MANCINI: “Nuovo allenatore? Non ho preferenze. Ranieri mi odiava da avversario, un collaboratore di De Rossi avrebbe voluto investirmi…”

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AS ROMA NEWS – Gianluca Mancini si racconta ai microfoni di TV Play parlando di diversi temi scottanti, dal rapporto con lo spogliatoio fino alle sue preferenze sul nome del prossimo allenatore della Roma. Ecco le dichiarazioni del difensore giallorosso:

Ti sei mai scontrato con lo staff di De Rossi?
“Appena arrivato De Rossi alla Roma, un suo collaboratore mi salutò in modo strano. Dopo un paio di giorni mi disse che non mi sopportava, addirittura disse che mi avrebbe messo sotto con la macchina. Dopo una settimana si scusò e disse che aveva sbagliato tutto su di me, che ero un ragazzo eccezionale. Io in campo mi trasformo, sto cercando di migliorare.”

Come valuti la tua maturazione?
“Ranieri appena mi ha visto ha detto che quando mi vedeva contro mi odiava. La mia è stata un’evoluzione: prendevo tanti cartellini e facevo proteste senza senso. Mi condizionava tanto, era deleterio per me stesso. L’evoluzione è cominciata con De Rossi. Anche con gli arbitri il mio atteggiamento è cambiato. Prima davo fastidio, ora è differente. Non prendo troppe espulsioni, perché di entrate brutte non ne faccio. In Coppa Italia, con Orsato, sbagliai tanto e presi tre giornate. Chiesi scusa in quell’occasione.”

Hai giocato anche in altri ruoli. Come ti sei trovato?
“Fonseca mi mise centrocampista, ma era un’emergenza. È un ruolo che avevo fatto da ragazzino, ma oggi non sarei capace. Ho fatto tante volte il braccetto, e agli occhi della gente ti vai a collocare lì. Mi trovo bene. Con la difesa a 4 ho giocato con Mourinho e De Rossi. Ho fatto anche il terzino destro. Non è un problema, ma con la difesa a tre mi trovo a mio agio.”

Com’è il rapporto con Hummels?
“Mi sta aiutando. Avere campioni come lui è utile in campo e nel quotidiano. A 36 anni gioca ancora a questi livelli, quindi è un superprofessionista. Vorrei arrivare anche io a quell’età giocando così. Contro Kulusevski ha fatto un intervento in scivolata e si è rialzato come niente fosse. Gli dissi che era pazzo, perché a me avrebbero dato sette rossi (ride, ndr).”

Ti aspettavi l’espulsione a Bilbao?
“Per me non era da espulsione. Era giallo. Quando l’attaccante sbaglia un gol, ha un’altra occasione. Il difensore invece deve sperare che non succeda nulla di grave dopo un errore.”

Parliamo di Nazionale: che rapporto hai con Spalletti?
“Mister Spalletti mi ha portato all’Europeo e mi ha convocato spesso l’anno scorso. Gli sono grato. L’Europeo non è andato bene, ce lo porteremo dentro. Mi ha fatto giocare contro la Svizzera. Io cerco di giocare bene per essere convocato ancora. Ma il ct fa le sue scelte. La Nazionale è il sogno di ogni bambino, e se non arriva la convocazione, farò il tifo come sempre.”

Come vivi lo spogliatoio e il gruppo?
“Se un allenatore decide di non farmi giocare una, due, tre volte, mi faccio delle domande. Parlo con lui. Non esiste che giochi e basta. Si fa parte di una rosa di 25 giocatori, non esiste l’io, ma il noi. È giusto arrabbiarsi, ma deve essere uno stimolo per dare di più in quei 10-15 minuti in campo.”

Un commento su Rui Patricio e Svilar?
“Rui era un portiere forte. In allenamento, avere da una parte lui e dall’altra Svilar era incredibile. Mile è molto forte, trasmette sicurezza, parla tanto. Il ruolo del portiere è cambiato.”

Che tipo di allenatore preferisci per il futuro?
“Allenatore giochista o gestore? Non ho preferenze. L’allenatore è importante. Oggi il calcio è cambiato. Se il mister mi dice di dare una testata al muro, lo faccio. Ogni tecnico ha la sua idea. Magari tra 10-15 anni saprò rispondere meglio. Sono stato fortunato. Con De Rossi facevamo 40 minuti di uscite dal basso prima della gara. Con Mourinho, la fase difensiva era maniacale.”

Che differenza c’è tra Roma e le altre piazze?
“Roma è calorosa e passionale. La gente ti carica ogni giorno. A Bergamo non è così. Qui scendi in campo anche per loro. Quando arrivai a Villa Stuart non c’era nessuno, ma vedere i compagni accolti a Fiumicino da tutta quella gente è bellissimo.”

Un giorno ti vedremo all’estero?
“Se dovessi scegliere un Paese, direi l’Inghilterra. Giocare in Italia è bellissimo, ci sono stadi molto passionali. Sono abituato all’Olimpico: ogni domenica sembra una finale.”

La tua top 11, senza giocatori della Roma?
“Gioco con il 4-3-3. Donnarumma in porta. Arnold terzino destro, Rudiger e Van Dijk centrali, a sinistra Bruno Mendes del PSG. A centrocampo Modric play, Tonali e Musiala mezzali. In attacco Rodrygo, Mbappé e Haaland.”

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15 Commenti

    • Mancini giocatore forte e prezioso.
      E ha dimostrato anche di essere intelligente. Perché il suo comportamento in campo e’ cambiato. Bravo.

    • Se poi domenica, alle quaglie, gliela butti dentro un’altra volta, te porto pure il cesto pasquale a casa.

  1. Ritengo che Mancini meriterebbe la maglia azzurra alla luce di quella che è stata la sua stagione fin qui, soprattutto in considerazione del fatto che ormai Spalletti ha adottato il modulo a tre in pianta più o meno stabile.
    Di certo non mi sembra più scarso di Gatti e adesso sembra avere raggiunto una maturità e capacità di gestire la foga agonistica che prima gli mancava.

  2. Con Mancini non c’è rischio di denuncia penale, è lui stesso la pena per chi lo minaccia!!!
    E non pijerebbe manco er rosso….
    Grande Mancio.
    P.S.
    A chi fa notare che con lui si arriva 6/7 ricordo che si tratta di un gioco di squadra!
    Pure Svilar e Dybala so arrivati 6/7…..
    FORZA ROMA

  3. Nella mia squadra ideale ci sono sempre 2/3 criminali o banditi se preferite.
    2/3 giocatori sufficientemente capaci e che non temono lo scontro, gli stadi, le partite, le provocazioni.
    Mancini è uno di questi.

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