AS ROMA NOTIZIE – L’attuale vice allenatore di Roberto De Zerbi al Brighton Andrea Maldera (nipote di Aldo, campione d’Italia con la Roma nel 1983), ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna de Il Messaggero, presentando a tutti gli effetti la prossima sfida tra gli inglesi e la Roma di Daniele De Rossi agli ottavi di Europa League, con un ricordo legato allo zio. Queste le sue parole: “Conservo la maglia numero 5 di Falcao, me la regalò zio Aldo”.
Maldera è un nome importante non solo a Milano?
“Lo zio Aldo ha vissuto Roma e la Roma con enorme passione. Liedholm lo aveva portato in giallorosso, in un periodo difficile per il Milan. A Roma ha ritrovato il sorriso e ha coinvolto tutta la famiglia”.
Qui si è divertito.
“Peccato per la finale saltata con il Liverpool. Per un’ammonizione stupida in semifinale, poi: una rimessa laterale ritardata. È stato il suo grande rimpianto. Peccato se ne sia andato molto presto. Mio papà , legatissimo al fratello Aldo, soffrì molto la sua scomparsa e qualche anno dopo se n’è andato anche lui”.
Aldo era un terzino moderno.
“Era una Roma meravigliosa, tutta. Ricordo a memoria la formazione. Tancredi, Nela…”.
Persona elegante, lo zio.
“Silenzioso, discreto. Gli volevano tutti bene, ricordo il suo rapporto meraviglioso con Agostino e con Falcao, Conti. Era una squadra magica. Non a caso per quei ragazzi fu scritta la canzone “Grazie Roma”.
Con lei, oggi Maldera è ancora nel calcio.
“Ho lavorato al Milan con Leonardo, Allegri e Inzaghi e poi con Shevchenko alla Nazionale ucraina”.
E poi è arrivato De Zerbi.
“Roberto nasce nel Milan, aveva mio padre come allenatore, siamo da sempre legati, condividiamo tante idee. Dopo lo Shakhtar, mi ha voluto con sé”.
E ora deve tornare all’Olimpico.
“Stadio a cui sono legato. Ci ho vinto lo scudetto con il Milan di Allegri e tre anni fa ho giocato uno storico quarto di un Europeo, tra Ucraina e Inghilterra”.
De Rossi ha definito De Zerbi un genio. Esagerato?
“Ha ragione Daniele: Roberto ha dato qualcosa di diverso al calcio”.
Esattamente cosa?
“Cerca di proporre un gioco di dominio, cosa che sta facendo anche De Rossi, così come Motta e altri. Guardiola è il capostipite di questo genere. La genialità di Roberto è nel portare avanti certi concetti, andando contro i luoghi comuni, un po’ stantii. Dà valore al possesso palla, all’ordine, all’applicazione, alla comunicazione col gruppo”.
Cose normali per un allenatore.
“Ricondurre De Zerbi a un modulo o a una questione tattica è riduttivo. Lui non mette mai se stesso davanti ai calciatori. Ha il coraggio di pensare che si possa giocare bene al di là degli interpreti. Non è un profeta, crede solo nelle proprie idee”.
Passa per presuntuoso?
“Ma non è così. Prima vengono le caratteristiche dei singoli e poi le sue idee. Ad esempio, noi abbiamo cambiato molti elementi rispetto alla passata stagione e lui ha capito che dovevamo modificare qualcosa: giocare con Mac Allister era un conto, non averlo un altro. La sua genialità è nel rapporto che instaura con il gruppo. Crea rapporti di discussione, di fiducia con i ragazzi. È la sua forza”.
E tatticamente?
“Fin dagli inizi a Foggia ha sempre proposto squadre organizzate, coraggiose. Tutti gli allenatori hanno in comune una cosa: la vittoria. Cambiano solo i modi di arrivarci”.
E De Rossi lo ha studiato.
“Vede la genialità di Roberto nella qualità prestativa delle squadra. Esprime se stesso nel suo modo di giocare”.
Anche De Rossi è un genio?
“Ragazzo straordinario, umile, curioso. Sono stato colpito dalle sue domande, ha passione e voglia di imparare. È presto per dire se sia un genio, ma se il buongiorno si vede dal mattino…Di sicuro alla Roma non ha dato solo un impatto emotivo, in campo si vede la sua mano. Ha portato serenità , leggerezza. Gli auguro il massimo, magari dopo le partite con noi”.
La temete un po’ questa doppia sfida?
“Per Brighton, per la sua comunità , è già una gioia giocare un ottavo di finale contro la Roma. Il rimpianto è di non potercela vivere con la squadra al completo. Se perderemo, faremo gli applausi alla Roma. Ma resterà in ogni caso una gioia”.
C’è un giocatore della Roma che le piace particolarmente?
“Intanto sarà bello ritrovare due ragazzi che conosco bene, cresciuti con noi al Milan, e sono El Shaarawy e Cristante. Sono molto felice per la carriera che stanno facendo. Ma se penso a uno che sposta gli equilibri, penso a Dybala. Ha dentro di se la giocata e, in una partita di equilibrio, può essere letale. Gli allenatori fanno giocare bene le squadre, le partite le vincono i giocatori”.
Che partita prevede?
“Brillante, figlia di due allenatori giovani e ambiziosi. Non siamo sconfitti in partenza, andremo avanti con le nostre certezze, con il gioco, il gruppo e speriamo di onorare una partita per noi storica. Io mi reputo un esteta, vengo dal Milan di Sacchi. Spero sia uno spettacolo”.
Fonte: Il Messaggero
mi piacciono queste interviste fatte a gente colta ,preparata pacata ,bella.io vorrò sempre bene a mou ma sinceramente lo ritengo una persona ottusa ed è facile litigarci .Spero di vederlo in tribuna a roma a godersi la partita della roma.
Mourinho persona ottusa?..Adesso si può anche discutere del suo tipo di calcio che piace e non piace..Ma ottuso fa ride dai..Uno dei più grandi comunicatori della storia del calcio,un ottimo stratega e personaggio..Ma ci credete veramente quando scrivete ste cose?
la memoria di un pesce rosso
(le interviste di Mou sono fra le cose più belle del calcio, senza nulla togliere alle parole che hai usato per l’intervista qui sopra, che condivido)
Siete il male di Roma. Stelle e stalle. Grazie Mou ci ha portato un trofeo europeo ed il un secondo scippato.
Uno che parla 4/5 lingue non sembra proprio un ottuso…. Diciamo che si è incaponito troppo col suo integralismo. Ci ha fatti vincere,ci ha fatto incazzare,ci ha dato tante emozioni però direi che adesso sarebbe il caso di metterlo da parte….E’ il passato. Il presente si chiama De Rossi …. E se continua così ( faccio tutti gli scongiuri del mondo…. per lui) si meriterà di essere anche il futuro. Non possiamo sapere come finirà la stagione,ma su una cosa penso saremo d’accordo tutti: Con De Rossi si vede il calcio. Si può anche perdere,come con l’Inter, ma giocando a pallone. Giochi bene o giochi male,ma giochi al calcio. E’ una mia opinione.
Questo Maldera non lo conosco ma Aldo me lo ricordo eccome.
Abbiamo avuto Nella, Marangon, ma se volevano giocare dovevano spostarsi a dx perché la fascia sinistra era roba sua.
Grande giocatore ma soprattutto grande persona
A dire il vero fu Nela che dovette spostarsi a destra per fare spazio prima a Marangon e poi a Maldera.
Sebino ci andò controvoglia, per utilizzare un eufemismo, e il Barone utilizzò con lui bastone e carota per convincerlo, blandendolo con la speranza della nazionale: “A sinistra c’è Cabrini e non hai speranze, invece se ti sposti a destra non si sa mai”.
Ma anche col più minaccioso “Nela può iocare destra, sinistra, centro, ma anche panchina o tribuna”.
Il povero Sebino si convinse e ottenne ottimi risultati anche sulla destra malgrado la nazionale per lui fosse destinata a rimanere una chimera.
Marangon fu una meteora: proveniente dal Napoli dove aveva disputato un ottimo campionato, fece le fiamme nel girone di andata del campionato 81/82 per poi non dare più segni di vita. Che invece sembra desse assiduamente tra locali notturni e intrusioni in talami nuziali.
Partito lui, Nela sperò di recuperare la sua amata fascia sinistra, ma la dovette cedere prima di subito ad Aldo Maldera che fu protagonista assieme a lui e agli altri moschettieri della trionfale cavalcata nel torneo 82/83.
E la sua assenza fu uno dei tanti rimpianti in quella maledetta serata del 30/05/84.
Perché tra le altre cose il buon Aldo era anche un ottimo rigorista.
Aldo Maldera
lo sceriffo dell’Olimpico
un fuoriclasse assoluto …quanti bei ricordi.
che Roma che avevamo
niente oggi stecco l’indirizzo di posta e il sistema non mi riconosce .. giustamente
mi sta simpatico già perchè è il nipote di maldera e perchè si ricorda la formazione della roma più bella di sempre.
Ero piccolo vincevamo sempre ….ricordo roma avellino 5 goal di pruzzo.
si ma quella era la roma di eriksson nell’86 (quella che finì con il lecce…) e maldera non c’era.
Bravo davvero questo Maldera.
Si vede che buon sangue non mente!
Splendida intervista e grazie per aver ricordato quale calcio abbiam vissuto!
A proposito, juve juve va…..lo!!!
Che ce sta spre bene, proprio perché già allora patimmo il poteredelcasso!!!
FORZA ROMA
Io penso che De Zerbi sarà anche geniale… se lo dicono quelli bravi chi sono io per non essere d’accordo?
ma nelle bacheche vanno i tornei vinti,
gli allenatori che si ricordano sono quelli che allenano squadre che vincono,
gli allenatori che giocano bene e che non vincono vanno bene per riconzolasse coll’ajetto “nun vincemo ma come semo belli… ”
per ora appartiene a questa categoria.
Vedremo quando gli daranno una squadra con grandi giocatori, se gliela daranno.
Beh, dipende anche dalla fortuna, nel trovarti al posto giusto nel momento giusto.
Capello per esempio cominciò ereditando il Milan di Berlusconi che fu di Sacchi, gli diedero subito in mano una Ferrari.
E stesso discorso si può fare per Guardiola, che prese in mano una delle squadre più forti di ogni epoca ed ha allenato solo top club.
Mi viene in mente anche Trapattoni, Milan, Juve e Inter, una dopo l’altra. E l’unico di questo terzetto che si è seduto anche sulla panchina di una piccola con miseri risultati.
Al contrario Sarri ha fatto una gavetta infinita, due volte che si è seduto su una panchina top ha vinto uno scudetto e un’Europa League ma è stato allontanato come l’ultimo degli scemi.
Diventa difficile misurare il valore di un allenatore solo dalle vittorie: Ancelotti lo consideri uno dei migliori allenatori di tutti i tempi? La bacheca dice di sì ma io non me la sento di dirlo.
Per me i grandissimi sono sì quelli che vincono, ma quelli che lo fanno lasciando un’impronta indelebile con le loro squadre, i Michels, Ferguson, Guardiola, Klopp.
Uno che guida una squadra di fuoriclasse ha il dovere di appagarmi anche dal punto di vista estetico, altrimenti persino Di Matteo vinse una Champions mettendo in scena un orribile catenaccio.
Marchese, posso anche condividere, a grandi linee, tuttavia, dagli e dagli, qualcosa devi vincere.
se no qualcosa non quadra.
per me c’è solo un Maldera
e non è questo