meno. In realtà nessuno può esserne sicuro con certezza, è meglio non pensarci. Puoi in qualche modo ingannare il tuo cervello, pensare positivo e vedere le cose nella maniera migliore, non perderti nelle avversità, perché questa ovviamente è la più grande di tutte, ma ricavarne comunque qualcosa di buono da questa esperienza”.

Eriksson racconta come ha scoperto di stare male: “Sono collassato improvvisamente mentre facevo una corsa di cinque chilometri, dopo un consulto medico ho scoperto di avere avuto in ictus e che avevo già un tumore. Non so da quanto tempo, forse un mese, forse un anno”.

L’anno scorso Eriksson si era dimesso da direttore sportivo del Karlstad Football per problemi di salute: “Ho scelto di limitare i miei incarichi pubblici a causa di problemi di salute sui quali sto indagando“, aveva detto. Poi la terribile scoperta, quella che nessuno vorrebbe mai fare.

Fonte: Sportmediset.it

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36 Commenti

  1. Grande mister e grande uomo! Non dimenticherò mai i tuoi anni alla Roma, il tuo giuoco scintillante, la spendida persona che eri e che sei!
    Che Dio ti aiuti e ti conforti la preghiera di tutti noi. FORZA MISTER!!!

    • una persona seria…un allenatore preparatissimo….un uomo ….a differenza di chi mette il pollice verso che è sicuramente un vero coglxxne( mi scuso di non averlo scritto per intero).

  2. Caro Sven ti auguro di cuore di vivere ancora tanti anni, chissà i miracoli accadono ogni tanto, un miracolo lo facesti tanti anni fa, che bei ricordi, Roma Juventus 3-0 è stato forse l’apice di una squadra straordinaria, bella da impazzire.
    Eravamo i piu forti.
    Un caro saluto.

  3. Anche di fronte ad un evento drammatico ,traspare l’equilibrio e la razionalità dell’uomo,che lui è stato capace di trasferire nel gioco delle squadre che ha allenato.
    Inoltre c’è la serenità di chi non ha rimpianti,perchè la vita se l’è goduta alla grande e chi è di Roma sa benissimo di che sto parlando.

  4. Quanti ricordi di quell’estate in cui arrivasti a Roma da perfetto sconosciuto, poi hai fatto vedere a tutti GRANDE calcio, con UMILTA’ e PROFESSIONALITA’.
    FORZA MISTER!

    • Vicinanza obbligatoria al nostro ex allenatore, un abbraccio caloroso e un augurio di completa guarigione a te fratello giallorosso
      SEMPRE FORZA ROMA SEMPRE

  5. Ciao Mister, alla fine decide Dio…
    vedrai che guarirai… un’ abbraccio Forte forte ,e a tutti a tutti quelli che stanno lottando come te …

  6. Un pensiero al nostro grande mister. Un gigante che rimarrà nella storia del calcio e della nostra Roma.
    Daje Sven-Goran, un abbraccio affettuoso

  7. In bocca al lupo mister, e grazie per i tanti ricordi. La Roma di Eriksson, il gioco innovativo che portò in Italia (lui, non Sacchi), la tua signorilità.

    Un abbraccio a te e alla tua splendida famiglia.

  8. La sua Roma è stata la più bella da vedere a livello di gioco, anche migliore di quella del Barone; dei loschi giochi a mio avviso di scommesse mai dichiarati e scoperti hanno negato alla Roma uno scudetto che sarebbe stato incredibile, con una rimonta storica in un campionato a 2 punti. Poi si è rifatto purtroppo vincendo dalla parte sbagliata , il che la dice lunga sulla sua bravura perché credo che non vinceranno uno scudetto mai più. Chiusa la parentesi sportiva, uomo elegante, sempre rispettoso e molto colto che ha fatto dell’ educazione il suo marchio di fabbrica. Mi auguro che data l’
    Età avanzata la malattia progredisca lentamente, mi spiace che quando è così si finisce tra atroci dolori bloccati dentro al letto aspettando di chiudere gli occhi perché ridotti allo strenuo della resistenza fisica; ci sono passato con mio papà e non solo.

  9. La sua Roma (quella 85/86), probabilmente come gioco la migliore mai vista (se la batte solo con quella del primo Spalletti). Vedi adesso i video di quelle partite e sono incredibilmente attuali, calcio veloce e verticale, decine di palle gol a partita. Poi purtroppo la squadra perse pezzi importanti, ci furono acquisti inadeguati e altri big iniziarono il declino dovuto all’età. Tornò a Roma a guidare la lazio, vinse con loro ma ormai era diventato un semplice gestore di grandi individualità. Sempre elegante ed educato, ha avuto una bella vita. In bocca al lupo Sven.

  10. Forse, fra le tante che ho visto, forse quella di Eriksson è stata la Roma che mi ha entusiasmato di più. Con quella rimonta incredibile sulla Juve (e era la Juve di Platini, di Cabrini, di Scirea) che poi avrebbe vinto lo scudetto per via della sciagurata partita con il Lecce.
    Quando attaccava faceva impressione. A folate, con una disposizione mutuata dal rubgy. Vedere la faccia spaurita di Platini nella prima mezzora della partita all’olimpico, quando segnammo due gol ma ne potevamo fare 4, non ha prezzo.

    E lui, che non aveva il patentino e era affiancato da altri allenatori (mi pare all’inizio Clagluna e poi Sormani) un signore assoluto nei suoi commenti, sempre pacato, sottilmente ironico, nel suo italiano misurato.

    Gran trombeur de femmes peraltro. ;.)

    In bocca al lupo Sven

  11. Un vero innovatore, un autentico visionario, un professore della materia. Ricordo un Roma Iuventus 3 0 con una prestazione di Cerezo che non ho mai più rivisto in quasi quarant’anni di calcio. In bocca a lupo. Coraggio

  12. Ti sono vicino con le mie preghiere Mister. Se potessi contattarti direttamente, ti darei la forza che a me è stata data, per uscire dal mio incidente sul lavoro.

  13. Mister,
    sono sicuro che riuscirai a trovare la tattica
    per vincere la sfida più importante della tua vita!!!
    Tifiamo tutti per te

  14. Forza Mister, con te sulla panchina fu la prima volta per me allo stadio, avevo 13 anni e mezzo nel 1986 Roma – Samp 1-0 in 10 per l’espulsione di Cerezo e gol di Graziani al 75°, mi portarono in tribuna tevere e stavamo rimontando la rubbe che aveva 8 punti di vantaggio, l’avevamo raggiunta e poi sappiamo tutti cosa accadde nella penultima giornata.
    Un Grande Allenatore e la notizia mi ha colto di sorpresa e mi ha messo tanta tristezza addosso.

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