HUMMELS: “Non so se resterò alla Roma, deciderò in estate. Uno shock l’esonero di De Rossi, Ranieri il top. Juric? Situazione anomala…”

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AS ROMA NEWS – A pochi giorni dal derby capitolino tra Roma e Lazio che potrebbe rappresentare una svolta per entrambe le squadre, il difensore giallorosso Mats Hummels ha parlato in esclusiva all’edizione odierna de Il Messaggero. Queste le sue parole sulla Roma, su Ranieri, sul derby di domenica e sul suo futuro in giallorosso.

A che punto è la sua condizione fisica in vista del derby?
“Se non fossi stato male un paio di volte, parleremmo del cento per cento. E invece un paio di influenze mi hanno un po’ debilitato. Sto però recuperando il ritmo partita, mi alleno con regolarità e sto tornando in forma, nel complesso sono contento”.

Quali parole ha utilizzato Ranieri per recuperarla?
“E’ venuto, mi ha preso da parte già il primo giorno e ha cominciato a parlare dicendo che mi conosceva, che mi ha sempre seguito negli ultimi dieci anni, che gli piaceva il mio modo di giocare e che aveva visto sia la semifinale che la finale dell’ultima Champions. Non aveva dubbi che avrei avuto un ruolo importante con lui. Mi ha subito detto che mi avrebbe fatto giocare e che avevo la sua fiducia”.

Fiducia che non c’è stata con Juric.
“Aveva le sue idee di calcio, su come giocare, le sue opinioni. Evidentemente non ero abbastanza in condizione per essere funzionale al suo gioco, ma non ho avuto nessun problema con lui. Non mi ha dato la possibilità di giocare e basta. Credo tra l’altro sia una brava persona. Una situazione anomala, in 18 anni di carriera avevo sempre mostrato il mio valore, anche nelle grandi partite”.

Nel calcio può accadere che un allenatore non veda un calciatore. L’anomalia è che lei non ha mai avuto una possibilità. Come è stato possibile?
“Non so il motivo. Se un giorno lo rivedrò glielo chiederò perché, ripeto, con me è stato sempre gentile e carino. Il problema è che quando faceva la formazione io non c’ero mai. Non posso dire di più su questo, veramente non lo so”.

E’ vero che alla vigilia con l’Union St Gilloise è stato provato titolare e poi non ha giocato?
“L’allenamento in questione era quello precedente alla rifinitura. Ci alternammo io e Cristante nel ruolo e alla fine optò per Bryan”.

Cosa ha pensato quando Juric l’ha fatta entrare a Firenze sul 4-1, con la squadra in 10 e ormai alla deriva?
“Mi sono detto di non fare niente di stupido, di giocare semplice. Nemmeno il tempo di pensarlo che ho fatto autogol. A quel punto mi è venuto quasi da ridere, era un momento in cui stava andando tutto male. Nella mia vita ho sempre cercato di affrontare le situazioni negative con umorismo, filosofia e lavoro, pensando che poi le cose prima o poi si aggiustano”.

Cosa che in seguito è avvenuta. Intanto però la Roma ha cambiato tre allenatori e la classifica resta quella che è.
“Se non sei Duplantis che vince sempre, quando fai sport a questi livelli sei consapevole che il periodo negativo può capitare. Ho cercato di accettare la situazione. Con Ranieri ero certo dal primo giorno che tempi migliori sarebbero arrivati. I giocatori sono forti, la squadra ha qualità”.

Lei è un tedesco atipico: da dove nasce questa ironia? E pensa di averla pagata con qualche post poco gradito su Instagram?
“E’ il mio modo di essere, sono così con tutti. I social non li uso per scopi commerciali, mi piace farmi conoscere in questo modo. Se a qualcuno non sono piaciuti, mi dispiace, ma non è un mio problema. Se non insulto nessuno, faccio come voglio”.

Questa sua immagine leggera va in contrasto con il fatto che secondo i media tedeschi lei ha avuto più di qualche dissidio con allenatori come Terzic e Nagelsmann.
“La questione Nagelsmann quando è uscita mi ha sorpreso, credo sia un ottimo coach, mai avuto problemi con lui. Con Terzic invece non avevo una relazione idilliaca ma c’era rispetto. Alla vigilia della finale di Champions ho espresso disappunto per come avevamo giocato in alcune partite ma nulla più”.

In Germania non ha vissuto derby veri e propri. Che idea si è fatto della sfida con la Lazio?
“Ci sono molte partite sentite da noi, Dortmund-Schalke ad esempio è una di queste, anche se le squadre non sono della stessa città. E’ però qualcosa di molto simile perché i due centri distano pochi minuti. C’è grande partecipazione, impegno in campo, grande agonismo. Qualcosa del derby di Roma ho iniziato a capirlo l’altro giorno nell’allenamento al Tre Fontane. Sappiamo che conta per i tifosi, sono vittorie speciali che valgono doppio”.

Le piacerebbe trovare ancora Ranieri l’anno prossimo alla guida della Roma?
“Parliamo di un grande allenatore, un top class, l’ho capito dal primo momento in cui l’ho visto. Ha una naturale autorevolezza, si intende di giocatori, non deve alzare la voce per farsi capire e ascoltare. E’ gentile, sarebbe un grande tecnico per qualsiasi squadra, specialmente a Roma. Intanto devo capire cosa farò, ma lui sicuramente è un grande, da tenersi stretto”.

Quindi non ha ancora deciso il suo futuro?
“No. Deciderò in estate. Ma qualora dovessi restare, sarei felicissimo di essere allenato ancora da lui”.

Perché la scorsa estate ha detto no al Bologna che avrebbe disputato la Champions?
“Eravamo vicinissimi, mi fecero un’ottima impressione: allenatore, staff, ambiente e struttura. Poi però nel momento di dire di sì non ero convinto al 100% e ho declinato la proposta”.

Ha dato qualche consiglio a Pellegrini per superare il momento di difficoltà?
“Ci parlo spesso. Credo sia un grande capitano, mi è stato vicino nel periodo in cui non giocavo, si è sempre preso cura di me. E’ un grande giocatore, una bella persona. E’ stato sfortunato in alcune occasioni, gli è mancato quel pizzico di fortuna che a volte serve per far girare la carta. Le cose miglioreranno sicuramente, se lo merita”.

Perché nella sua carriera, prima della Roma, ha scelto di giocare sempre in Germania?
“E’ capitato di poter andare altrove. A volte sono stato io a dire di no, altre volte è saltato per la volontà dei club. Quando sei nel Borussia, poi, non pensi ci siano troppe squadre migliori”.

E la Roma come è arrivata?
“L’ho scelta per De Rossi. Daniele mi ha fatto subito un’ottima impressione”.

E cosa ha pensato dopo che è stato esonerato?
“E’ stato uno choc non solo dal punto di vista calcistico ma anche a livello personale. Anche perché nemmeno una partita dal mio arrivo e già non c’era più. Ho un figlio che vive a Monaco, avevamo parlato di soluzioni per facilitare questo rapporto con Daniele, l’esonero ha scombussolato tutti i piani”.

Le piace vivere a Roma?
“La amo. Adoro la sua cultura, la sua gente. Il meteo non è poi così male…Mi piacciono le sue vibrazioni, è piena di persone carine, rispettose, curate anche nell’abbigliamento. Zone che frequento di più? Trastevere, il top”.

La Roma deve concentrarsi sulle coppe o crede possa arrivare in zona Europa attraverso il campionato?
“Dobbiamo concentrarci su tutto. Abbiamo un’ottima squadra, ampia e la panchina ha qualità. Tutto per tornare nelle prime 5-6 posizioni”.

Domenica c’è il derby: un calciatore della Lazio che stima o teme in particolar modo?
“Ho visto diverse partite della Lazio e sappiamo che sono forti. Chi mi preoccupa in particolare? Non porrei l’accento sul singolo perché è una squadra che si basa sul collettivo, hanno tanti calciatori che vanno in gol e a essere onesti meritano il vantaggio che hanno. Domenica però vogliamo vincere per iniziare a ridurre il gap. Sono convinto che se ci riusciamo possiamo ancora arrivare sopra a loro”.

Ha avuto in passato riferimenti italiani come difensori?
“Ero un attaccante da giovane, quindi come modelli avevo Zidane e Ronaldinho. Nel mio ruolo ho invece seguito Nesta, Maldini e Cannavaro che nel 2006 ci ha strappato un mondiale”.

In carriera ha giocato con molti campioni. Dybala è uno di questi?
“Ho amato Paulo per tanti anni, vederlo giocare era sempre bello, vede le cose in modo diverso rispetto agli altri, come quel passaggio per Pellegrini a Milano sul finale di partita. E’ molto intelligente, un sinistro magico, ed è un bravissimo ragazzo. Poter giocare con lui è una delle ragioni per cui sono venuto qui”.

Le piacerebbe fare l’allenatore in futuro?
“Forse lo diventerò, non lo so, mi piacerebbe avere una squadra e sviluppare un’idea di gioco, ma faccio questa vita da tanti anni e vi assicuro che è abbastanza stressante. Quando smetterò, dovrò riposarmi per un po’, staccare la spina e recuperare. Poi ci penserò”.

Fonte: Il Messaggero

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21 Commenti

  1. Bella intervista. Il nostro Mats è un tedesco ironico 🙂… ovviamente è una parte di quella anticipata ieri.
    Come ho sempre sostenuto onestà vuole che si smetta di colpevolizzare JURIC per non averlo impiegato.
    Inizialmente era fuori condizione assolutamente. Avrebbe potuto farlo giocare prima? forse… però si è visto che abbiamo pagato l’esordio… poi, soprattutto, non era adatto, a maggior ragione in condizione approssimativa, al suo gioco su binario unico.
    Io credo che i campioni devono andare sempre in campo ma non ho MAI allenato nemmeno i…pulcini del quartiere.
    Il MESSAGGERO (come ti sbagli 🤣🤣🤣) insiste con le domande su JURIC anche se è abbastanza chiaro da subito. Del resto il croato ha scelto subito NDICKA come centro della difesa e non lo ha mai tolto.
    È il più rapido (il meno lento 🙂..) Evan infatti. E JURIC sosteneva giustamente che il centrale di difesa è ruolo molto…pericoloso.
    Mi auguro che l’allenatore prossimo sia uno che parte dalla rosa per costruire i principi di gioco e no dal…modulo per metterci i giocatori che si ritrova, come capita capita.
    No integralisti.

    • Nonostante i tempi siano cambiati, vorrei calciatori che siano orgogliosi d’indossare i nostri colori non gente di passaggio “Nessuno mette in dubbio le qualità di Hummels” ma quando uno se ne esce fuori dicendo “deciderò in estate se rimanere o meno” non m’ispira molta fiducia Non dimentichiamoci che loro fanno presto a voltare pagina, tanto i quattrini continueranno ad intascarli lo stesso. La delusione è solo per chi li idola

    • Devils

      Domanda
      Quindi non ha ancora deciso il suo futuro?

      Risposta
      “No. Deciderò in estate. Ma qualora dovessi restare, sarei felicissimo di essere allenato ancora da lui”.

      a me sembra più un : per il prossimo anno deciderò a giugno se ritirarmi o continuare a giocare…

    • vabbè, ho letto i commenti di certi romanistoni più in basso…questo campione, quesa icona del calcio mondiale non merita di restare a Roma perché siamo a gennaio e il progetto di restare a lottare per non retrocedere in una società con un solo dirigente, l’allenatore che egli stima, non lo convince…ehm eccheccefreca, che se ne vada, noi c’avemo Baldanzi, Baldanziiii, Baldanziii….

    • Paolo33, Ne riparleremo in estate Se rimane mi fa piacere, se va via arrivederci e grazie Il sottoscritto non osanna piu’ nessuno

  2. Credo che ad un giocatore come lui che ha giocato ad alti livelli devi presentare un panorama allettante e stimolante se non cambia giustamente.

  3. Siamo a gennaio e ancora sei indeciso se resti a giugno malgrado la enorme fiducia che ha Ranieri in te ? Tu sei padrone delle tue scelte ma ho l’impressione che in queste la Roma non ci sia.

  4. I campioni non hanno bisogno di togliersi sassolini dalle scarpe, sanno che le rivincite se le prenderanno sul campo a differenza dei mediocri.
    Si possono avere contrasti e differenze di vedute, è umano, anzi direi quasi necessario in un ambiente di lavoro, ma il rispetto per le persone non deve mai mancare e Hummels ne ha per Ranieri così come per Juric.
    Se vogliamo da questa bella intervista emerge una volta di più una verità che a molti qui non piace e cioè che De Rossi godeva della fiducia del gruppo, anche di coloro come Hummels che nella carriera ne hanno viste tante e non debbono regalarti nulla.
    La stagione della Roma è stata quasi irrimediabilmente compromessa da un “colpo di stato” da parte di una persona che ha messo se stessa e i suoi amichetti davanti agli interessi del club. Una brutta persona.

    • il fatto secondo me è che con Juric la squadra doveva reagire ogni partita non solo con l Udinese.
      De Rossi adesso viene scaricato da tutti su questo forum. Avrebbe fatto buone cose se lo si lasciava lavorare

  5. …non aspettatevi che dica:”a Roma fino all’ultimo calcio al pallone agonistico!..”..suvvia 🙂… va verso i 40… è tedesco no di Trastevere… e con noi da pochi mesi…
    non ha una carriera davanti e ci sta’ tutto che decida con calma come sparare gli ultimi colpi di una carriera importante no?

    • In questo caso la Società guardando gl’interessi della squadra, farebbe bene a premursi trovando un degno sostituto Poi se rimane tanto meglio

  6. mi pare che qualcosa sia frutto di elaborazioni di ruffiani di parte. Una persona nuova dell’ambiente non può dare giudizio su ciò che sta accadendo. Lui si è dimostrato professionista e intelligente, altri del suo rango avrebbero già “dimostrato” il disappunto per la considerazione ricevuta (anche De Rossi non lo ha fatto giocare). Cmq, il calcio di oggi non rispetta i tempi di inserimento e i tifosi ancora meno. A Roma poi c’è una tendenza speciale, alcuni giocatori vengono battezzati “scarsi” o “fenomeni” anche in Base alla fisionomia. Credo che bisognerebbe dare tempi giusti ad ogni cosa, come per De Rossi, troppa fretta a rinnovare e forse troppa fretta a liquidarlo

  7. svilar
    Himmels
    koné
    Dybala

    questa la verticale della Roma su cui costruire qualcosa di buono
    ci metterei anche dovbyk, ma deve dimostrare un po’ più di cattiveria.

  8. “Amo Roma. Adoro la sua cultura, la sua gente. Il meteo non è poi così male…Mi piacciono le sue vibrazioni, è piena di persone carine, rispettose, curate anche nell’abbigliamento.”
    Non credo sia mai stato fuori Stazione Termini….

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