Il piano dei Friedkin: “Non siamo di passaggio, vogliamo investire su Roma”

42
8339

NOTIZIE AS ROMA«Siamo qui per fare qualcosa di grande» sono in sintesi le parole che Dan e Ryan Friedkin hanno pronunciato a Giovanni Malagò prima e a Gabriele Gravina dopo nei colloqui avuti con i vertici dello sport e del calcio italiano.

Quella dei texani, scrive l’edizione odierna de La Repubblica (M. Pinci), è parsa quasi una dichiarazione di intenti: «Non siamo di passaggio, vogliamo investire sull’Italia e su Roma. Puntiamo alla crescita del calcio italiano», il virgolettato riportato oggi sul quotidiano.

I Firedkin hanno detto anche di avere l’intenzione di essere sempre molto presenti in città, al netto di alcuni spostamenti logistici. Non a caso erano anche all’Olimpico, sfingi immobili mentre la Roma si assestava sul posto di un campionato che non vuole padroni.

Fonte: La Repubblica

Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie della Roma sul tuo cellulare? Iscriviti subito al canale Whatsapp di Giallorossi.net!
Articolo precedenteROMA-TORINO 3-1, Il Messaggero: “Scalata Champions”, Corsport: “Giallorossi da scudetto”, Gazzetta: “Abisso disastroso”, Leggo: “Granata penalizzati”, Il Romanista: “Statece”
Articolo successivoRoma, c’è l’offerta per Reynolds: 7,5 milioni per bruciare Juve e Milan

42 Commenti

    • Premesso che io tifo la Roma e non i suoi presidenti/proprietari, lo dico prima che qualcuno possa pensare male e sto apprezzando moltissimo l’operato della nuova proprietà, la domanda è: cosa vuole secondo te uno speculatore?

    • Alekos, un finanziere è uno speculatore, un imprenditore è una cosa leggermente diversa. Tanto per dirne una, in Borsa c’è stato un tempo in cui si premiavano le aziende che tagliavano i posti di lavoro, gli araldi della deregulation, mentre il vero imprenditore opera per aumentare la sua forza lavoro. Senza voler parlare di quelli con un’anima, come il grande Adriano Olivetti o come Enrico Mattei. C’è un abisso culturale tra le due figure.

    • Beh, per chiarire la differenza tra un imprenditore e uno speculatore basterebbe dire che il primo guadagna solo se fa crescere il valore delle aziende che possiede. Il suo destino è strettamente legato alla produzione. L’imprenditore si lega in genere a vita o per un periodo molto lungo alle proprie aziende.
      Lo speculatore mira solo ad ottenere un profitto, non importa come. Quelli bravi guadagnano sia con un mercato in segno positivo sia in tempi di crisi. In genere acquistano e vendono, vendono e acquistano. Non si legano affettivamente ai loro possessi, titoli o aziende che siano, ma li vedono come meri mezzi per ottenere un profitto.
      Per tradurla in soldoni: se, come speriamo, Friedkin farà lo stadio, resterà presidente della Roma. Pallotta l’avrebbe venduta il giorno dopo.

    • lo speculatore non è altro che un imprenditore della finanza . Riprova dai , sarai più fortunato la prossima volta che parli di cose che non capisci…

    • Interessante questa distinzione tra imprenditore e speculatore, condita in qualche modo con romantici sentimenti alla Sturm und Drang: l’imprenditore “si lega in genere a vita o per un periodo molto lungo alle proprie aziende (…)” Mentre lo speculatore no, è solo un cinico calcolatore. Questa è la lezione del tifoso di football che inconsciamente cerca nel presidente del proprio club un padre a cui affezionarsi. Ad esempio un texano cor core romano. Il tifoso in questione non è nemmeno sfiorato dal dubbio che il texano stia semplicemente facendo tesoro dell’esperienza di chi lo ha preceduto, evitando di commettere (tutti) gli stessi errori del “collega”.

    • Diciamo che la differenza tra l’imprenditore e lo speculatore, risiede anche nell’impatto che hai con l’economia. Un imprenditore, oltre a generare profitti (se le cose vanno bene), produce servizi o beni materiali, e soprattutto, crea posti di lavoro, contribuendo quindi ad un’eventuale crescita del prodotto interno lordo. Di contro, lo speculatore non ha il medesimo impatto, se non in minima parte. Tanto per fare un esempio banale: chi investe nel settore alberghiero, è imprenditore; viceversa, il real estate è un’attività sostanzialmente speculativa, poiché non consiste nel produrre beni di consumo, ma semplicemente acquistare immobili per poi rivenderli o allocarli, quindi in questo caso, l’unico che trae benefici, è proprio lo speculatore. Stesso discorso vale per chi opera in finanza, nonostante i proprietari dei fondi d’investimento, offrano comunque dei servizi finanziari.

      Per quanto il termine “speculatore” abbia in italiano un accezione negativa, non parliamo necessariamente di attività illegali, è semplicemente un modo di operare nel mercato.

    • L’imprenditore della finanza nella finanza non esiste, è un gioco di parole da te abbinate che suonano bene e nulla più

    • E mica ho detto che è illegale. Infatti nel mercato servono entrambe le figure, a meno di operazioni che travalichino i limiti della legalità, ovvio. Lo speculatore è fondamentalmente un gambler che scommette indifferentemente su rialzi o ribassi del mercato. L’imprenditore va bene essenzialmente solo col segno più.
      Il solito mangiatore di cozze può invece tranquillamente tornare a dormire nel suo loculo, dal quale ogni tanto, inopinatamente, fa capolino…

    • UB, il paragrafo finale non era un “attacco” nei tuoi confronti, anche perché nel tuo commento non accennavi minimamente l’illegalità di tali attività. Quella era semplicemente una precisazione che tengo sempre a fare. Riguardo al “mangiatore di cozze”, suppongo (e spero) che ti riferisca all’utente Spaten…

    • LucioBecker, perdona, ma io del “texano cor core romano” non ho parlato, e mi guardo bene dal farlo. Ho una certa età, e penso di averle comprese due cosette sul mondo che mi circonda.
      Non ho dato alcuna connotazione negativa alla figura dello “speculatore”; ma che sia una figura diversa, e che gli interessi si sovrappongano solo parzialmente al profilo “imprenditore”, mi sembra una cosa abbastanza logica.
      I modi di agire di Friedkin e Pallotta ne sono una felice estrinsecazione. Pallotta aveva solo evidentemente a cuore la riuscita del progetto stadio per avere un pacchetto dal quale ricavare il suo profitto. Del resto, se ne è più o meno ampiamente fregato.
      Friedkin, oltre a quello, ha in mente un progetto di più ampio respiro, probabilmente non finalizzato alla vendita del bene, ma per avere un ritorno di immagine che sia di beneficio al suo business nel complesso.
      “Er core romano” non c’entra una beneamata cippa. Ma credo e spero vi sia una maggiore convergenza di interessi tra Friedkin e la Roma rispetto a quelli che c’erano con Pallotta.

    • I manuali di economia aziendale (es. Airoldi, Brunetti, Coda) chiariscono che la finalità primaria di un’impresa non è quella di produrre beni o servizi ma di conseguire un profitto dallo svolgimento della propria attività.
      Pertanto, il settore di attività economica prescelto (produzione meccanica, distribuzione alimentare, intermediazione finanziaria, ecc.) costituisce soltanto il tramite per il raggiungimento del profitto.
      Ne discende che la differenza tra Pallotta e Friedkin non dipende dal diverso profilo imprenditoriale ma esclusivamente dalle scelte di gestione.
      Un caro saluto.

    • Libe1960, ovviamente generare profitto è l’obiettivo di qualsiasi “operatore”, però è altrettanto evidente che le filosofie osservate dai membri delle due categorie, sono diametralmente opposte. Fra l’altro, una cosa non esclude l’altra, perché per esempio, nulla vieta ad un produttore di beni e servizi di dedicarsi anche ad attività speculative, come i mercati finanziari o il trading di immobili.

    • Eh Libe, eppure c’è ancora chi crede alla favola del capitalismo etico… Oppure alla narrazione secondo cui il neoliberismo sia il migliore dei sistemi possibile o che sia quantomeno “inevitabile”.

    • Certo Libe, non è necessario neanche affidarsi a vademecum di economia aziendale per capirlo.
      Il profitto guida ogni attività umana, dal banco ortofrutticolo alla multinazionale. Cambiano solo i volumi di capitale coinvolti, ma il principio è il medesimo. Tra l’altro, come giustamente evidenziato da Pooh, non è per nulla escluso che le due figure possano mescolarsi in un singolo individuo.
      “Imprenditore” e “speculatore” perseguono lo stesso fine ma per strade perlopiù diverse.
      Ritengo e spero che la strada imprenditoriale sia più in linea anche con gli interessi della Roma rispetto a quella speculativa. Che è anche l’unica cosa che mi preme.

  1. Piacciono molto anche a me
    questi non fanno dichiarazioni roboanti x gettare fumo negli occhi di tutti
    stanno zitti,lavorano,PAGANO,sono presenti,e cominciano a stringere rapporti cordiali con le istituzioni,con esempi concreti diventano credibili e c è da scommettere che se e quando parleranno saranno degni di credito e non andranno a millantare in giro.
    perfetti per far RINASCERE BENE FINALMENTE UN CLUB COME LA ROMA
    gtazie

  2. Un proverbio è molto vero.
    Chi non parla, fa i fatti.

    Fate un raffronto politico, chi è sempre in tv a fare chiacchiere, non fa nulla di concreto.
    Ieri, l’ultimo quarto d’ora sembrava la Roma di Napoli, ma con L’Atalanta sono sicuro che la Roma farà una grande partita.
    Avanti Friedkin.

  3. Friedkin vs Pallotta. Sobrietà e scaltrezza nella finanza.
    Sposo in pieno la filosofia dell’attuale dirigenza. Pragmatismo. Credo e spero sceglieranno nuovi dirigenti, nuovi giocatori e interlocutori alla luce di questa dottrina. Loro sono base e apice della piramide. Finanziano, osservano quotidianamente e soffrono con la squadra, con i dirigenti e con i tifosi. Peccato che allo stadio ancora non si possa far sentire loro la nostra fiducia. Ma gli interessi della AS Roma sono i loro interessi e anche loro sono degli speculatori. Se sapranno farci alzare molti trofei i loro investimenti gli frutteranno lauti guadagni. Io lo spero, voi lo sperate, essi lo sperano:))
    Pallotta è uno speculatore. Pallotta non scommette con i propri soldi. E’ una volpe della finanza. Pallotta non ha capito molto del nostro tifo, della storia del nostro tifo e della nostra passione, passione che circonda la società ASRoma, la squadra, la città e i suoi miti. Ma con la ASRoma ha fatto ottimi investimenti e ne ha tratto ottimi guadagni. Ora Pallotta non c’è più, la ASRoma era parte degli investimenti su cui aveva scommesso e con i soldi di chi lo finanzia, ora starà scommettendo su qualcos’altro, sempre con i soldi di qualcun altro. Senza Pallotta non avremmo i Friedkin. Pallotta ha comprato a 2 ed ha venduto a 4.
    Pallotta non è uno scemo. Non amo Pallotta ed il suo temperamento americano neocon.
    Non amo gli americani in generale. Ma stimo per ora e molto i Friedkin.
    Forza Roma, sempre!

  4. Ah,
    ma che carini, quindi si sono portati anche Pinci nel giro di ieri,
    visto che riporta addirittura dichiarazioni virgolettate.
    Quando si dice la gentilezza eh…

  5. Ecco come Dario e UB40 hanno esaudito ciò che voleva alekos, due articoli belli e pronti all’uso, aggradise eheh, alekos versione strizzacervelli….e il prosciutto prende forma ahahah

  6. Questa famiglia mi piace sempre di più !!!

    Hanno le idee chiare, Sanno cosa vogliono e si sanno muovere

    che poi tradotto significa
    – Grandi Obbiettivi
    – Pianificazione e organizzazione necessarie per arrivare al traguardo

    Il tutto partendo da un importante riorganizzazione/ristrutturazione del Club As Roma…. nel cuore

  7. Per favore, pensiamo solo ai nuovi proprietari ossia i Friedkin, lasciare stare Pallotta e dimentichiamolo non parlandone piú, non si merita di essere ancora citato,mettiamoci su un bella pietra!

    • Sono d’accordo. Manco frutta marcia e pomodori gli tirerei se lo vedessi, che gli farei un favore. Fa due cassette e se le rivende subito subito…..

  8. Spero di sbagliarmi ma ho l’impressione che la serietà e la determinazione di questa società non piaccia tanto al mondo del calcio italiano…

    • Dipende,
      se parliamo di soggetti alla Suning, alla Elliot o alla Krause,
      ma anche Agnelli o Comisso guarda, secondo me ci possono essere molte sintonie.

      Se parliamo di magnaccia alla Lotito o alla ADL,
      allora no.

  9. Il suo nome è Dan Friedkin, produttore di Oscar, e in soli 4 mesi ha oscurato un impastatore di lasagne… sapevatelo voi!

  10. Gente chevsta dando una identità ed un grande futuro alla squadra.
    Fa sentire la propria voce e presenza. I risultati parlano chiaro. Questa è in gran parte lA roma degli ultimi due anni con risultati certo più interessanti e che danno fiducia.
    L’occhio del padrone.
    Grazie Presidente.
    Fare paragoni coi precedenti per quanto immediato, è un lavoro per i pulitori di cozze e funghi, gente con più nick che idee.

  11. Sono i nostri Men in Black.
    (Spero che quando si son seduti al tavolo con Malagò e poi con Gravina abbiano tirato a ciascuno un calcio nello stinco fingendo di non averlo fatto apposta, Oh I beg your pardon).

  12. Che vi devo dire…..sarò un nostalgico sognatore, ma……a me vedere il Presidente della Roma e suo figlio, insieme, tutti e due allo stadio, mi riempie il cuore. Finalmente la nave ha il suo timoniere al posto giusto. Grazie Presidente, ci stai ridando fiducia e vigore, due cose così importanti che ci mancavano da anni. Grazie di cuore, comunque vada, almeno ci state provando. Vi voglio bene, quasi quanto voglio bene alla Roma. Buon Natale a tutti e sempre Forza Roma !! ♥—-♥

    • Io aspetto solo il giorno in cui i Friedkin, in tribuna, saranno per la prima volta travolti dall’urlo e dai colori della sud. Quel giorno si renderanno veramente conto di cosa si sono messi in casa!

  13. Ho l’effetto che fa a tanti di voi. Non li conosco…..nemmeno ho mai sentito la loro voce ma provo grande affetto per loro. Soprattutto per il figlio. DAJEEE GRANDIIII!!!

  14. Se i tuoi messaggi non vengono pubblicati, assicurati di rispettare il REGOLAMENTO.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci qui il tuo commento
Inserisci qui il tuon nome